L’Università di Torino continua a sottostare alle richieste dei pro Pal. A danno degli studenti
Il rettore Geuna, dopo aver accolto le richieste di boicottaggio, dopo settimane di occupazione continua a tentennare. E c’è chi sta valutando l’abbandono agli studi
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E’ stato il primo a cedere alle richieste dei collettivi pro Palestina. Eppure il rettore dell’Università di Torino Stefano Geuna continua a essere sotto scacco dell’Intifada studentesca. Con il risultato che da oltre tre settimane nella sede principale dell’ateneo, Palazzo Nuovo, dove hanno luogo i corsi della facoltà di Scienze umanistiche, non si possono tenere né lezioni né esami. Questo perché gli “acampados”, non soddisfatti della mancata partecipazione al bando del ministero degli Esteri, chiedono al rettore e al Senato accademico di affrontare diverse mozioni in cui reclamano l’interruzione totale delle collaborazioni con gli atenei israeliani. Sulla scia di quanto fatto, per esempio, all’Università di Palermo.
Subito dopo il sermone dell’imam che inneggiava contro Israele nel
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