Pronto il dl sulle materie prime critiche, ma punta poco sul riciclo
Il governo si muove sulle materie prime critiche, quelle indispensabili per attuare le transizioni ecologica e digitale: palladio, neodimio, cobalto, litio, tantalio, tra le altre. Ma non tutti gli addetti ai lavori sono soddisfatti dalla mossa. Alla fine della scorsa settimana, su proposta dei ministeri delle Imprese e dell’Ambiente, il consiglio dei Ministri ha varato un decreto legge “recante disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico”. L’urgenza, sentita in tutta Europa, è dettata dal fatto che tali materie saranno sempre più necessarie alle imprese impegnate nell’innovazione, sia essa green o digitale: il Vecchio Continente ne avrà un gran bisogno nei prossimi anni, ma non dispone, se non in misura minima, di giacimenti naturali. Occorre quindi trovare strategie alternative (o complementari) all’estrazione, e che non mettano i Paesi dell’Unione in una condizione di dipendenza strategica da nazioni poco affidabili (e il pensiero va al precedente del gas russo, ma
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