Primario del Gemelli accusato di violenza sessuale da una paziente: chiesto patteggiamento

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7 Maggio 2024



18:25

Si oppone al patteggiamento, approvato dal pubblico ministero, la legale della paziente che lo ha denunciato. “Elemento che di certo non invoglia le donne a denunciare i reati sessuali”.

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Luca Richeldi, primario del Gemelli

Luca Richeldi, primario pneumologo del policlinico Gemelli di Roma accusato di violenza sessuale ai danni di una paziente, ha chiesto tramite la sua legale di patteggiare una pena di dieci mesi e venti giorni e una sanzione pecuniaria (sospesa) di 49mila euro. La vicenda è stata riportata su ‘Il Domani’. Il pubblico ministero ha dato parere favorevole, mentre il giudice per le indagini preliminari si pronuncerà domani. Si oppone la legale della donna che lo ha denunciato, l’avvocata Ilenia Guerrieri, che ha definito quanto accaduto un elemento che “di certo non invoglia le donne a denunciare i reati sessuali”.

“Ciò che meraviglia del parere positivo espresso dal pubblico della Procura per la proposta di patteggiamento avanzata dal difensore del professore Richeldi – dichiara Guerrieri – è il conflitto evidente tra l’impegno della società civile a sostenere le donne affinché trovino il coraggio di denunciare e una definizione del processo cosi premiale, che non rispetta le indicazioni legislative, quale quella per esempio, della sospensione della pena, solo all’esito di percorsi riabilitativi per sexual abuser, preferibilmente svolti tra i centri Cuav in convenzione con il Tribunale di Roma. Altro elemento, che di certo non invoglia le donne a denunciare i reati sessuali è la previsione nel patteggiamento proposto, della sospensione della pena pecuniaria e della pena accessoria”.

A denunciare Richeldi è stata una paziente che nel 2022 si è dovuta sottoporre ad alcune visite dopo aver contratto la covid-19. In quell’occasione, ha spiegato, il medico l’avrebbe molestata toccandola in modo inopportuno e tentando di baciarla, nonostante la sua resistenza. “Un abuso sessuale commesso ai danni di una donna non può essere cancellato con una multa – ha dichiarato la donna a LaPresse – Mentre da un lato la mia denuncia ha avuto seguito e l’iter giudiziario è andato avanti fino all’udienza preliminare che si terrà domani, una vittima di violenza non può digerire il fatto che l’autore di un reato così grave possa cavarsela con una pena pecuniaria, addirittura con la pena sospesa”.

“In merito alle notizie di stampa diffuse strumentalmente va precisato che la soluzione dell’accordo con il pubblico ministero prevede esclusivamente una pena pecuniaria peraltro sospesa, ed è una libertà processuale voluta dal legislatore per consentire all’indagato di non sottoporsi al processo per anni – ha dichiarato Ilaria Barsanti, legale di Richeldi -. Come dire, meglio una chiusura subito con un accordo che ottenere un’assoluzione in un tempo indefinito. Ogni speculazione che si sta facendo sulle scelte processuali dell’indagato e del suo difensore non solo è gravemente lesiva del diritto di difesa, ma determina un’indebita ingerenza anche rispetto all’operato della magistratura”.

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