“Niente da perdere”, un dramma famigliare francese con un’intensa Virginie Efira
Presentato nella sezione Un certain regard del Festival di Cannes del 2023, “Niente da perdere” è un film che mette a confronto una madre coraggiosa (e disposta a tutto pur di ritrovare un’armonia famigliare) e una macchina burocratica che vuole tutelare i minori, anche a costo di allontanarli dal proprio nucleo domestico.
Nonostante qualche passaggio narrativo troppo raffazzonato, la sceneggiatura riesce a trovare un sufficiente compimento complessivo, grazie soprattutto alla caratterizzazione dei vari personaggi in scena, credibili e scritti con l’adeguata cura.
Domande che coinvolgono
Alla base di questo lungometraggio di forte stampo morale – seppur un po’ moraleggiante – ci sono una serie di domande che finiscono per coinvolgere con forza lo spettatore: dove sta la ragione? L’affetto materno può effettivamente sopperire a delle mancanze e quanto lo stato può o deve intervenire per proteggere i giovani?
Non sono dubbi semplici quelli che pone “Niente da perdere”, lungometraggio capace di scuotere e che ci porta in maniera interessante a tenere conto di tutte le posizioni in gioco, facendoci ragionare e riflettere su quanto stiamo vedendo.
Peccato che il film perda un po’ del suo smalto con l’approssimarsi della conclusione, non riuscendo così a rimanere impresso nella memoria come avrebbe potuto e voluto.
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