Come funzionano le super batterie per le energie rinnovabili

La transizione energetica, che sostituirà la generazione di elettricità basata sui combustibili fossili con le rinnovabili, ridurrà drasticamente le emissioni di anidride carbonica. Ma il suo successo non dipenderà solo da quanti impianti fotovoltaici o eolici verranno realizzati nel mondo. La generazione di energia dal Sole è possibile solo di giorno, mentre il vento è per sua natura intermittente. Si tratta, insomma, di due fonti energetiche che non sono sempre disponibili nel momento in cui c’è domanda di energia da parte degli utenti della rete. Ecco perché, nello sviluppo delle rinnovabili, un ruolo chiave sarà ricoperto dai “sistemi di accumulo”.

Serbatoi di elettricità. Di che cosa si tratta? In sostanza di sistemi per l’accumulo di energia, come quella prodotta da fonti rinnovabili, che successivamente può essere immessa nella rete quando serve di più, nei momenti di picco dei consumi. Sono diverse le tecnologie che possono assolvere a questo compito, ma quelle al momento più efficienti e mature per l’utilizzo su vasta scala sono i Bess, acronimo di Battery Energy Storage Systems, cioè sistemi di accumulo di energia a batteria.

Tutti i Paesi impegnati nel percorso della transizione energetica stanno puntando sulla diffusione dei sistemi Bess, Italia compresa. Sono impianti indispensabili per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione, riducendo le emissioni che alterano il clima causate dalla produzione termoelettrica. Permettono infatti di utilizzare in maniera più costante e continua l’energia prodotta dalle rinnovabili, garantendo stabilità, flessibilità e resilienza del sistema elettrico.

Il piano europeo Fit for 55 fissa al 2030 l’obiettivo di ridurre del 55% le emissioni di gas serra, rispetto ai livelli del 1990. Secondo le stime ufficiali, per l’Italia questo renderà necessario lo sviluppo di impianti di accumulo per una capacità complessiva di 95 GWh. I primi cantieri sono già stati avviati tra aprile e giugno del 2023 in tutto il territorio nazionale, a seguito dell’ultima asta del Capacity Market 2024 indetta da Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione elettrica nazionale.

I sistemi di accumulo Bess dell’impianto di Lily, in Texas, arrivano a conservare fino a 75 MWh di energia.

I sistemi di accumulo Bess dell’impianto di Lily, in Texas, arrivano a conservare fino a 75 MWh di energia.
© Enel Green Power

Progetti da Nord a Sud. Le regioni italiane attualmente interessate dallo sviluppo dei Bess sono Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Umbria, Toscana e Sardegna. In questi territori Enel Green Power, società del gruppo Enel impegnata nello sviluppo e gestione di impianti rinnovabili, già nel febbraio 2021 si è aggiudicata, proprio con l’asta Capacity Market 2024, i diritti per realizzare sistemi Bess per più di 1.600 MW, che saranno completati e operativi entro il 2024.

In particolare, circa la metà degli impianti sarà localizzata in Sardegna, cui è stata assegnata una capacità di accumulo in grado di garantire, con fonti rinnovabili, la gestione in sicurezza della rete elettrica anche dopo la dismissione degli impianti termoelettrici e con l’entrata in servizio del Tyrrhenian Link, il nuovo cavo elettrico sottomarino che la collegherà alla Sicilia e alla penisola italiana.

«I Bess che stiamo realizzando», spiegano gli esperti di Enel Green Power, «sono in gran parte collocati nei siti di impianti termoelettrici già dismessi o in procinto di esserlo, e sono quindi un esempio di riuso “circolare” delle infrastrutture e dei terreni già occupati da attività di produzione di energia elettrica».

Nel video sotto, il progetto Bess La Casella a Castel San Giovanni (Pc). Grazie all’innovativo sistema di accumulo a batterie sviluppato in questo sito e alla sua capacità installata di 70 MW è possibile immagazzinare una grande quantità di energia elettrica da distribuire a tutto il territorio garantendo alti standard di sicurezza.
(L’articolo prosegue sotto il video)

Semplici ma complessi. Ma come sono fatti i sistemi di accumulo Bess? Alcune soluzioni, esternamente, si presentano come semplici container, collocati su basamenti di cemento e all’interno dei quali trovano posto armadiature (rack), che contengono i moduli (box), in cui sono a loro volta alloggiate le batterie vere e proprie (celle), vedi infografica sotto. Completano l’installazione i cablaggi che collegano le varie unità, i sistemi di raffreddamento e antincendio, le interfacce per i sistemi di controllo e gli inverter, che trasformano la corrente elettrica continua in uscita dalle batterie in corrente alternata, con le giuste caratteristiche di intensità, tensione e frequenza per l’immissione nella rete.

Ma perché i Bess si integrano così bene con gli impianti solari ed eolici? «In funzione delle necessità del sistema elettrico», spiegano i tecnici di Enel Green Power, «possono essere dimensionati sia per accumulare energia “a breve termine”, resa poi disponibile per controllare la frequenza di rete e per coprire i picchi di domanda, sia per un utilizzo di più lunga durata, accumulando l’energia prodotta in eccesso dalle rinnovabili durante il giorno per restituirla di notte. A differenza degli impianti termoelettrici tradizionali, poi, sono in grado di attivarsi istantaneamente ai comandi degli operatori e del gestore di rete, variando altrettanto rapidamente, quando necessario il proprio profilo di produzione».

La modularità e la flessibilità di utilizzo li rendono quindi perfettamente complementari al fabbisogno di un sistema elettrico in transizione: quando la quota di energia rinnovabile nel sistema è bassa vengono utilizzati per bilanciare istanta­neamente immissioni e prelievi di energia dalla rete, e garantire una riserva per la domanda di picco. Quando invece la produzione rinnovabile eccede il consumo, possono accumulare l’energia in eccesso, che altrimenti verrebbe sprecata, per restituirla al sistema quando le rinnovabili non producono (di notte o quando non soffia il vento).


Viaggio al centro di una batteria Bess.
© Enel Green Power

Una tecnologia matura. Sebbene siano disponibili anche altre tecnologie per realizzare sistemi di accumulo su scala industriale, come i sistemi a piombo-acido, sodio-zolfo, nichel-cadmio e altri ancora, la tecnologia più matura e più diffusa a livello industriale è quella agli ioni di litio, oggi già dominante nel mercato dei piccoli dispositivi domestici o delle auto elettriche.

Nel caso dei Bess parliamo però di applicazioni completamente diverse, in cui l’affidabilità, la scalabilità e le prestazioni istantanee, oltre che le dimensioni (potenza e capacità erogabili), sono al centro della progettazione e dell’ingegnerizzazione. Tutto questo per assicurare a questi sistemi di accumulo prestazioni eccezionali: capacità di stoccaggio maggiore, vita d’esercizio più lunga ed efficienza prolungata nel tempo, anche dopo un gran numero di cicli di carica e scarica.

La tecnologia delle batterie agli ioni di litio, del resto, è ad oggi la più conveniente, con costi di produzione che si sono ridotti di molto negli ultimi anni, grazie anche alla relativa abbondanza di questo elemento in tutto il Pianeta, e al fatto che per realizzarle non occorrono le meno accessibili terre rare, un gruppo di elementi chimici che, anche se utilizzati altrove nell’industria elettrica, non sono necessari per la realizzazione dei Bess. Ce lo confermano gli esperti di Enel Green Power. «In realtà litio e terre rare», spiegano, «non hanno tra loro nulla a che vedere: innanzitutto perché il primo è largamente disponibile in concentrazioni adeguate, al contrario delle seconde. E soprattutto perché le terre rare, a differenza del litio, non sono utilizzate nei Bess».

Il litio, materiale strategico. Quel che è sicuro è che all’Europa servirà molto litio nel prossimo futuro: secondo le stime della società di analisi Benchmark Mineral Intelligence, il fabbisogno di questo materiale per la produzione di batterie crescerà del 300% da oggi al 2030.

Considerando che nel nostro continente si produce meno dell’1% del litio globale, ecco perché la Commissione Europea sta promuovendo l’apertura di nuove miniere, con ben 28 progetti in fase di valutazione, sempre secondo Benchmark Mineral Intelligence, e attivando accordi commerciali con fornitori come Cile, Cina, Australia e altri Paesi africani e dell’America Latina.

Soluzione ecosostenibile. I Bess, poi, hanno molto da dire anche dal punto di vista ambientale e della sostenibilità. Innanzitutto, perché possono favorire la diffusione delle fonti rinnovabili, con un’occupazione di suolo minima: tutti i Bess richiesti per raggiungere i 95 Gigawattora di capacità necessari all’Italia non richiederanno infatti più di 400 ettari, equivalenti a poco più di tre volte l’estensione del parco della Reggia di Caserta.

Inoltre, queste batterie già oggi sono in gran parte riciclabili, e lo saranno ancora di più in futuro, ci assicurano gli esperti di Enel Green Power, grazie all’intenso lavoro di ricerca condotto in tutto il mondo sulle tecnologie e sui materiali utilizzati. «È quindi chiaro che», aggiungono, «i Bess, insieme alle fonti rinnovabili, già oggi la tecnologia di generazione più sostenibile ed economica, potranno garantire una produzione affidabile e continua di energia verde, stabilizzando e mantenendo sicura la nostra rete elettrica grazie alla loro rapidità di intervento e capillarità sul territorio».

Continua la lettura su: https://www.focus.it/tecnologia/innovazione/come-funzionano-le-super-batterie-per-le-energie-rinnovabili Autore del post: Focus Rivista Fonte: http://www.focus.it

Articoli Correlati

Schede di Storia classe terza: i Fossili

La storia della Terra è raccontata attraverso le tracce lasciate dalle creature e dalle piante che la abitarono milioni di anni fa. I fossili sono queste tracce, conservate nelle rocce come testimonianze della vita preistorica. Per gli studenti della scuola primaria, e in particolare per quelli della terza classe, esplorare il mondo dei fossili può essere un’esperienza affascinante e educativa. Le schede didattiche sui fossili sono strumenti preziosi che permettono ai bambini di comprendere meglio come si formano i fossili, il loro significato scientifico e come i paleontologi li utilizzano per ricostruire il passato.
Le schede di storia sui fossili combinano informazioni dettagliate con attività pratiche e interattive, rendendo l’apprendimento coinvolgente e stimolante. Queste schede non solo aiutano gli studenti a sviluppare un interesse per la scienza e la storia naturale, ma anche a migliorare le loro capacità di pensiero critico e di ricerca.
A fine articolo potrete scaricare gratuitamente in formato PDF le “Schede di Storia classe terza: i Fossili, Per la Scuola Primaria“.
Indice

Cosa sono i Fossili?
Definizione di Fossile
Un fossile è qualsiasi traccia o resti di un organismo vissuto nel passato geologico, conservato nelle rocce. Questi possono includere ossa, denti, conchiglie, impronte, e persino tracce di attività come le tane.
Come si Formano i Fossili
La formazione dei fossili è un processo lungo e complesso. Quando un organismo muore, i suoi resti possono essere rapidamente coperti da sedimenti come fango, sabbia o cenere vulcanica. Col tempo, questi sedimenti si solidificano in roccia, e i resti organici vengono lentamente sostituiti da minerali, preservando la forma dell’organismo come un fossile.
Tipi di Fossili
Esistono vari tipi di fossili, tra cui:

Fossili di Corpo: Resti fisici di organismi, come ossa, denti e conchiglie.
Fossili di Tracce: Impronte, tane, e segni di attività lasciati da organismi.
Fossili di Resina: Organismi intrappolati nella resina degli alberi, come gli insetti nell’ambra.

Importanza dei Fossili
Ricostruzione della Storia della Terra
I fossili sono fondamentali per comprendere la storia della Terra. Essi forniscono prove delle forme di vita passate e dei cambiamenti ambientali avvenuti nel corso di milioni di anni.
Evoluzione delle Specie
Studiando i fossili, i paleontologi possono tracciare l’evoluzione delle specie, identificando le caratteristiche che sono cambiate nel tempo e come gli organismi si sono adattati ai loro ambienti.
Educazione e Divulgazione Scientifica
I fossili sono strumenti educativi potenti. Essi catturano l’immaginazione degli studenti e offrono un modo tangibile per esplorare concetti scientifici complessi, come l’evoluzione e la geologia.
Esempi Pratici di Schede Didattiche sui Fossili
Scheda 1: Cos’è un Fossile?
Contenuto:

Definizione di fossile.
Descrizione dei diversi tipi di fossili.
Illustrazioni di fossili comuni.

Attività:

Disegno da colorare di vari fossili.
Gioco di abbinamento: Associare i fossili ai loro nomi.

Scheda 2: Come si Formano i Fossili?
Contenuto:

Descrizione del processo di fossilizzazione.
Differenze tra fossilizzazione in ambra, sedimentaria e tracce.

Attività:

Simulazione di uno scavo: Utilizzare sabbia e piccoli oggetti per ricreare uno scavo paleontologico.
Quiz: “Quali condizioni sono necessarie per la formazione di un fossile?”

Scheda 3: Importanza dei Fossili
Contenuto:

Come i fossili aiutano a comprendere la storia della Terra.
Esempi di fossili importanti e le loro scoperte.

Attività:

Creazione di un libro illustrato sui fossili.
Discussione di gruppo: “Perché i fossili sono importanti per la scienza?”

Conclusione
Le schede di storia sui fossili per la classe terza sono strumenti didattici preziosi che possono rendere l’apprendimento della storia naturale e della paleontologia divertente e istruttivo. Utilizzando informazioni dettagliate e attività interattive, gli insegnanti possono aiutare i bambini a sviluppare un interesse duraturo per la scienza e la storia.

Potete scaricare e stampare gratuitamente in formato PDF le “Schede di Storia classe terza: i Fossili, Per la Scuola Primaria“, basta cliccare sul pulsante ‘Download‘:

Domande Frequenti su ‘Schede di Storia classe terza: i Fossili, Per la Scuola Primaria’

Cosa sono le Schede di Storia sui Fossili?
Le schede di storia sui fossili sono materiali didattici progettati per aiutare gli studenti della scuola primaria a comprendere cosa sono i fossili, come si formano e il loro ruolo nello studio della storia della Terra e della vita preistorica. Queste schede combinano informazioni scientifiche con attività pratiche e interattive.

Perché è importante studiare i Fossili nella Scuola Primaria?
Studiare i fossili è importante perché aiuta gli studenti a comprendere meglio la storia della Terra e l’evoluzione della vita. I fossili forniscono prove concrete delle forme di vita preistoriche e dei cambiamenti ambientali avvenuti nel corso di milioni di anni.

Quali informazioni sono incluse nelle Schede di Storia sui Fossili?
Le schede di storia includono informazioni su cosa sono i fossili, come si formano, i diversi tipi di fossili, e il loro significato scientifico. Sono presenti anche immagini e illustrazioni per aiutare la comprensione visiva.

Come posso utilizzare queste Schede di Storia in classe?
Le schede di storia possono essere utilizzate come parte delle lezioni di storia e scienze, per progetti di gruppo, attività di ricerca o come compiti a casa. Possono essere integrate in una lezione più ampia sulla preistoria o utilizzate singolarmente per approfondire specifici aspetti dello studio dei fossili.

Come posso rendere le Schede di Storia più coinvolgenti per gli studenti?
Per rendere le schede di storia più coinvolgenti, utilizza immagini vivide e illustrazioni colorate, includi attività pratiche e creative, e promuovi discussioni di gruppo. L’uso di risorse digitali, come video e giochi educativi online, può anche arricchire l’esperienza di apprendimento.

Quali benefici apportano le Schede di Storia sui Fossili agli studenti della Scuola Primaria?
Le schede di storia aiutano gli studenti a sviluppare il pensiero critico, migliorare le capacità di comprensione e ricerca, e stimolare l’interesse per la scienza e la storia. Inoltre, promuovono la creatività attraverso attività artistiche e progetti manuali, e facilitano l’apprendimento interdisciplinare collegando la storia con le scienze naturali.

Come posso valutare l’apprendimento degli studenti utilizzando le Schede di Storia?
L’apprendimento può essere valutato attraverso quiz e domande di comprensione, osservazione delle attività pratiche e artistiche, valutazione dei progetti di gruppo e presentazioni, e discussioni in classe. Feedback regolari e revisione dei compiti possono anche aiutare a monitorare il progresso degli studenti.

Posso adattare le Schede Didattiche per studenti con Bisogni Educativi Speciali?
Sì, le schede didattiche possono essere adattate per studenti con bisogni educativi speciali utilizzando materiali visivi e tattili, semplificando il linguaggio, offrendo supporti audio e video, e suddividendo le attività in passaggi più piccoli e gestibili. Assicurati di fornire istruzioni chiare e di offrire supporto individuale quando necessario.

Clicca per votare questo articolo!Maestra di Sostegno – Scuola Primaria

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000