‘Intelligens’ è il titolo della Biennale Architettura 2025
E’ “Intelligens. Naturale. Artificiale. Collettiva” il titolo della Biennale Architettura 2025 che si terrà a Venezia, tra l’Arsenale e i Giardini, dal 10 maggio al 23 novembre 2025 (pre-apertura 8 e 9 maggio). Il presidente della Biennale di Venezia, Pietrangelo Buttafuoco, e il curatore della 19/a Mostra Internazionale, l’architetto Carlo Ratti, hanno svelato oggi, nella Sale delle Colonne di Ca’ Giustinian a Venezia, il tema della più importante manifestazione dedicata all’architettura a livello mondiale: con un’ottica multipla e inclusiva, la rassegna proverà a tracciare “nuove rotte per il futuro, suggerendo un ventaglio di soluzioni ai problemi più pressanti del presente”, a partire dalla crisi climatica.
“I titoli delle Mostre Internazionali di Architettura sono solitamente annunciati sia in inglese che in italiano. Nel 2025 – ha spiegato Ratti – il titolo sarà invece condensato in un’unica parola per entrambe le lingue, invocando la comune origine latina: ‘Intelligens”. Da ‘intelligens’ deriva il moderno ‘intelligenza’; questa scelta tuttavia indica anche un’espansione delle associazioni di significato. Tradotta a parte, la sillaba finale, ‘gens’, significa ‘gente, persone’: da qui emerge un’immaginaria radice alternativa, che suggerisce un futuro dell’intelligenza più multiplo e inclusivo, che sfugga ai limiti eccessivi dell’odierna focalizzazione sull’intelligenza artificiale”.
La Biennale 2025 non sarà tuttavia solo di architettura, ha anticipato Ratti: questa disciplina farà parte di “una compagine estesa che deve integrare arte, ingegneria, biologia, scienza dei dati, scienze sociali e politiche, scienze planetarie e altre discipline, collegando ciascuna di esse alla materialità dello spazio urbano”.
“L’ambiente costruito è tra i maggiori responsabili delle emissioni atmosferiche. In questo senso, all’architettura si può imputare gran parte del degrado ambientale del nostro pianeta – ha sottolineato Ratti – Di fronte all’accelerazione della crisi climatica, dobbiamo rassegnarci a questo ruolo, o siamo ancora in grado di offrire soluzioni, sostanziali e non cosmetiche, efficaci e rapide da realizzare? Per rispondere a queste sfide, cercheremo di mettere insieme una raccolta di proposte progettuali sperimentali, ispirate da una definizione di ‘intelligenza’ quale capacità di adattarsi all’ambiente a partire da un bagaglio di risorse, conoscenze o potere limitati. Oggetti, edifici e piani urbani saranno disposti lungo l’asse di un’intelligenza multipla e diffusa – naturale, artificiale, collettiva. Alcune idee saranno destinate a fallire. Ma altre potranno indicarci percorsi promettenti”.
La Mostra pensata da Carlo Ratti immagina gli architetti come “agenti mutàgeni”, capaci di innescare processi evolutivi e dirigerli in nuove direzioni. “Imparando da molteplici discipline scientifiche e avanzando per prova ed errore, la prossima Biennale punta ad accelerare la trasformazione del presente, alla ricerca di futuri migliori”.
Quattro i pilastri metodologici della Biennale Architettura 2025: “Transdisciplinarità”, “Laboratorio Vivente”, “Raccolta di Idee” e “Protocollo di Circolarità”. Per la transdisciplinarità, i progetti architettonici promuoveranno collaborazioni tra professionisti diversi, con l’obiettivo, ovunque possibile, di far progredire la conoscenza scientifica. Nel 2025 il Padiglione Centrale ai Giardini sarà in fase di ristrutturazione: sarà pertanto sostituito da una serie di progetti speciali capaci di trasformare porzioni della città di Venezia in “laboratori viventi, dove far convergere forme di intelligenza molteplici”. Sarà adottato “un approccio collaborativo alla progettazione” della Mostra, con una “raccolta di idee” sul sito web della Biennale “per ampliare l’eterogeneità di voci, visioni e suggerimenti”. Infine la Mostra “si propone di raggiungere obiettivi di circolarità particolarmente ambiziosi: tramite l’elaborazione di un Manifesto della Circolarità, verranno definite precise linee guida, delineando un nuovo standard per future manifestazioni culturali”.
Con lo scopo di reintrodurre tra i Padiglioni Nazionali un grado di coordinamento e coerenza con il tema della Mostra Internazionale principale, il curatore Carlo Ratti ha annunciato che incoraggerà i Paesi partecipanti ad affrontare il tema comune “Un luogo, una soluzione”. “Sarà un modo per mettere in luce – chiarisce Ratti – in quali modi l’ingegno umano possa fornire risposte alla sfida chiave del nostro tempo: una sfida che può essere affrontata soltanto in modo collaborativo, mediante una pluralità di approcci diversi. Invitiamo tutti i Paesi a condividere casi di successo: insieme, essi andranno a comporre una ‘cassetta degli attrezzi’ per un futuro migliore”.
Da parte sua il presidente della Biennale, Pietrangelo Buttafuoco, ha richiamato nel suo intervento il semiologo e filosofo Umberto Eco con il suo concetto di “opera aperta”, che ben si può adattare all’impresa di Ratti che “affronta e si confronta con la scienza e l’intelligenza”. “La speciale visione di Carlo Ratti travalica la contemporaneità. La sua idea di architettura è la risposta a quel bisogno di intercettare la tensione della potenza per poi portarla all’atto – ha detto Buttafuoco – Sono orgoglioso di essere al suo fianco carissimo Carlo nel preparare e nell’offrire questa straordinaria edizione della Biennale Architettura che sarà non soltanto una mostra ma un capitolo per poter avviare il nuovo libro del domani”.
Carlo Ratti ha presentato, infine, la seconda edizione di Biennale College Architettura, invitando studenti, laureati e professionisti emergenti under 30 (architettura, urban design, ingegneria, interior design, architettura del paesaggio, ambiente costruito) a presentare progetti che utilizzano l’intelligenza naturale, artificiale e collettiva per combattere la crisi climatica. Da questo bacino globale di candidature il direttore artistico sceglierà fino a 16 progetti che saranno sviluppati nel programma Biennale College Architettura. I candidati selezionati saranno successivamente invitati a partecipare a un workshop di 10 giorni a Venezia nel mese di settembre 2024 per sviluppare i progetti proposti con piano di produzione e budget. Il workshop, condotto da Carlo Ratti assieme a un gruppo di curatori e architetti, tutor e mentori, alternerà momenti di gruppo e individuali, e incontri dedicati con visiting professor e operatori culturali. Una selezione finale di un massimo di 8 progetti sarà scelta da Carlo Ratti stesso. A ciascun progetto selezionato verrà assegnato un contributo di 20.000 euro per la produzione e sarà presentato, fuori concorso, nell’ambito della 19/a Mostra Internazionale di Architettura.
(di Paolo Martini)
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