Insegnare la matematica è arte antica
I grandi maestri nell’arte antica d’insegnare la matematica. Giamblico III-IV secolo, illustra la natura della matematica e detta i precetti didattici per apprenderla come si deve.
Giamblico visse al tempo di Costantino il Grande e fu filosofo e matematico.
Era nato a Calcide, città non lontana da Antiochia, tra il 240 e il 250, ma della sua vita si hanno scarse e incerte notizie. E così anche dei suoi studi. Si sa però che conobbe Plotino, che frequentò a Roma la scuola neoplatonica di Porfirio e che verso il 290 fece ritorno in Siria dove fondò una scuola e vi insegnò.
Caposcuola e insegnante, fino alla morte, Giamblico ebbe numerosi discepoli e per le loro esigenze di studio fu autore molto prolifico di testi scolastici. Molte sue opere però non ci sono pervenute affatto: se ne sappiamo qualcosa, è solo grazie alle citazioni che troviamo in autori successivi.
In un volume edito da Rusconi nel 1995, Il numero e il divino, Francesco Romano raccolse, tra le opere pervenute, le seguenti:
La scienza matematica comune L’introduzione all’aritmetica di Nicomaco La teologia dell’aritmetica.
Le tre opere rivelano quanto l’arte d’insegnare la matematica sia arte antica, nata con la stessa matematica che etimologicamente è insegnamento, ma anche apprendimento. Un’arte cioè che si è posta come problema fin dagli albori della civiltà, facendo altresì compiere i primi passi al pensiero pedagogico.
Quale matematica insegnare e perché insegnarla? Quali sono i vantaggi per la formazione dei giovani derivanti dall’insegnamento della matematica? Come