La manodopera che manca sull’IA. Un report di Confartigianato 

Le piccole imprese fanno fatica a trovare personale all’altezza delle sfide tecnologiche. Gli elettricisti specializzati in costruzioni sono in testa alla classifica dei lavoratori introvabili 

L’intelligenza artificiale è un’opportunità per gli artigiani e le Mpi ma non potrà mai sostituire l’intelligenza umana, l’inventiva e la creatività dell’imprenditore. È l’indicazione emersa alla Giornata della cultura artigiana, organizzata da Confartigianato il 19 marzo a Pesaro, che ha messo a confronto imprenditori, accademici, scienziati sulle prospettive dell’innovazione tecnologica e sugli effetti per la nostra economia.

Tutti d’accordo a considerare l’IA un “attrezzo” molto potente ma da “maneggiare” con la necessaria attenzione per adattarla alle esigenze delle aziende e del mercato del lavoro. Si tratta di dare vita ad una sorta di nuovo Rinascimento in cui le capacità innovative si intrecciano con quelle umanistiche. E proprio sulle competenze necessarie per gestire l’innovazione si è concentrata Confartigianato che ha presentato i dati di un rapporto dal quale emerge la difficoltà delle piccole imprese a trovare personale all’altezza delle sfide tecnologiche. Su 449 mila lavoratori con elevate e-skills 4.0 richiesti dalle aziende nel 2023, ne mancano all’appello 246 mila, pari al 54,9 per cento. In generale, la scarsità di personale qualificato è indicato come il problema più grave dal 58,1 per cento delle Pmi del nostro paese, a fronte del 54,1 per cento della media delle Pmi dell’Ue. Per le aziende italiane la difficoltà a trovare lavoratori con adeguate competenze viene indicata come addirittura di gran lunga più grave rispetto ai problemi della burocrazia, dell’accesso al credito, della concorrenza sleale.

Secondo il rapporto di Confartigianato, per quanto riguarda la difficoltà a reperire manodopera esperta di intelligenza artificiale, la situazione peggiore si registra in Trentino Alto Adige dove è introvabile il 67,2 per cento dei lavoratori con elevata richiesta di competenze digitali avanzate 4.0 necessari alle Pmi (9.330 su 13.890). Seguono a breve distanza il Friuli Venezia Giulia, dove manca il 65,2 per cento di personale pronto ad affrontare l’IA (4.800 su 7.360) e l’Umbria con una quota del 63,8 per cento (2.980 su 4.670). A soffrire la carenza di personale con e-skill sono anche il Veneto con 20.270 ‘introvabili’ su 34.590, pari al 58,6 per cento, l’Emilia Romagna (17.910 su 30.810, pari al 58,1 per cento) la Lombardia (46.930 su 81.020, pari al 57,9 per cento) e il Piemonte e la Valle d’Aosta (16.720 su 28.910, pari al 57,8 per cento).

In testa alla classifica dei lavoratori introvabili tra quelli capaci di gestire tecnologie relative a big data analytics, internet of things e robot vi sono gli elettricisti specializzati in costruzioni: lo scorso anno sono risultati difficili da reperire 11.900 su un fabbisogno delle imprese pari a 17.540. Difficile reperire anche 8.590 tecnici programmatori su un totale di 11.730. Arriva addirittura all’84 per cento la quota di ‘introvabili’ nell’automotive: su 6.760 meccanici e autoriparatori è stato difficile trovarne 5.680. Stessa percentuale di difficoltà di reperimento per gli addetti ai macchinari utensili, pari a 6.350 lavoratori su 7.560. Di fronte a questa situazione, il 66 per cento degli imprenditori si sta impegnando con interventi per attrarre o trattenere il personale qualificato. In particolare, puntano a intensificare collaborazione con le scuole, soprattutto quelle ad indirizzo tecnico e professionale. Ed è proprio su questo aspetto che insiste il Presidente di Confartigianato Marco Granelli: “La carenza di personale qualificato nell’IA – sottolinea – è un’emergenza da affrontare subito con un’adeguata politica formativa. Altrimenti rischiamo di subire soltanto i rischi dell’impatto dell’intelligenza artificiale sul mercato del lavoro, senza riuscire a coglierne le opportunità di nuova occupazione offerta dalle aziende. Ne va anche della competitività dei piccoli imprenditori, impegnati ad utilizzare l’IA con l’intelligenza artigiana per potenziare la qualità made in Italy delle loro produzioni”.

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