Palestinesi a Bologna, ‘sarà l’Intifada studentesca’

“Per i bambini di Gaza. Per gli studenti di Birzeit”, prima università della Palestina. Dai Campus delle università americane a quelle arabe, europee, anche negli atenei italiani si leva un grido sempre più forte per dire basta “all’oppressione e al genocidio del popolo palestinese”.  Da Bologna il movimento dei Giovani palestinesi si prepara a lanciare “l’Intifada studentesca” con la prima vera “acampada”, le tende di protesta che da domenica sera saranno montate nella piazza della zona universitaria in vista di una mobilitazione ancora più grande per il 15 di maggio, nel giorno del ricordo della Nakba.

    Il 13 maggio invece ci sarà il Comitato per l’ordine e la sicurezza con Bernini, Piantedosi e i rettori proprio sulla situazione negli atenei. “Con la presidente della Crui Giovanna Iannantuoni faremo in modo di capire com’è la situazione nel rapporto con gli studenti nelle università -spiega Bernini- C’è la protesta e c’è anche una frangia molto piccola che va oltre certi limiti, la cosa che mi preoccupa è quando la protesta diventa gruppi che fanno azioni distruttive e reati, sfondano porte, attaccano e forze dell’ordine”.
    “La nostra acampada di domenica – fanno sapere all’ANSA i Giovani palestinesi di Bologna – si inserisce in questo grande quadro di mobilitazione internazionale per far capire che c’è una parte consistente anche del nostro Paese, studentesse, studenti ma non solo, anche docenti e associazioni, persone insomma che hanno come priorità la fine dell’aggressione militare su Gaza, il cessate il fuoco permanente e la fine dell’oppressione a Gaza e nei territori occupati”. “Vogliamo dire che il nostro mondo sta voltando le spalle da 75 anni al diritto del popolo palestinese. Questo è il momento di essere in piazza, vogliamo farlo, coi nostri corpi, le nostre riflessioni, per chiedere che anche le istituzioni lavorino attivamente per la fine del massacro dalla popolazione a Gaza”.

    Il ritrovo sarà domenica nel tardo pomeriggio in piazza Scaravilli, cuore della zona universitaria di Bologna, di fronte al Rettorato, dove sarà montato intanto un telo per la proiezione dell’assemblea transnazionale del movimento. Un incontro ibrido, in presenza e da remoto, con collegamenti di studenti da tutta Italia, dalle università americane in questo momento sotto i riflettori e da Birzeit, Palestina. “L’obiettivo è il dialogo, il confronto, raccogliere le testimonianze”.
    Contemporaneamente si cominceranno a piantare le prime tende e si trascorrerà la prima notte in piazza.
    “Non sappiamo quanti saremo siamo fiduciosi, speriamo di coinvolgere tanti anche nei prossimi giorni. Del resto frequentiamo università in cui ci parlano di diritti umani e in questo noi crediamo profondamente. Crediamo che la nostra attività sia coerente con quello che ci viene insegnato”. Le prossime iniziative saranno discusse e annunciate di volta in volta. Così come in altri atenei italiani sono previsti appuntamenti, incontri, assemblee. Domenica i Giovani palestinesi di Milano terranno un incontro aperto su Zoom, e ci sarà un momento di raccordo con la piazza di Bologna. Venerdì 10 maggio alla Sapienza di Roma (Facoltà di Scienze matematiche fisiche e naturali) è prevista un’assemblea in cui si parlerà anche di boicottaggio di Israele.
    Il coordinamento è nazionale in vista della data simbolica del 15 maggio. È il giorno in cui si ricorda Nakba, la “catastrofe”, ovvero l’esodo forzato di circa 700mila arabi palestinesi dai territori occupati da Israele nella prima guerra arabo-israeliana del 1948. “La nostra mobilitazione è verso quella data – dicono da Bologna – Saremo un po’ i primi domenica, e sarà importante mandare un messaggio di fiducia e di ottimismo ai gruppi in tutta Italia”. 
   

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