Nelle Marche un laboratorio per un’industria meno impattante

In quella che un tempo fu una palestra, 700 metri quadri alle porte di Camerino, nel cuore del cratere maceratese del terremoto del 2016, si progetta un futuro che possa prescindere dai combustibili fossili. E che punti sui materiali bio-based (interamente o parzialmente derivati da biomassa, piante e vegetali in primis) e sull’economia circolare, in particolare sul riuso del rifiuto post-industriale e post-consumo. Si chiama MARLIC, acronimo di Marche Applied Research Laboratory for Innovative Composites, il laboratorio inaugurato a luglio al termine di un progetto da 11,5 milioni di euro che ha visto comporsi una piattaforma collaborativa co-finanziata dalla Regione Marche e dedicata alla manifattura sostenibile e all’ecosostenibilità di prodotti e processi per nuovi materiali.
Sono stati coinvolti 5 enti pubblici di ricerca (Università di Camerino, Università Politecnica delle Marche, Università di Urbino, Enea e CNR),
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