Scopri i cibi sorprendenti da mangiare crudi: l’aglio e la patata dolce cambieranno i tuoi pasti!

Ti sei mai chiesto se alcuni cibi potrebbero rivelare tutti i loro superpoteri solo se mangiati crudi? Un consiglio per un sistema immunitario da supereroe e per mantenere quella sensazione di sazietà che ci aiuta a non fare incursioni notturne nel frigo. Preparati a scoprire i cibi che potrebbero fare la differenza!

Hai mai pensato che cuocere le verdure potrebbe essere il modo migliore per sfruttare i loro benefici? Bene, tieniti forte! Secondo gli esperti del benessere alimentare di Prepped Pots, potenziato da MuscleFood, ci sono almeno cinque verdure che danno il meglio di sé al naturale. Non parliamo di un nuovo trend da influencer, ma di consigli basati su ricerche nel campo della nutrizione. Ma attenzione, questi sono solo consigli. Come in ogni gossip che si rispetti, controlla sempre le fonti!

Verdure Crude: Un Tesoro di Benessere

Ma perché dovremmo consumare queste verdure crude? Secondo Ashleigh Tosh, esperto di nutrizione di Prepped Pots, alcune verdure sono effettivamente migliori se consumate crude perché la cottura può degradare molti dei loro composti benefici. L’aglio ad esempio, è ricco di allicina, un vero toccasana per il nostro sistema immunitario. Ma attenzione, cuocendolo potremmo perdere gran parte di questa preziosa sostanza. Ecco perché un po’ di aglio crudo ogni tanto potrebbe fare la differenza!

Sì, cuocere le verdure non è un crimine, ma perché non provare ad aggiungere un tocco di croccantezza e freschezza ai nostri piatti con un mix di verdure sia crude che cotte? Potresti scoprire nuovi sapori e, perché no, nuovi pettegolezzi da condividere con gli amici mentre gustate dei peperoni affettati con un po’ di hummus o delle cimette di broccoli immersi in una deliziosa salsa ranch. Ricorda, si dice che le verdure crude siano anche più ricche di fibre e acqua, quindi perfette per sentirsi sazi più a lungo!

La Top 5 delle Verdure da Consumare Crude

E ora, signore e signori, il momento clou: ecco a voi le cinque verdure che dovreste provare crude per un’esperienza gustativa e salutare tutta nuova! Peperoni colorati e croccanti, ricchi di vitamina C, broccoli fibrosi e vitaminici, aglio pieno di allicina, cipolle che fanno la guerra al colesterolo cattivo e zuccheri nel sangue, e dulcis in fundo, le dolci patate, una fonte inaspettata di vitamine A e C, fibre e potassio. Ricorda, questi sono solo suggerimenti, come in ogni buon pettegolezzo, prendili con le pinze e non dimenticare di verificare le fonti!

Immagina di iniziare la giornata con un pizzico di aglio sulle uova o di aggiungere un tocco di cipolla cruda al tuo avocado schiacciato. O perché non grattugiare un po’ di dolce patata nella tua insalata preferita? Le possibilità sono infinite e il tuo palato (e il tuo corpo) ti ringrazieranno. E se vuoi rimanere sempre aggiornato sulle ultime novità dal mondo del lifestyle, non dimenticare di iscriverti alla nostra newsletter. Non perdere l’occasione di sperimentare i benefici di una dieta più ricca di cibi crudi!

“Si dice che siamo ciò che mangiamo, e mai come oggi questa affermazione risulta essere una verità imprescindibile”, sosteneva il celebre gastronomo francese Anthelme Brillat-Savarin. La tendenza a consumare cibi crudi, in particolare le verdure, si inserisce in questo contesto come una scelta non solo alimentare, ma di vita. L’esperta di nutrizione Ashleigh Tosh ci ricorda come alcuni ortaggi mantengano intatte, se non addirittura esaltino, le loro proprietà benefiche quando non subiscono il processo di cottura. La freschezza di un peperone croccante, la fibra di un broccolo intatto, l’allicina di uno spicchio d’aglio: questi non sono solo ingredienti di una dieta, ma alleati della nostra salute. In un mondo in cui la ricerca del benessere fisico si intreccia sempre più con la consapevolezza ambientale e la sostenibilità, riscoprire il valore del cibo nella sua essenza più pura diventa un atto rivoluzionario. Mangiare crudo, quindi, non è solo una moda, ma una scelta consapevole che ci connette con la natura e con il nostro benessere più profondo.

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Un Supereroe che salva l’Arte e la Natura

In una lezione di educazione alla cittadinanza abbiamo cercato di capire insieme cosa sono i Beni Culturali e Ambientali, perchè dobbiamo proteggerli e da cosa dobbiamo proteggerli. Dopodichè abbiamo lavorato sulla rappresentazione del corpo umano disegnando un manichino con le giuste proporzioni e abbiamo utilizzato il nostro manichino per inventarci una figura leggendaria con dei poteri, un Super Eroe con un nome e delle speciali abilità, la cui missione fosse quella di salvare l’Arte, la Cultura o l’Ambiente del nostro pianeta.

Prima abbiamo disegnato un manichino sulla base di uno schema (la testa è un’ottavo dell’altezza totale e rappresenta il modulo per le proporzioni delle altre parti del corpo) poi abbiamo ricalcato una figura dal nostro manichino e abbiamo disegnato un personaggio sopra la sagoma. Il personaggio è stato colorato con matite o pennarelli, e vicino al nostro supereroe abbiamo scritto il nome e i suoi super poteri!

Puoi trovare la griglia e la guida per disegnare la figura qui sotto, i fogli di lavoro comprendono anche il modello per costruire un manichino snodabile con dei fermacampioni (link pubblicitario) per altre attività sul corpo umano che puoi trovare QUI.

Ecco i super personaggi che abbiamo ideato per salvare l’Arte e la Natura!

Meglio il cibo cotto o crudo?

Sushi o frittura di mare? Una tartàre ben condita o una bistecca alla fiorentina? Le mode culinarie offrono pane per i denti sia degli amanti del crudo a tutti i costi, sia di chi cuocerebbe a fuoco vivo qualsiasi cibo. Ma viene da chiedersi: che cosa è meglio per l’organismo? Mangiare tutto crudo, perché l’uomo primitivo dalla salute di ferro faceva così (o almeno, così favoleggiano i fautori del crudismo), oppure sfruttare il cucinare a oltranza, per rendere più digeribili tanti alimenti? La scienza aiuta a dare qualche risposta.

In teoria, l’uomo può mangiare cibi crudi (tranne i funghi)

Sul piano teorico «l’essere umano può mangiare qualsiasi cibo senza che debba essere per forza cotto, perché l’organismo è attrezzato per farlo», specifica Enzo Spisni, direttore del Laboratorio di fisiologia traslazionale e nutrizione dell’Università di Bologna. «Perfino i legumi, che sono al limite della commestibilità, possono essere mangiati crudi e lo stesso vale per tuberi come le patate: in queste solanacee ci sono sostanze tossiche che la cottura neutralizza, ma se mangiassimo pezzetti piccoli di una patata non germogliata non correremmo grossi rischi. L’unico cibo in cui il consumo a crudo alza parecchio l’asticella del pericolo sono i funghi: infatti perfino i porcini contengono piccole quantità di molecole tossiche, che la cottura di solito rende innocue». Posto che con i funghi non si scherza, con il resto degli alimenti non ci sono impedimenti e potremmo fare a meno della cottura.

Inventando la cottura dei cibi, l’uomo primitivo si è evoluto prima e meglio

La capacità di controllare il fuoco però è stata decisiva nella storia dell’uomo, e non per caso: il fuoco è stato usato per cucinare per la prima volta circa 780.000 anni fa, come ha documentato di recente Irit Zohar dell’Università di Tel Aviv (Israele), trovando denti di pesce carbonizzati in falò primitivi di un sito archeologico in Giordania. La scoperta del fuoco ha coinciso con uno dei momenti più importanti nell’evoluzione umana. Fino a poco tempo fa si pensava che i primi pasti cotti risalissero a circa 170.000 anni fa; la ricerca di Zohar invece ha datato la nascita della cucina a ridosso del periodo in cui l’uomo è diventato più alto, grosso e soprattutto ha sviluppato un cervello più grande, avviando la trasformazione da Homo erectus a Homo sapiens.

Poter cucinare la carne, il pesce e i vegetali infatti li ha resi più digeribili e sicuri, migliorando l’efficienza dei pasti, fornendo più calorie con minor sforzo digestivo e metabolico e consentendo così all’umanità di sviluppare al meglio fisico e cervello.

È la teoria dell’antropologo e primatologo inglese Richard Wrangham, che nel suo libro L’intelligenza del fuoco. L’invenzione della cottura e l’evoluzione dell’uomo (Bollati Boringhieri) indica proprio nella capacità di cuocere il cibo l’elemento che ci ha cambiato più profondamente rispetto agli altri animali. Potendo passare meno tempo a masticare e digerire alimenti crudi, abbiamo potuto sviluppare fisico e cervello ma anche dedicarci ad altro, evolvendo il pensiero e lo stile di vita.

Cuocere le verdure: i pro e i contro

Ma oggi che si può scegliere fra cibo cotto e crudo senza che ci siano ripercussioni sulla taglia del cervello, che cosa dovrebbe guidarci nella scelta? A livello dei nutrienti qualcosa cambia, come spiega Spisni: «Con la cottura, per esempio, la fibra dei vegetali si concentra molto: pensiamo a quanto rimpiccioliscono cavoli e spinaci quando li cuciniamo rispetto a quando sono crudi. Cuocere le verdure, quindi, ci aiuta a introdurre la giusta quantità di fibre, che spesso nelle nostre diete scarseggiano, senza dover mangiare un campo di spinaci per riuscirci.

Anche il contenuto di vitamine è differente nei vegetali cotti e crudi perché alcune, soprattutto quelle del gruppo B come le vitamina B1 e B5, sono sensibili alla temperatura e molte, per esempio le vitamina C, E, K B12 e i carotenoidi, lo sono all’ossidazione: temperatura e ossidazione aumentano con la cottura, perciò il contenuto di queste vitamine si riduce nelle verdure cotte. L’altro problema è il dilavamento, ovvero il fenomeno per cui nutrienti come vitamine e minerali (stabili alle alte temperature) si disperdono nell’acqua di cottura. Vi si può però ovviare cuocendo i cibi al vapore».

Le vitamine delle carote e dei peperoni

Tutto ciò non significa che mangiare i vegetali crudi sia una scelta obbligata: uno studio dell’Istituto di scienze nutrizionali dell’università tedesca di Giessen, per esempio, ha dimostrato che nei crudisti i livelli di vitamina A e di beta-carotene sono analoghi a quelli di chi mangia anche vegetali cotti, ma sono più scarse le quantità dell’antiossidante licopene, un pigmento rosso abbondante in prodotti come pomodori e peperoni. La cottura dei pomodori, spezzando le pareti delle cellule vegetali, lo renderebbe infatti più disponibile. Qualcosa di simile accadrebbe con il beta-carotene nelle carote cotte (dove però pare ridursi il contenuto di polifenoli). I pomodori e i peperoni, per giunta, sono solanacee come le melanzane e le patate, e contengono perciò molecole tossiche che si inattivano con la cottura.

Fanno meglio i pomodori crudi o cotti?

Dobbiamo quindi abbandonare definitivamente l’insalata di pomodori a favore della salsa? «No, non occorre farsene un cruccio, basta alternare pomodoro cotto e crudo», risponde Spisni. «Esistono diete che consigliano di evitare le solanacee, ma con la moderazione e l’alternanza dei metodi di consumo non danno problemi; alcune poi, come melanzane e patate, è difficile che vengano mangiate crude». L’emblema del fatto che con i vegetali non bisogna vedere la questione in maniera troppo rigida sono forse i broccoli, che da crudi hanno livelli più elevati di sulforafano, una molecola che blocca la proliferazione tumorale, ma da cotti si arricchiscono di indolo, un composto che riesce a uccidere le cellule precancerose. Alla fine insomma quel che conta è mangiare frutta e verdura in abbondanza, scegliendo di cuocerle o meno a seconda di come ci piacciono di più perché così sarà più probabile consumarne quantità maggiori.

Intossicazioni alimentari: quali cibi rischiano di essere contaminati?

La faccenda si complica semmai tenendo conto del rischio di intossicazioni alimentari connesso ai cibi crudi, soprattutto carne, pesce e altri prodotti animali come latte e uova. In questi casi la probabilità che siano contaminati da batteri o germi patogeni non è così remota. Una recente ricerca di Hyejeong Lee, del Dipartimento di biotecnologia e scienze alimentari della Università Norvegese di Scienza e Tecnologia, ha dimostrato che nel pesce crudo o affumicato, oltre al batterio Listeria monocytogenes (che può contaminare il sushi), si trovano parecchi ceppi di batteri Aeromonas, anch’essi patogeni. Non solo, alcune specie di Aeromonas sono particolarmente efficienti nel trasmettere ad altri batteri la resistenza agli antibiotici. Perciò l’abitudine a mangiare pesce crudo, oltre a esporre a qualche poco piacevole sintomo gastrointestinale, potrebbe contribuire a diffondere batteri resistenti alle terapie. Non va meglio con la carne: uno studio dell’Istituto Federale per la Valutazione dei Rischi tedesco ha richiamato l’attenzione su fondute e bourguignonne, perché la carne in genere viene maneggiata cruda dai commensali, prima della cottura in olio. Gli autori raccomandano di assicurarsi che la carne raggiunga in ogni suo punto i 70 °C per almeno due minuti, per essere certi di eliminare i batteri del genere Campylobacter, che possono contaminarla.

Attenzione a sushi e tartare. Ma anche a uova e latte “genuini”

Dobbiamo allora dire addio a sushi e tartare? «Se il pesce e la carne sono stati ben conservati, abbattuti, macellati e si può avere la certezza che non siano contaminati, il consumo da crudi non è un problema», spiega Spisni.

«Anzi, il pesce crudo per esempio è una delle poche fonti alimentari di vitamina D ed è ricco di acidi grassi a lunga catena che sono molto sensibili alla temperatura elevata raggiunta in cottura. Tuttavia, non è facile assicurarsi che non ci sia alcun rischio microbiologico, e lo stesso vale per le uova: quelle del supermercato possono essere considerate un po’ più sicure perché più controllate rispetto a quelle di un pollaio casalingo, che è meglio mangiare cotte perché il guscio può ospitare batteri fecali in quantità. Il latte non pastorizzato poi è un vero “brodo di coltura” per batteri: non può essere sterile e occorre sperare che i germi presenti non siano patogeni o siano troppo pochi per dare problemi.

Chi ama il crudo a oltranza deve essere consapevole di esporsi a potenziali rischi, peraltro in cambio di vantaggi per la salute che non sono mai stati dimostrati: la probabilità di malattie metaboliche, cardiovascolari o di tumori non viene intaccata se si sceglie un’alimentazione crudista, senza contare che questi regimi spesso sono del tutto sbilanciati», conclude l’esperto.

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11 cibi velenosi… che mangiamo abitualmente

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