Malan (FdI) approfitta del malore al calciatore N’Dicka per fare campagna contro i vaccini
“Questi episodi sono troppo frequenti e va fatta chiarezza sulle dimensioni numeriche e sulle cause”. Il capogruppo meloniano in Senato ha cavalcato subito l’ipotesi del malore cardiaco, insinuando dubbi sui vaccini e interpretazioni smentite da studi e ricerche. Non è la prima volta
Prosegue sui social la campagna di terrore contro i vaccini Covid portata avanti da Lucio Malan, capogruppo di Fratelli d’Italia al Senato. Ultimo episodio in ordine di tempo riguarda il malore accusato ieri dal giocatore della Roma, Evan N’Dicka, nel corso della partita contro l’Udinese. Mostrando una totale mancanza di rispetto per l’atleta e le persone a lui vicine, senza attendere riscontri certi dai medici su quanto accaduto, Malan ha da subito cavalcato l’ipotesi del malore cardiaco scrivendo su X: “Questi episodi sono troppo frequenti e va fatta chiarezza sulle dimensioni numeriche e sulle cause”.
Il riferimento esplicito ai vaccini non c’è, ma non serve. Basta insinuare il dubbio. Del resto, chi segue sui social il senatore sa bene come questo tema sia diventato ormai quasi un’ossessione per lui negli ultimi anni tra accuse dirette, dubbi e rilancio di fake news sul tema. A nulla è servito anche l’esito degli accertamenti da parte dei medici dell’ospedale di Udine che hanno portato a escludere che si sia trattato di infarto, quanto piuttosto di possibili traumi subiti dal giocatore nel corso della partita. Il tweet, ad oggi, è ancora fermo lì. Del resto, come dicevamo, basta insinuare il dubbio.
Dubbi che sono stati a più riprese smentiti da studi scientifici. Solo per citarne uno, i Cdc statunitensi, lo scorso 11 aprile, hanno confermato come “i dati non supportano un’associazione tra la vaccinazione Covid e la morte cardiaca improvvisa tra i giovani in salute”. Nello studio si spiega come i dati delle cartelle cliniche elettroniche provenienti da 40 sistemi sanitari statunitensi nel periodo gennaio 2021 – gennaio 2022, abbiano mostrato che “il rischio di complicanze cardiache era significativamente più elevato dopo l’infezione da Covid rispetto a dopo la vaccinazione per Covid tra le persone con più di 5 anni di età”. Alla luce di questi dati, lo studio ribadisce quindi come “la vaccinazione contro il Covid resta raccomandata a tutte le persone con più di 6 mesi di età per prevenire il Covid e le sue complicanze, inclusa la morte”.
Resta gravissimo che il partito del presidente del Consiglio non solo tolleri questi atteggiamenti, ma continui ad avallare silenziosamente uscite molto ambigue in tema di vaccinazioni. A novembre 2022 era stato il sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, durante un intervento in Rai, a spiegare come non fosse possibile sostenere che senza vaccini avremmo avuto un tasso di mortalità ben peggiore dal momento che “non abbiamo l’onere della prova inversa, ma io non cado nella trappola di schierarmi a favore o contro i vaccini”. Un’affermazione talmente fuori le righe da richiedere un’immediata correzione del tiro per mezzo di un comunicato stampa.
Senza scordare lo stesso presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in occasione della Giornata in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus lo scorso 18 marzo non ha trovato modo neanche di citare di sfuggita i vaccini e quella campagna vaccinale di successo che ci permise di lasciarci alle spalle il dramma vissuto negli anni precedenti.
Di certo anche questo atteggiamento di una parte della maggioranza non aiuta a favorire un clima di fiducia tra i cittadini e le società scientifiche. Non sorprende quindi più di tanto il flop della campagna vaccinale registrato quest’anno. Atteggiamenti reiterati e così sconsiderati su un tema così delicato come la salute pubblica non dovrebbero essere tollerati da questo silenzio complice. Minare la fiducia nei confronti delle istituzioni scientifiche significa mettere a rischio la vita delle persone. E qualcuno dovrebbe capirlo, prima o poi.
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