Il rap di Monna Lisa è un capolavoro dell’intelligenza artificiale

Il celebre dipinto di Leonardo Da Vinci ha preso letteralmente viva grazie all’intelligenza artificiale di Microsoft. Si chiama Vasa-1 la tecnologia che consente di animare foto o immagini. Le persone ritratte cantano o parlano con espressioni facciali e labiali quasi perfetti. Vasa-1 non è una IA aperta al pubblico. Microsoft ha diffuso alcuni video – come quello della Gioconda che urla i versi di “Paparazzi”, un brano rap dell’attrice Annna Hathaway – per mostrare le capacità del modello di intelligenza artificiale.

a cura di Pier Luigi Pisa

Continua la lettura su: https://video.italian.tech/dossier/intelligenza-artificiale/il-rap-di-monna-lisa-e-un-capolavoro-dell-intelligenza-artificiale/4945/5110/?rss Autore del post: La Repubblica Fonte: https://www.repubblica.it

Related Articles

La Gioconda, lite fra esperti sul paesaggio: è Lago di Como o Toscana?

Il paesaggio dietro la Gioconda di Leonardo da Vinci continua a dividere gli esperti di storia dell’arte. Secondo Ann Pizzorusso, geologa e storica dell’arte rinascimentale che vive e lavora tra l’Italia e New York, il capolavoro custodito al Louvre di Parigi raffigurerebbe una zona di Lecco, sulle rive del lago di Como. Pizzorusso ha accostato il ponte disegnato da Leonardo, la catena montuosa e il lago della Monna Lisa al ponte Azzone Visconti di Lecco del XIV secolo, alle Alpi sud-occidentali che sovrastano la zona e al lago di Garlate, situato a sud del lago di Como, che Leonardo avrebbe visitato 500 anni fa.

Il ricercatore storico e scrittore Silvano Vinceti, presidente del Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali, demolisce la nuova ipotesi: “Poggia sulle sabbie mobili”. Nel 2023 Vincetti è stato al centro di un caso internazionale perché ha identificato il paesaggio che fa da sfondo alla Gioconda in un tratto del fiume Arno attraversato dall’antico ponte Romito, a Laterina, in provincia di Arezzo. “Se Leonardo riproduceva fedelmente quel che vedeva – dichiara Vinceti all’Adnkronos – allora avrebbe dovuto riprodurre un ponte a nove arcate, con archi irregolari, di struttura medievale e poggiante su un terreno pianeggiante. Per quanto concerne gli aspetti geologici del paesaggio, abbinata alla nostra scoperta che quello della Gioconda è il ponte Romito di Laterina, abbiamo probabilmente individuato le caratteristiche geologiche e la morfologia del paesaggio che si trova nella parte bassa a sinistra della nobildonna ritratta da Leonardo”.
Ann Pizzorusso per la sua ipotesi, illustrata con un’intervista al quotidiano inglese “The Guardian”, si è basata su dirette esperienze dei luoghi visitati da Leonardo e illuminanti particolari riportati nei suoi dipinti. “Se si accetta questa interpretazione realistica e non fantastica della composizione del paesaggio, tesi che noi condividiamo, allora non si spiega come Leonardo non abbia raffigurato il ponte della Gioconda e alcune aspetti olografici e morfologici tipici del ponte Azzone Visconti, realizzato nel XIV secolo, con otto arcate irregolari e due aggiunte dopo, con connesse torri di difesa – controreplica Vinceti – Se così fosse, allora Leonardo nel suo famoso dipinto avrebbe dovuto riprodurre un ponte uguale a quello Visconti collocato sull’Adda, cosa che non è. Al contrario, Leonardo realizza un ponte altamente simile al ponte Romito in provincia di Arezzo, di epoca etrusca-romana, a quattro arcate regolari (oggi ne resta solo una), di tipica ingegneria romana, poggiante su due faraglioni e con un andamento sinuoso. E ci sono documenti storici che attestano la presenza di Leonardo in quel territorio fra il 1501 e il 1503”.
Un anno fa Vinceti, al termine di una lunga ricerca, ha individuato il ponte Romito come quello raffigurato nella Gioconda e le strutture geologiche, le cosiddette Balze o piramidi di terra, presenti solo in Valdarno, come quelle dipinte nella parte bassa del paesaggio a sinistra della nobildonna. “La Pizzorusso – afferma Vinceti – sostiene di avere sicuramente individuato il paesaggio della Gioconda, il ponte annesso e le montagne sovrastanti il lago di Lecco, portando come prova regina i colori usati da Leonardo che rinvierebbero alla natura calcarea di tali rocce. Allora non si spiega minimamente l’anomalia del ponte riprodotto da Leonardo nel dipinto, che rinvia a quello Romito, non si spiega l’anomalia delle piramidi di terra del Valdarno, riprodotte in disegni di Leonardo presenti in alcuni suoi codici. Non si spiega il ritrovamento alle spalle della Gioconda della torre di Caprona, collocata nelle vicinanze dell’Arno, in territorio pisano, fatto circa due anni fa dal grande ricercatore francese Pascal Cotte (ingegnere ottico, inventore della prima camera multispettrale ad alta definizione). Né si spiegano vari scritti di famosi storici Leonardeschi sui viaggi fatti da Leonardo sul Monte Bianco e catene montuose contigue”.”C’è, infine, da chiedersi come la geologa possa ritenere sicure prove della validità del suo ritrovamento il lago riprodotto nella parte alta del paesaggio di destra e sinistra della Gioconda, posto che si tratti di un lago, e il colore bianco con cui Leonardo ha dipinto le vette delle montagne che compongono il paesaggio”, conclude Vinceti, che annuncia a breve la presentazione dei risultati di due ulteriore ricerche realizzate sull’ultimo viaggio di Leonardo e un particolare del paesaggio della Gioconda collocato nella parte alta a sinistra della nobildonna.

Lecco sullo sfondo della Gioconda, la nuova ipotesi sul capolavoro di Leonardo

Il paesaggio dietro la Gioconda di Leonardo da Vinci ha suscitato un dibattito infinito, con alcuni storici dell’arte che suggeriscono che il panorama fosse immaginario e idealizzato, e altri che sostengono vari collegamenti a specifiche località italiane. Ora una geologa e storica dell’arte rinascimentale ritiene di aver finalmente risolto il mistero di uno dei dipinti più famosi ed enigmatici del mondo: Ann Pizzorusso, che vive e lavora tra l’Italia e New York, ha unito le sue due competenze per suggerire che Leonardo ha dipinto diverse caratteristiche riconoscibili di Lecco, sulle rive del Lago di Como, in Lombardia.

Pizzorusso ha accostato il ponte disegnato da Leonardo, la catena montuosa e il lago della Gioconda al ponte Azzone Visconti di Lecco del XIV secolo, alle Alpi sud-occidentali che sovrastano la zona e al lago di Garlate, situato a sud del lago di Como, che Leonardo avrebbe visitato 500 anni fa. “Le somiglianze sono innegabili. Sono davvero entusiasta di questo progetto. Sento che si tratta di un colpo di fortuna”, ha dichiarato la studiosa intervistata dal quotidiano inglese “The Guardian”.

Tra le ipotesi precedenti si possono citare l’affermazione del 2011 secondo cui un ponte e una strada della Gioconda apparterrebbero a Bobbio, in provincia di Piacenza, e la scoperta del 2023 secondo cui Leonardo avrebbe dipinto il ponte Romito in provincia di Arezzo, come sostiene il ricercatore Silvano Vinceti. “Ma concentrarsi sul ponte – ha detto Pizzorusso – non era sufficiente. Il ponte ad arco era diffuso in tutta Italia e in Europa e molti erano simili. È impossibile identificare un luogo esatto solo da un ponte. Tutti parlano del ponte e nessuno parla della geologia”. “I geologi non guardano i dipinti e gli storici dell’arte non guardano la geologia – ha aggiunto – Gli storici dell’arte hanno detto che Leonardo ha sempre usato la sua immaginazione, ma si può dare questo quadro a qualsiasi geologo del mondo e diranno quello che sto dicendo su Lecco. Anche un non geologo ora può vedere le somiglianze”. La studiosa notato che le rocce di Lecco sono calcaree e che Leonardo ha raffigurato le sue rocce in un colore grigio-bianco: “Il che è perfetto, perché è il tipo di roccia che c’è in quella zona. A differenza di Lecco, né Bobbio né Arezzo hanno un lago: quindi abbiamo una prova davvero perfetta a Lecco”.

Le precedenti ricerche di Ann Pizzorusso su Leonardo hanno riguardato lo studio di entrambe le versioni della ‘Vergine delle Rocce’: quella del Louvre di Parigi e la replica della National Gallery di Londra. Fino al 2010, la National Gallery riteneva che quella in suo possesso fosse principalmente opera di assistenti del genio del Rinascmento, ma, dopo averla restaurata, il museo ha dichiarato possibile che Leonardo avesse dipinto tutto il quadro da solo. L’analisi di Pizzorusso della vegetazione e della geologia del paesaggio intorno alle figure centrali ha riacceso il dibattito. E ha concluso che “la botanica della versione del Louvre è perfetta e mostra piante che avrebbero prosperato in una grotta umida e buia. Ma le piante nella versione londinese sono imprecise. Alcune non esistono in natura”.
Pizzorusso ha osservato che Leonardo ha sempre insegnato ai suoi studenti l’importanza di rappresentare la natura in modo accurato. Per la sua ultima ricerca sulla Monna Lisa, ha visitato Lecco, ripercorrendo le orme di Leonardo: “Sappiamo dai suoi taccuini che trascorse molto tempo a esplorare la zona di Lecco e il territorio più a nord”.
Michael Daley, direttore dell’associazione ArtWatch Uk, ha commentato le scoperte della Pizzorusso: “Poiché ha una conoscenza scientifica di prim’ordine, quando nota delle cose in Leonardo – l’artista più scientifico di tutti i tempi – sono ipotesi epocali. Gli storici dell’arte fanno tutti ipotesi su dove sia stata dipinta la Gioconda. Chiunque veda un ponte pensa che sia stato dipinto lì. Ma Pizzorusso ha individuato in modo convincente il luogo con prove della presenza di Leonardo nella zona, della sua geologia e, naturalmente, di un ponte”.
Jacques Franck, specialista ex consulente di Leonardo per il Louvre, ha dichiarato: “Non dubito nemmeno per un secondo che la Pizzorusso abbia ragione nella sua teoria, data la sua perfetta conoscenza della geologia del paesaggio italiano e più precisamente dei luoghi in cui Leonardo viaggiò durante la sua vita, che potrebbero corrispondere al paesaggio montuoso della Gioconda”.

Vuoi rimanere aggiornato sulle nuove tecnologie per la Didattica e ricevere suggerimenti per attività da fare in classe?

Sei un docente?

soloscuola.it la prima piattaforma
No Profit gestita dai

Volontari Per la Didattica
per il mondo della Scuola. 

 

Tutti i servizi sono gratuiti. 

Associazione di Volontariato Koinokalo Aps

Ente del Terzo Settore iscritta dal 2014
Tutte le attività sono finanziate con il 5X1000