Batteri mangia petrolio, spiegato il processo che aiuta i mari in caso di sversamenti
La Natura a volte è crudele, altre ci dà una mano, soprattutto dove l’uomo combina disastri. Prendiamo, per esempio, l’incidente alla piattaforma Deepwater Horizon, nel Golfo del Messico, avvenuto nel 2010. L’equivalente di oltre tre milioni di barili di petrolio fu disperso in acqua, una catastrofe che sarebbe potuta essere ben peggiore se non ci fossero stati i miliardi di miliardi di microrganismi che hanno banchettato con gli idrocarburi fuoriusciti dal pozzo Macondo. Uno studio del 2018 ha calcolato che tra il 12 e il 25 per cento della fuoriuscita sia stato biodegradato dai batteri che si trovano naturalmente in mare. La biodegradazione è il principale meccanismo di rimozione dall’oceano del petrolio versato dalle attività antropiche. Tra le tecniche per rimediare alla catastrofe, non a caso, è stato utilizzato proprio questo approccio, facilitando con enzimi il proliferare della vita. La matematica e la fisica di tutto questo, le condizioni a
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