Il grande slam di Guadagnino
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Un film che ha successo tra i giovani
Il triangolo tennistico, erotico, passionale in chiave di commedia di Luca Guadagnino risponde perfettamente ai desideri cinefili di un’audience giovane: la competizione (che soffrono), l’amicizia (che bramano), la fluidità sessuale (che pretendono), la parità sociale, di genere e di colore di pelle (sacrosanta). Me lo ha spiegato un manipolo di teen e ventenni fuori dalla proiezione di Challengers, visto che ero uno degli spettatori più âgée della sala, nonostante il film esaudisse anche i miei di gusti, più attempati.
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Una storia di tennis ma non solo
La storia inizia nel 2019: Art Donaldson (Mike Faist), stella del professionismo tennistico a un soffio dagli US Open, si misura al torneo Challenger di New York, molto sotto alla sua categoria, per riprendere fiducia dopo sonore sconfitte. Dall’altra parte della rete c’è Patrick Zweig (Josh O’Connor), il cui cognome, viste le attitudini letterarie del regista, è forse un omaggio allo scrittore austriaco Stefan. Tra il pubblico, la moglie e allenatrice di Art, Tashi Duncan (Zendaya), ex promessa del tennis, fermatasi dopo un grave infortunio al ginocchio.
Il triangolo e la centrifuga temporale
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