Ora è davvero tutto pronto. Il prossimo 13 aprile, ovviamente salvo imprevisti dell’ultima ora, un razzo europeo Ariane 5 lancerà dallo spazioporto della Guyana francese (America meridionale) la sonda Juice, guidata dall’ESA (Agenzia Spaziale Europea), verso il gigante dei pianeti, Giove.
Juice è soprannominata l'”esploratrice delle lune ghiacciate” che ruotano attorno al pianeta. Sarà un lungo viaggio, perché la distanza Terra-Giove si aggira attorno ai 750 milioni di chilometri e la sonda impiegherà ben 8 anni per percorrerli. Juice passerà due volte vicino alla Terra (nell’agosto 2024 e nel gennaio 2029) e una volta vicino a Venere (agosto 2025) per sfruttare la forza di gravità dei pianeti ed ottenere una maggiore spinta verso Giove.
La sonda Juice incapsulata all’interno della carenatura dell’Ariane 5. Poco dopo il lancio, la carenatura si aprirà e Juice si separerà dal razzo.
© Esa
Juice sorvolerà 35 volte le lune di Giove
«La sonda ha un peso di sei tonnellate e il razzo non ha forza sufficiente per mandarla direttamente a Giove», spiega infatti Enrico Suetta, responsabile ricerca e sviluppo spazio e optronica di Leonardo, «e sfruttare la gravità dei pianeti consente di scambiare energia e rendere l’orbita sempre più “larga” sino a intersecare quella di Giove».
L’importanza di Ganimede. Quindi nel 2031 Juice entrerà in orbita attorno al pianeta gigante e quel punto sono previsti 35 sorvoli delle lune ghiacciate: Europa e Callisto, per poi studiare da vicino Ganimede, perché ricco d’acqua e perché possiede un campo magnetico. In tal modo Juice risulterà la prima sonda ad entrare in orbita attorno ad una luna diversa dalla nostra. Non mancherà comunque di studiare il vulcanico mondo del satellite Io e, in modo approfondito, il complesso ambiente di Giove, fondamentale non solo per meglio comprendere la storia del nostro sistema solare, ma anche per meglio comprendere i numerosi pianeti simili ad esso scoperti attorno ad altre stelle.
Questa animazione mostra la struttura interna della luna di Giove Ganimede. Si pensa che Ganimede ospiti oceani liquidi sotterranei che saranno esplorati in dettaglio dalla sonda Juice dell’ESA. Ganimede è anche l’unica luna del Sistema Solare a generare un proprio campo magnetico, che ha complesse interazioni con il vasto campo magnetico di Giove, e Juice studierà la relazione tra i due.
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Oltre alle lune Juice studierà la grande macchia di Giove
Dalle quattro lune che Juice esplorerà ci aspettiamo molte risposte alle numerose domande che si pongono gli astronomi. Per Europa, per esempio, si cercherà di verificare la possibile presenza di tracce biologiche nel ghiaccio superficiale e si vorrà capire quale sia stata la sua evoluzione geologica. Su Callisto, invece, che è fortemente craterizzato e dunque potrebbe essere un residuo del primo sistema gioviano, ci si aspetta di farsi un’idea di come fosse l’ambiente attorno a Giove ai suoi primordi.
Campi magnetici e ghiaccio. Di Ganimede, che verrà sorvolato ad appena 400 chilometri di quota (con l’idea di avvicinarsi, forse, fino a soli 200 chilometri), si vuole esplorare il campo magnetico, il suo oceano nascosto sotto la coltre di ghiacci, capire come è fatto il complesso nucleo e comprendere l’interazione che la luna possiede con Giove.
Passando anche vicino ad Io si cercherà di comprendere com’è l’attività vulcanica sul corpo più attivo del sistema solare e perché esiste una relazione così stabile tra le orbite di Ganimede, Europa ed IoJuice non mancherà di studiare in modo approfondito Giove.
Innanzitutto la sua atmosfera con i suoi enigmi, dalle temperatura che variano enormemente, ai venti, alla composizione chimica dell’atmosfera superiore. E poi si cercherà di capire perché la Grande Macchia Rossa si sta restringendo e ipotizzare come potrà evolvere in futuro. Infine la sonda cercherà di capire qual è l’età degli anelli di Giove, analizzare la loro composizione e comprendere come sono cambiati nel tempo.
Juice lavorerà a temperature estreme
Per questa ricerca vi saranno a bordo dieci strumenti all’avanguardia, tra cui i più potenti oggi a disposizione per il telerilevamento e lo studio geofisico, mai usati prima nel Sistema Solare esterno. Nove degli strumenti sono guidati da partner europei e uno dalla NASA.Salti di temperatura. Juice include anche un esperimento, chiamato Pride, che effettuerà misurazioni di precisione utilizzando radiotelescopi sulla Terra. Bisogna tener presente che Juice lavorerà in ambienti realmente estremi, dove le radiazioni sono tra le più intense del sistema solare (a quelle della nostra stella si sommano quelle prodotte da Giove), dove la luce solare è 25 volte più debole che sulla Terra (è per questo che i pannelli solari coprono un’area di 85 metri quadrati) e le temperature toccate saranno comprese tra i +250°C, quando si avvicinerà a Venere, e i -230°C, in prossimità di Giove.
La distanza dalla Terra ha richiesto un’antenna di 2,5 metri di diametro per inviare i dati “a casa” e un potente computer di bordo per la risoluzione in automatico di eventuali problemi che si avranno.Si tratta di una missione frutto di «un momento storico irripetibile propiziato da una convergenza di interessi istituzionali, commerciali e militari», sottolinea in conferenza stampa Francesco Rizzi, responsabile del business Spazio & Optotronica di Leonardo, secondo il quale la missione non solo «spinge più in là la conoscenza umana» ma è in grado di «far innamorare dello spazio e attrarre i giovani» necessari a garantire il futuro di una filiera di rilevanza strategica per l’Italia e l’Europa.Juice arriva dopo una serie di missioni che hanno studiato Giove, tra le quali spiccano la Galileo che lavorò attorno al pianeta tra il 1995 e il 2003 e Juno che è ancora in orbita dal 2016.
Presto vi si affiancherà anche la sonda Europa Clipper della NASA che concentrerà i suoi lavori sulla luna Europa. Alla missione Juice partecipano oltre l’Europa anche gli Stati Uniti, il Giappone e Israele.