L’ellisse di Steinhaus
Una matematica per immagini con meno parole e meno dimostrazioni. L’idea di Steinhaus di fissare con un’istantanea l’ellisse in un bicchiere d’acqua.
Il mondo era già in guerra da un paio d’anni. Era il 1916. A Cracovia Hugo Steinhaus stava passeggiando nei viali del parco della città assorto nei suoi pensieri quando d’un tratto ne fu distolto da tre giovani che conversavano animatamente. Aveva chiaramente udito la frase: «la misura di Lebesgue». Un argomento così nuovo che non era facile incontrare qualcuno, fuori dei confini francesi, che ne sapesse qualcosa. Incuriosito, Steinhaus appurò chi erano i giovani capaci di parlarne: uno dei tre era Stefan Banach.
L’episodio è raccontato da Mark Kac in Gli Enigmi del Caso – Vicissitudi di un matematico. Un libro universalmente noto che Kac presenta come la sua autobiografia, ma che è molto più di un semplice racconto di sé: è storia nel senso più completo. È pensiero e vita. È storia politica e civile, storia di conflitti religiosi e sociali, storia della piaga dell’antisemitismo nell’Europa fra le due guerre. Ed è storia degli studi e delle Università, della matematica e dei matematici e non manca di spiegazioni tecniche scritte con maestria: sulla probabilità, l’indipendenza stocastica, la curva normale, le proprietà statistiche del rumore. E neppure mancano gli episodi che rendono umana la vita ai matematici. Di Hugo Steinhaus, in particolare.
Il fondatore della scuola matematica di Leopoli fu, di Mark Kac, il maestro. Colui che lo scoprì, gli diede fiducia e lo guidò negli studi e
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