Le microplastiche portate da fiumi e piogge contaminano anche i siti archeologici
Sono arrivate dappertutto, contaminando anche il passato. La diffusione delle microplastiche infatti non risparmia neanche i siti archeologi, sollevando qualche preoccupazione tra gli addetti ai lavori. Le microplastiche potrebbero dunque complicare il lavoro degli archeologi e mettere a rischio la loro conservazione. Ad accendere i fari su un lato finora ancora abbastanza inesplorato dei possibili rischi correlati alle microplastiche, è uno studio apparso nei giorni scorsi sulle pagine di Science of The Total Environment. Qui, alcuni ricercatori del Regno Unito presentano le loro analisi su campioni prelevati o conservati da anni da siti storici dell’antica città di York, risalenti fino al primo-secondo secolo e situati in due diverse aree, uno presso Wellington Row e l’altro presso il Queen’s Hotel. Entrambi i siti, spiegano gli autori, contengono sedimenti che coprono diversi periodi della storia di York: dai suoi albori, all’epoca romana, a quelli più recenti, passando per l’epoca vichinga. I ricercatori
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