TEMPO DI VENDEMMIA

TEMPO DI VENDEMMIA

L’afa era ancora pesante, il cielo velato di vapori, le cicale arrabbiate;

dove il cielo era più sgombro, qualche fiocco di nuvole era spiaccicato

come una pennellata.

La pioggia doveva essere assai lontana, e si cominciò la vendemmia.

Nelle vigne popolate di vespe e di calabroni i grappoli appena punti si

disfacevano. Un odore denso era dappertutto.

Le donne si sparsero per il campo con le loro ceste sul capo, e si

adagiavano sotto le viti.

Le dita si appiccicavano legate dai succhi e dalle ragnatele.

Nell’aria ancora squillante per il fresco notturno s’intonavano canzoni

cui si rispondeva da vite a vite, e i peri e i peschi buttavano giù con un

tonfo qualche frutto troppo maturo.

Le vespe e le farfalle messe in sospetto volavano più alte, e qualche canto

era interrotto da un grido pungente.

Verso mezzogiorno il carro si empi d’uva e fu il

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