Le piccole scuole nei territori fragili, ne abbiamo parlato alla XLVI Conferenza Scientifica Annuale dell’Associazione Italiana di Scienze Regionali (A.I.S.Re)

12 Set Le piccole scuole nei territori fragili, ne abbiamo parlato alla XLVI Conferenza Scientifica Annuale dell’Associazione Italiana di Scienze Regionali (A.I.S.Re)
La XLVI Conferenza Scientifica Annuale dell’Associazione Italiana di Scienze Regionali (A.I.S.Re) “Le diseguaglianze territoriali: prospettive per regioni e città” si è tenuta dal 10 al 12 settembre a Pescara, presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara.
La conferenza è stata un’occasione di confronto per studiosi, ricercatori e osservatori qualificati sul tema delle disuguaglianze territoriali tra regioni, città, aree urbane e rurali, in un contesto internazionale caratterizzato da mutamenti improvvisi e trasformazioni radicali. Nonostante i numerosi interventi delle politiche europee e nazionali, le persistenti e talora crescenti disuguaglianze rappresentano tuttora un concreto e grave problema per molti territori. Per tali aree, le opportunità di sviluppo risultano significativamente limitate, con il rischio che le divergenze si accrescano al punto da minare i principi di coesione territoriale, che sono al fondamento dell’Unione Europea.
Nella giornata di mercoledì 10 settembre, i ricercatori INDIRE Rudi Bartolini e Chiara Zanoccoli hanno presentato, all’interno della sezione “Measuring and Tackling Multidimensional Inequality: Insights from Education and Beyond”, il contributo “Le piccole scuole nei territori fragili, fra crisi e opportunità di rilancio per il territorio” scritto insieme alla ricercatrice INDIRE e Coordinatrice del gruppo di ricerca sulle piccole scuole Giuseppina Rita Jose Mangione. L’intervento, dopo una ricostruzione del fenomeno piccole scuole in Italia, ha approfondito l’analisi di due contesti territoriali di particolare interesse: le aree interne più periferiche del Paese e i territori dell’”Italia di mezzo”. Si è cercato di mettere in evidenze il ruolo strategico che le piccole scuole possono giocare nell’innovazione della scuola e nel rilancio dei territori, sia come agenzia formativa e presidio culturale, sia come istituzione che dialoga con la comunità e contribuisce a immaginare e progettare il futuro comune. La visione è quella di una scuola generativa che non si limita a trasmettere conoscenze, ma produce legami con istituzioni, attori e risorse del territorio, mette in moto processi di riconoscimento reciproco e costruzione di senso. Una scuola come bene comune in grado di contribuire in maniera decisiva alla tenuta democratica, culturale e sociale delle aree più fragili del Paese.
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