Come funziona la centrale idroelettrica di Bargi
Il 9 aprile 2024 nella centrale idroelettrica di Enel Green Power a Bargi, in provincia di Bologna, è avvenuto un incidente il cui bilancio, al momento (10 aprile 2024, ndr) è di 3 morti e 4 dispersi. Oltre allo sgomento causato dalla perdita di vite umane, l’evento ha suscitato in molti anche una certa curiosità su come operino questo tipo di impianti, su quale sia, in particolare, la funzione di quello coinvolto nell’incidente ecc. e altri interrogativi. Proviamo a trovare le risposte.
Perché “energia idroelettrica” uguale “energia pulita”?
L’idroelettrico si basa sulla trasformazione dell’energia posseduta dall’acqua (in movimento, ma anche ferma) in energia elettrica. Per questo viene dunque considerata una forma di energia pulita (perché non vengono bruciati combustibili e dunque non vengono emessi gas serra) e rinnovabile (perché l’acqua di fiumi e laghi, necessaria per il suo “funzionamento”, è una fonte tutto sommato inesauribile). Eppure non manca qualche detrattore che fa notare come anche gli impianti idroelettrici possano avere qualche effetto collaterale (per esempio sugli ecosistemi delle zone circostanti).
Come funziona una centrale idroelettrica? Quanti tipi ci sono?
Esistono tre “famiglie” di centrali idroelettriche: centrali ad acqua fluente, centrali a bacino e centrali ad accumulazione. Le centrali ad acqua fluente sfruttano il flusso naturale di un fiume, che dopo aver messo in movimento le turbine (e i generatori di corrente ad esse collegate), viene reimmessa nel flusso naturale. Nelle centrali a bacino l’acqua di uno o più fiumi si accumula in un bacino, naturale o artificiale (formato da una diga), dopodiché viene fatta cadere e per muovere le turbine ed essere reimmessa nel fiume. Le centrali ad accumulazione o di pompaggio prevedono due bacini a quote differenti: ciò consente di far risalire l’acqua dal bacino più basso a quello più alto quando se ne presenta la necessità (vedi sotto).
Cos’ha di particolare la centrale idroelettrica di Bargi?
La centrale elettrica di Bargi è una di quelle che, oltre alla generazione di energia elettrica, può provvedere al “pompaggio”: in caso di necessità può cioè trasferire l’acqua dal bacino più basso (il lago di Suviana) a quello più alto (il Brasimone, che si trova 384 metri più su) al quale è collegato attraverso una condotta. In questo modo la “stessa acqua” che ha già generato energia può tornare disponibile per produrre nuovamente elettricità quando la richiesta è maggiore. Il pompaggio avviene ovviamente quando c’è meno richiesta di energia, in genere di notte, mentre durante di giorno l’impianto funziona in modalità “generatore“.
Un po’ di storia: quando è nata la centrale?
L’impianto di Bargi, che si trova sull’appennino bolognese ai confini con la Toscana, fu realizzato nel 1975. In realtà consiste nell’insieme di sei centrali che sfruttano due bacini artificiali: il lago di Suviana, alimentato da un torrente e formato da una diga alta 91,5 metri costruita nel 1932 dalle Ferrovie dello Stato (l’azienda da cui poi è nata l’attuale Trenitalia) per fornire energia alla linea ferroviaria Bologna-Firenze, e il lago Brasimone, alimentato da torrenti minori e le cui acque sono trattenute da una diga alta 40 metri costruita a inizio Novecento. L’incidente sarebbe avvenuto in prossimità di una turbina, all’ottavo piano interrato, a circa 40 metri di profondità.
Quanto è importante la centrale idroelettrica di Bargi?
Si tratta dell’impianto con la maggiore potenza unitaria dell’Emilia Romagna (330 MW). È collegato alla rete nazionale attraverso una stazione ad alta tensione che si trova a 700 metri dalla centrale stessa. L’impianto fa parte del piano di riaccensione della rete nazionale: in caso di black out è in grado di erogare la sua massima potenza entro 4 minuti.
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