Nel paesaggio della Gioconda la montagna piemontese di Rocciamelone

Leonardo da Vinci fece il suo ultimo viaggio in Francia nel 1517, due anni prima della sua morte, percorrendo la Via Francigena e attraversando il Moncenisio. E così un particolare del paesaggio a sinistra della Gioconda gli sarebbe stato ispirato da monte Rocciamelone e da un laghetto che si trovano nel territorio del piccolo comune di Ferrera Moncenisio, in Piemonte, ai confini con il territorio francese. Sono i recenti risultati di una ricerca condotta dallo storico dell’arte e scrittore Silvano Vinceti, illustrati nel suo nuovo libro “Il paesaggio della Gioconda tra misteri e suggestioni” (Armando Editore, 176 pagine, euro 14), in uscita in questi giorni.

Nel corso delle ricerche, Vinceti ha riesumato ed esaminato molti documenti storici, spinto dal desiderio di capire quale percorso fece Leonardo per recarsi l’ultima volta in Francia, ad Amboise, e in quale anno. A questo proposito l’ipotesi dominante è che fu nell’autunno del 1516, ma nel Codice Atlantico lo stesso Leonardo scrisse poche righe riportando di essere giunto ad Amboise nel maggio del 1517: “il dì della discensione in Ambosa 1517 di maggio nel Clu”.

“I documenti che ho esaminato – spiega Vinceti all’Ankronos – certificano che nel XVI secolo il colle del Moncenisio era quello più gettonato per attraversare le Alpi e scendere in terra francese. A tal proposito vi sono testimonianze di molti personaggi, da Margherita di Valois, sorella minore del re Enrico II di Francia, alla duchessa Jolanda, figlia del re di Francia Carlo VII e moglie di Amedeo IX di Savoia. Tra gli altri anche Michel de Montaigne, filosofo, scrittore e politico francese”. E argomenti climatico-atmosferici, geografici e infrastrutturali a favore di questo percorso vennero riportati all’epoca anche dalle famose guide alpine Marrons, uomini coraggiosi e robusti che, a pagamento, prestavano servizio come portatori per il transito del valico del Moncenisio.

E quanto osservato durante questo viaggio, sostiene Vinceti, “molto probabilmente ispirò Leonardo per dipingere parte del paesaggio alla destra della Gioconda (alla sua sinistra, guardando il quadro). Il genio del Rinascimento, infatti, nello sfondo d’insieme dei suoi dipinti raffigurava particolari di paesaggi reali. Tesi confermata dal professor Carlo Vecce e, in epoca più antica, dallo storico leonardesco Gustavo Uzielli”.

“Leonardo, quindi – scrive Vinceti nel libro – nel suo viaggio verso Amboise vide le catene montuose che avvolgono il colle del Moncenisio, e nello specifico quella di Rocciamelone, dove passava la vecchia via Francigena. E vide anche un piccolo lago”. Utilizzando anche un drone, lo storico dell’arte ha potuto confrontare questi particolari con la parte alta del paesaggio dipinto da Leonardo. “La corrispondenza è davvero notevole”. E, ad avvalorare le tesi esposte, Silvano Vinceti e un collaboratore del Comitato da lui presieduto (Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni Storici, Culturali e Ambientali) hanno scoperto nella parte alta del paesaggio della Gioconda, sopra il lago e la montagna di Rocciamelone, quella che sembra essere una scritta: “juse”. Si tratta di un francesismo che rinvia alla Val Susa; uno di quelli che Leonardo usò anche nel suo testamento.

Una parte del libro “Il paesaggio della Gioconda tra misteri e suggestioni” è dedicata all’ipotesi formulata da Silvano Vinceti che nel 2023 ha avuto una risonanza mondiale e, cioè, l’asserita convinzione che quello rappresentato nello sfondo della Monna Lisa è il Ponte Romito. Oggi del manufatto etrusco-romano resta un solo arco, a Laterina, piccolo municipio del comune di Laterina Pergine Valdarno, nella provincia di Arezzo. “Nel periodo tra il 1501 e il 1503 il ponte era in funzione e frequentatissimo – scrive Vinceti – come attesta un documento sullo stato dei manufatti nelle proprietà della famiglia dei Medici, ritrovato negli archivi di Stato di Firenze. E proprio in quel periodo Leonardo si trovava in Val d’Arno”. Queste e numerose altre corrispondenze avvalorano l’ipotesi del Ponte Romito, sostiene Vinceti, “a scapito di altre avanzate in passato – sul ponte medievale di Bobbio, in provincia di Piacenza, e il ponte a Buriano in provincia di Arezzo – e in questi giorni da una geologa sul ponte Azzone Visconti di Lecco”. Vinceti descrive, poi, le prove a sostegno del fatto che il paesaggio dipinto nella parte bassa a sinistra della Gioconda è stato ispirato dal complesso di balze, o piramidi di terra, nella zona del Val d’Arno superiore.

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