A Pompei anche i muri parlano: i nuovi affreschi

Sotto una fitta coltre di ceneri e macerie vulcaniche, si nasconde ancora un terzo di Pompei, l’antica città distrutta dal Vesuvio nel 79 d. C. Non c’è dunque da stupirsi se durante gli scavi dell’Insula 10 della Regio IX , iniziati già nel 2023, è venuta alla luce una nuova immensa sala, in una domus romana (su via di Nola), destinata a feste e banchetti, dove gli abitanti di Pompei si riunivano al calar del sole. Nella stanza, interamente dipinta di nero, risaltano sulle pareti, numerosi affreschi che raccontano alcuni episodi della mitologia greca.

Luci soffuse. Gli studiosi ritengono che il salone affrescato, venisse usato per sontuosi banchetti serali: il colore scuro delle alte pareti (15 x 9 metri), infatti, probabilmente fu scelto per nascondere i depositi di fumo delle lucerne utilizzate, mentre il pavimento a mosaico bianco, composto da oltre un milione di tessere, creava un abbagliante contrasto.

Mitici affreschi. Il ciclo di affreschi rinvenuti nella sala nera, ospita alcuni degli episodi più famosi della mitologia greca. Per esempio quello di Cassandra, figlia di Priamo (re di Troia), che non si concede al dio Apollo, da cui aveva ricevuto in dono la facoltà della preveggenza, e per questo viene condannata a restare sempre inascoltata. O quello dell’incontro tra Paride, fratello di Cassandra, ed Elena, la “donna più bella del mondo”, un’unione “maledetta” destinata a scatenare la Guerra di Troia, raccontata anche nell’Iliade di Omero. I due personaggi sono riconoscibili per le scritte in greco che riportano i loro nomi (Paride è indicato con il suo altro nome “Alexandros“).

Soggetti classici. Si fa presto a dire stile pompeiano: oggi distinguiamo “quattro stili” nell’arte pompeiana, ma gli antichi non conoscevano questa classificazione. Si tratta di un’invenzione moderna messa a punto dell’archeologo tedesco August Mau, autore della Storia della pittura murale decorativa a Pompei (1882), in cui lo studioso ha tentato di classificare i diversi schemi decorativi che si trovano nella città romana.

Gli affreschi ritrovati nella sala nera fanno parte del III stile, quindi del I secolo d.C., che si distingue per la presenza di strutture architettoniche piatte, monocrome e quadretti a soggetto classico.

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Casa d’artista: laboratorio ispirato a Fabio Mauri

Questo laboratorio è stato ideato e realizzato dal prof. Claudio Cantelmi, insegnante di arte e immagine nella scuola media dell’Istituto Comprensivo Alberto Manzi di Roma. L’attività prende spunto dalle opere dell’artista Fabio Mauri e in particolare dalle opere ispirate alla Stanza di Van Gogh, realizzate con stampe a secco da osservare in luce radente.

opera di Fabio Mauri

opera di Fabio Mauri

Per creare le opere ispirate alla stanza di Van Gogh e alla tecnica ideata da Mauri, gli studenti hanno utilizzato:

Tre cartoni a una onda e un cartoncino (bianco) di spessore mm. 1 circa oppure una tavoletta di legno di dimensione A3 (cm. 29,7×42);Colla vinilica.Pennello.Forbici.Taglierino.Gesso.Tempera pronta colorata (del colore che si preferisce).Lettere, che posso essere ritagliate su un cartone delle scatole delle scarpe o trovarle già realizzate in legno) per comporre una parola o una breve frase.le stampe dei disegni allegati qua sotto

Per prima cosa stampare i disegni allegati (uno in formato A3 oppure due in formato A4) e ritagliare le sagome riportate della stanza di Van Gogh.

Incollare i quattro cartoncini, uno sull’altro, di formato A3 (tre di cartone ondulato e l’ultimo di cartoncino bianco) o utilizzare la tavoletta di legno. Poi incollare le sagome degli elementi che compongono la stanza di Van Gogh sulla base di cartone o di legno. Si possono disporre le sagome in ordine differente. Successivamente incollare le lettere liberamente ma facendo in modo che la parola o la breve frase sia leggibile.

Mescolate in un contenitore tre cucchiai colmi di gesso di bologna, mezzo bicchierino (da caffè) di acqua. due cucchiai di colla vinilica e tempera pronta del colore e del quantitativo che si desidera. Stendete il preparato con il pennello sulla base di cartone o di legno precedentemente preparata, se necessario date una seconda mano. Lasciate asciugare ed il lavoro è concluso

Qui di seguito la frase che Fabio Mauri scrisse per il frontespizio del portfolio Maison d’Artiste con le sue opere: “Queste impressioni vanno collocate ad angolo retto con una luce naturale. Appariranno alle ore 12 fino alle ore 16 in tempo d’estate. E dalle ore 11 alle ore 12 (legali) in tempo d’inverno. Registreranno le luci dell’alba e di un tramonto”.

Gli studenti possono anche personalizzare il lavoro scegliendo di fotografare la loro camera per ricalcare gli elementi principali, ricavarne delle sagome e procedere come proposto sopra. Ecco qui di seguito i lavori realizzati dai ragazzi del prof. Cantelmi:

A Pompei scoperto un sacrario con pareti azzurre

Nuove meraviglie scoperte nell’antica città di Pompei: questa volta è tornato alla luce un sacrario con pareti a fondo azzurro, attribuibili al IV Stile e decorate con figure femminili rappresentanti le stagioni, nonché due allegorie, rispettivamente dell’agricoltura e della pastorizia.

Sull’e-Journal degli Scavi di Pompei è stato pubblicato un approfondimento sul nuovo ambiente scavato nell’area centrale della Regio IX interpretabile come un sacrarium, ovvero uno spazio dedicato ad attività rituali e alla conservazione di oggetti sacri. L’ambiente è stato mostrato in anteprima nello ‘Speciale Meraviglie’ della Rai del 27 maggio, curato e condotto da Alberto Angela.
Su sfondo blu chiaro, le pareti mostrano figure femminili che affiancano le nicchie presenti al centro, e che raffigurano, in quelle laterali le quattro stagioni, le Horae, mentre in quelle sulla parete centrale allegorie dell’agricoltura e della pastorizia, come indicano gli attributi dell’aratro e del pedum, un corto bastone usato da pastori e cacciatori. Il colore azzurro qui ritrovato era raramente testimoniato negli affreschi pompeiani e in genere era presente in ambienti di grande impegno decorativo.Già parzialmente esplorato in epoca borbonica, lo scavo ha restituito oggetti appartenenti all’arredo della casa, temporaneamente depositati in occasione dei lavori edilizi estesi a tutto il complesso. Nell’ambiente sono state ritrovate quindici anfore da trasporto e un corredo in bronzo composto da due brocche e due lucerne. Presenti anche accumuli di materiali edilizi, pronti per essere impiegati nelle ristrutturazioni. Sulla soglia d’ingresso è stato rinvenuto un mucchio di gusci di ostriche già consumate che, probabilmente, una volta tritati venivano aggiunti agli impasti per gli intonaci e le malte.La stanza, che misura circa 8 mq, è emersa tra le strutture poste nella porzione meridionale dell’isolato, pertinenti ad un quartiere secondario di una grande domus, che ha finora restituito un quartiere termale ancora in corso di scavo e un grande salone nero affrescato affacciato su un cortile, con scala di accesso al primo piano del complesso.L’attività di scavo che sta interessando l’insula 10 della Regio IX è parte di un più ampio progetto di messa in sicurezza del fronte perimetrale tra l’area scavata e non, e di miglioramento dell’assetto idrogeologico, finalizzato a rendere la tutela del vasto patrimonio pompeiano (più di 13mila ambienti in 1.070 unità abitative, oltre agli spazi pubblici e sacri) più efficace e sostenibile.

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