Relazioni sindacali: la coerenza non può essere double-face
In ogni sistema, e in particolare modo in un sistema democratico, le norme non possono mai essere intese come un capestro, trattandosi invece di indispensabili atti di regolazione dei rapporti fra quanti ne fanno parte e vi agiscono. Una regolazione, dunque, che non punta certamente a coartare le libertà dei diversi soggetti, siano esse individuali o collettive, ma piuttosto a permetterne la convivenza nel quadro di un rispetto reciproco, che è proprio l’osservanza delle regole condivise a rendere concretamente praticabile.
A partire da queste premesse va inquadrata la questione di cui si discute in questi giorni, ragionando sul pronunciamento del Tribunale di Roma che ha rigettato il ricorso della UIL per la parte in cui quell’organizzazione chiedeva di essere ammessa alla contrattazione integrativa, pur non avendo sottoscritto il CCNL. Lo ha fatto con argomentazioni puntuali, che fra l’altro negano la possibilità di far discendere il diritto a partecipare alla contrattazione
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