Il Collettivo dei Docenti di Sostegno Specializzati denuncia le problematiche dei nuovi corsi INDIRE e propone soluzioni concrete

Roma, 26 agosto 2025 – Con l’imminente avvio dei corsi di specializzazione sul sostegno da 36/48 ECTS rivolti ai docenti con titolo estero, previsti dall’Art. 7 del D.M. 77/2025, il Collettivo dei Docenti di Sostegno Specializzati lancia un appello accorato per garantire una formazione di qualità, in grado di rispondere alle esigenze degli alunni con disabilità e delle loro famiglie.

Il sostegno scolastico non può essere considerato un semplice adempimento burocratico. Si tratta di una responsabilità educativa e sociale che richiede competenze approfondite, esperienza sul campo e una preparazione adeguata. Tuttavia, il progetto formativo messo in campo da INDIRE presenta gravi lacune organizzative e strutturali che rischiano di compromettere la qualità del percorso.

Le criticità evidenziate

Tra i principali problemi rilevati dal Collettivo emergono:

  • Calendario disorganico: I corsi da 36 ECTS non hanno un piano ben definito, costringendo i corsisti a selezionare autonomamente lezioni non pertinenti.
  • Piattaforme poco testate: Le credenziali di accesso vengono fornite solo pochi giorni prima dell’inizio, senza possibilità di familiarizzazione con gli strumenti.
  • Assenza di sedi d’esame: La mancanza di indicazioni chiare sulle sedi per gli esami finali genera incertezza e difficoltà organizzative.
  • Verifiche semplificate: La previsione di soli cinque quiz a risposta multipla per ciascun insegnamento non riflette la complessità delle competenze richieste.
  • Orari inadeguati: La concentrazione delle lezioni nei weekend o in orari residuali rischia di svuotare la formazione di contenuti significativi.

Le richieste del Collettivo

Per affrontare queste problematiche, il Collettivo propone interventi mirati:

  1. Tutela dei percorsi formativi: Attivare corsi secondo i criteri ministeriali del DM 249/2010, garantendo standard elevati e contingentamento delle iscrizioni.
  2. Verifiche più articolate: Introdurre modalità di valutazione che valorizzino la riflessione pedagogica e le competenze professionali.
  3. Formazione sul campo: Riconoscere l’importanza del tirocinio pratico, insostituibile rispetto alle ore teoriche o ai test semplificati.
  4. Investimenti reali: Destinare risorse adeguate alla formazione dei docenti di sostegno, evitando soluzioni improvvisate.

Un appello per il futuro della scuola

“Formare docenti di sostegno significa formare figure centrali per la scuola pubblica di domani,” sottolinea il Collettivo. “Farlo con superficialità è un’offesa all’intera comunità scolastica e, soprattutto, agli alunni e alle famiglie che confidano nella scuola per costruire percorsi autenticamente inclusivi.”

L’appello del Collettivo è chiaro: investire nella formazione significa investire nel futuro della scuola e nella costruzione di una società realmente inclusiva. È necessario che le istituzioni rispondano con responsabilità, garantendo percorsi formativi che siano all’altezza delle sfide educative odierne.

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