Muti: “Abbiamo reciso le nostre radici. A scuola la musica e i musicisti si studiano poco”

Ricardo Muti, uno fra i più grandi, prestigiosi e irraggiungibili direttori di orchestra, intervistato da Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, dopo un excursus illuminante sui più grandi musicisti di ogni tempo: “Quando lo chiesero a Rossini, rispose: Beethoven. “E Mozart?”, gli dissero. E lui: “Mozart è fuori categoria”. Mozart è un artista indispensabile. Senza non si può vivere”, si interroga sul ruolo della musica a scuola. 

Parlando infatti di Giuseppe Verdi, dichiara: “Non posso fare a meno di Verdi. Ha ragione d’Annunzio: “Diede una voce alle speranze e ai lutti, pianse e amò per tutti”. Eppure Verdi a scuola non si studia, non si ascolta. Siamo convinti che educare alla musica i nostri ragazzi consista nell’obbligarli a suonare il piffero, traendone orrendi suoni striduli. E un genio come Da Ponte non è neppure nominato nei libri dei liceali”.

E per sottolineare questa affermazione, cita alcuni libretti di Da

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