Embodiment e Intelligenza Artificiale: verso una pedagogia somatica per le aree rurali

25 Ago Embodiment e Intelligenza Artificiale: verso una pedagogia somatica per le aree rurali
È online il nuovo numero della rivista scientifica di Fascia A (11D1/11D2) Journal of Inclusive Methodology and Technology in Learning and Teaching (JIMTLT): V. 5 N. 2 (2025) – Embodiment e comunità educante. Letteratura, Sviluppo e Prospettive
Il volume, curato dal prof. Filippo Gomez Paloma (Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale), affronta con approccio scientifico e transdisciplinare le trasformazioni profonde che stanno investendo educazione, didattica e formazione. Nell’era dell’Antropocene e delle intelligenze artificiali pervasive, il concetto di educare non può più ridursi alla semplice trasmissione di contenuti: l’attenzione si sposta sulla centralità del corpo, sulla capacità di essere e saper essere, sullo sviluppo di competenze cognitive e sociali radicate nella corporeità.
La prospettiva dell’Embodied Education, fondata sul paradigma dell’Embodied Cognition, diventa così un riferimento per ripensare le pratiche educative: l’apprendimento è situato, concreto, affettivo, multisensoriale, e va progettato tenendo conto dei tempi, degli spazi e delle relazioni che animano ogni contesto formativo.
Tra i saggi pubblicati il volume accoglie il contributo della ricerca di INDIRE dal titolo: Towards a Somatic Pedagogy of Artificial Intelligence: interdisciplinary reflections between Embodied Cognition and Educational Design, a cura dei ricercatori Fabrizio Schiavo e Giuseppina Rita Jose Mangione (INDIRE), insieme alla ricercatrice Monica Di Domenico (Università di Salerno) e al prof. Pio Alfredo Di Tore (Università di Cassino e del Lazio Meridionale).
L’articolo propone una lettura critica e interdisciplinare dell’Intelligenza Artificiale in educazione, superando i modelli cognitivisti tradizionali che hanno ridotto l’apprendimento a mera trasmissione di contenuti. Gli autori elaborano il concetto di pedagogia somatica, fondato sull’embodied cognition, che considera il corpo non come accessorio, ma come luogo primario di conoscenza, riflessione e costruzione di significato.
In questa prospettiva, gli Embodied Conversational Agents (ECAs) non sono concepiti come strumenti di automazione o personalizzazione algoritmica, ma come compagni riflessivi in grado di stimolare nei docenti processi di progettazione e di auto-riflessione attraverso interazioni multimodali (gesti, prosodia, posture, ritmo conversazionale).
L’AI, dunque, non è un oggetto tecnico, bensì un soggetto pedagogico, capace di contribuire alla costruzione di spazi educativi incarnati e relazionali.
Un elemento di particolare rilievo è la ridefinizione delle metriche di valutazione dell’AI educativa: non più centrata soltanto su efficienza e performance, ma sulla qualità esperienziale, sulla profondità della riflessione generata e sulla risonanza corporea attivata nell’interazione docente–tecnologia.
Inclusione e piccoli contesti scolastici
Un aspetto di grande valore del contributo è l’attenzione ai contesti educativi delle aree interne, con attenzione alle piccole scuole delle isole e montagne, che in Italia come a livello europeo, sono spesso caratterizzati da fragilità strutturali, scarsità di risorse e isolamento professionale dei docenti. In queste realtà considerate da INDIRE come laboratori di innovazione pedagogica, la professionalità degli insegnanti si fonda su un sapere corporeo, intuitivo e relazionale. Qui il corpo del docente diventa un indispensabile “strumento epistemico” per la gestione delle complessità: dalla conduzione di classi multigrado, alla cura della prossimità educativa, fino alla mediazione delle relazioni in comunità scolastiche a bassa densità.
In questo scenario, gli Embodied Conversational Agents (ECAs), oggetto di riflessione nell’ambito del Piano Nazionale della Ricerca (PNR 2021-2027- MUR), progettati secondo principi somatici, possono svolgere un ruolo cruciale. Non si limitano a fornire supporto tecnico o informativo, ma diventano presenze dialogiche in grado di:
- stimolare la riflessione professionale, offrendo al docente un interlocutore capace di attivare risonanze corporee ed emotive;
- sostenere la progettazione didattica, valorizzando i processi di ideazione situata e ancorata agli spazi, ai tempi e alle relazioni del contesto scolastico reale;
- rafforzare la dimensione relazionale della scuola, favorendo un senso di co-presenza anche dove le comunità di pratica sono limitate o assenti.
Gli autori evidenziano che parlare di innovazione tecnologica in queste realtà non significa semplicemente introdurre nuovi dispositivi digitali. Significa invece sviluppare un’ecologia somatica dell’educazione, capace di coniugare tecnologie, corpi e relazioni. Solo in questo modo gli strumenti di AI possono essere realmente inclusivi, diventando parte integrante del tessuto educativo e rispondendo ai bisogni specifici delle comunità scolastiche.
La prospettiva proposta si innesta inoltre nel filone di ricerche che, anche in Italia, hanno mostrato la resilienza e la capacità innovativa delle piccole scuole durante momenti di crisi sociale, sanitaria e politica. In tali contesti, l’AI somaticamente orientata può ampliare le possibilità di riflessione e di collaborazione, contribuendo a ridurre l’isolamento professionale e a sostenere processi formativi contestualmente sensibili, relazionalmente fondati e pedagogicamente generativi.
Gli autori desiderano ringraziare la comunità scientifica nazionale per il confronto ricco e stimolante che si è svolto a Gaeta durante la Conferenza Nazionale EMBODIED EDUCATION, occasione preziosa per affinare e condividere le riflessioni presentate in questo lavoro.
Un ringraziamento particolare va inoltre al prof. Filippo Gomez Paloma, che ha accolto e valorizzato il contributo all’interno del numero speciale, riconoscendone la rilevanza nel dibattito contemporaneo su embodiment, pedagogia somatica e intelligenza artificiale in educazione.
Per consultare il contributo >>
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