Romeo e Giulietta: tra leggenda e realtà in cinque domande

Le città della nostra splendida Italia hanno moltissime attrattive.

Se pensiamo a Verona, la nostra mente si concentra sulla monumentale Arena.

Ma, subito dopo, la leggenda dei due innamorati più conosciuti in tutto il mondo, ci conduce verso altri interessi.

Alcune persone pensano, infatti, di poter vedere i luoghi reali dove hanno vissuto il loro sventurato amore, i due giovani.

Altre, pensano, invece, di ammirare lo scenario fantastico creato da William Shakespeare per ambientare l’ardente passione dei due innamorati.

Mi spiace, ma nessuna delle due concezioni è giusta.

La storia è molto più complessa.

Se volete saperne di più, proseguite nella lettura.

Pronti?

Relax!

Si parte!

“Romeo e Giulietta” in …..

Continua la lettura su: https://mastrogessetto.it/romeo-e-giulietta-tra-leggenda-e-realta-in-cinque-domande/ Autore del post: Mastro Gessetto Fonte:

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Un libro salverà il mondo

Un libro salverà il mondo

La Promozione della Lettura tra Realtà e Sogno

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Un libro, nel suo misterioso potere, ha il potenziale di superare i confini della realtà, avvicinandoci alla materia di cui sono fatti i sogni. Con la lettura, immagini, mondi virtuali, emozioni, sentimenti e passioni prendono vita, cristallizzandosi nelle parole per poi rinascere attraverso gli occhi di chi legge. La scrittura diviene un ponte tra la mente di chi crea e di chi riceve, permettendo un dialogo che supera il tempo e lo spazio, al di là dei media utilizzati: dall’eterno e romantico libro di carta ai canali digitali più recenti, che sfruttano supporti e tecnologie inimmaginabili fino a pochi decenni fa.

Ma quale sarà il futuro della lettura e dell’accesso al sapere? L’avanzamento delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale sta già ipotizzando uno scenario in cui le informazioni potrebbero essere integrate direttamente nella nostra memoria cerebrale. Un’idea che ricorda le visioni distopiche dei fratelli Wachowski nella saga di Matrix, in cui la realtà si mescola con l’immaginazione e la conoscenza diventa qualcosa da “caricare” e non da conquistare. La lettura, in questo scenario futuristico, potrebbe forse assumere una nuova forma, o addirittura perdere il suo rituale tradizionale, per diventare un’esperienza sensoriale diretta e, in qualche modo, ancora più intima.

Realtà e Percezione: Che Cos’è la Realtà? Tornando al nostro mondo, il concetto stesso di realtà è una costruzione del cervello, una traduzione dei segnali che i sensi captano e che il nostro sistema cognitivo rielabora per offrirci un presente che è già passato. La lettura agisce su questa dimensione, poiché ogni storia, ogni poesia o riflessione che attraversiamo viene integrata e interpretata dalla nostra mente, dando vita a un mondo interiore unico per ciascun lettore. I libri, quindi, non sono solo oggetti o strumenti, ma piuttosto viaggi interiori che accendono l’immaginazione e stimolano la riflessione, rendendo il confine tra la realtà e la finzione quasi impercettibile.

La Promozione della Lettura: Un’Urgenza Educativa e Sociale

In un mondo sempre più complesso e interconnesso, promuovere la lettura diventa una missione educativa e sociale di grande importanza per tutti gli ordini scolastici, dalla scuola dell’infanzia fino all’università e oltre, abbracciando l’intero ciclo della vita nell’ottica del life-long learning. La nostra epoca impone sfide emotive e sociali significative, che si manifestano non solo tra i giovani, ma continuano a riproporsi nell’età adulta, in un ciclo di crescita personale che richiede strumenti per affrontare nuovi contesti e difficoltà.

Per i bambini e ragazzi, l’immersione nella lettura sviluppa la capacità di immedesimarsi nei personaggi e di vivere esperienze di crescita attraverso le loro storie. Questo percorso si amplia e si trasforma durante l’adolescenza e oltre, quando i giovani affrontano sfide identitarie e relazionali, ma si proietta anche negli anni universitari, un periodo cruciale per la formazione della personalità e per l’apertura a nuove prospettive culturali e intellettuali. Anche all’università, la lettura non è solo un mezzo per acquisire conoscenze tecniche o accademiche, ma rappresenta una via per consolidare capacità critiche, riflettere su se stessi e connettersi con una realtà in continuo cambiamento.

Oltre l’università, il valore della lettura si estende alla vita adulta e anziana, come elemento fondamentale del life-long learning e della crescita personale. In una società che richiede una costante capacità di adattamento e una predisposizione all’apprendimento continuo, la lettura resta uno degli strumenti più potenti per mantenere la mente attiva, coltivare la curiosità e ampliare il proprio bagaglio culturale e relazionale. Leggere, esplorare nuove idee e prospettive, che si tratti di narrativa, saggistica, articoli scientifici o romanzi, permette di affrontare il cambiamento e di alimentare una comprensione più profonda e completa del mondo.

La lettura, pertanto, diventa un filo conduttore che accompagna l’intero arco della vita, fornendo risorse per affrontare ogni fase con consapevolezza e maturità. Contribuisce a sviluppare empatia, resilienza e capacità critica, promuovendo la crescita non solo dei singoli individui, ma della società intera. Nell’ottica del life-long learning, leggere non è solo un piacere o un passatempo, ma un pilastro della formazione continua, capace di arricchire ogni tappa della vita e di offrire sempre nuove possibilità di crescita e trasformazione.

Lettura e Sviluppo Cognitivo: Un’Analisi Neuroscientifica, Pedagogica e Psicologica

Dal punto di vista neuroscientifico, la lettura è un’attività complessa che attiva una rete diversificata di aree cerebrali e stimola una vasta gamma di abilità cognitive ed emotive. Quando leggiamo, il nostro cervello non si limita a decodificare il testo visivamente, ma coinvolge un circuito più ampio, elaborando parole, significati e immagini mentali. Le aree visive e linguistiche lavorano in sinergia per interpretare ogni parola e frase, ma la lettura va ben oltre questo: crea nel cervello un ambiente ideale per l’immersione, l’interpretazione e la simulazione emotiva.

Neuroscienziati hanno scoperto che, nel momento in cui leggiamo descrizioni dettagliate di esperienze sensoriali o emozionali, il nostro cervello attiva le stesse aree coinvolte nel vivere direttamente quelle esperienze. Ad esempio, leggere una descrizione che evoca un profumo o una sensazione tattile può attivare i sistemi cerebrali che normalmente rispondono a stimoli olfattivi o tattili, rendendo la lettura un’esperienza multisensoriale e profonda. Inoltre, l’empatia che si sviluppa durante la lettura di un romanzo o di un racconto è mediata da aree legate alle emozioni e all’identificazione con l’altro, come l’amigdala e altre strutture del sistema limbico. Questo processo permette al lettore di immedesimarsi nei personaggi, vivendo indirettamente le loro emozioni e sfide, un’esperienza che contribuisce a costruire l’intelligenza emotiva.

Dal punto di vista pedagogico, la lettura rappresenta un elemento chiave nello sviluppo cognitivo e sociale. Non solo arricchisce il vocabolario e migliora la capacità di comprensione, ma allena anche il pensiero critico e la capacità di inferenza, poiché richiede di collegare eventi e riflettere sui significati sottostanti. La lettura di narrativa, in particolare, espone i giovani lettori a una pluralità di culture, storie e prospettive, favorendo la comprensione interculturale e sociale. Questo dialogo continuo con testi di ogni genere permette al cervello di costruire collegamenti tra nuove informazioni e conoscenze pregresse, rendendo la lettura una pratica che, oltre a consolidare l’apprendimento, apre la mente alla diversità.

Sul piano psicologico, la lettura è una palestra emozionale: offre ai lettori un luogo sicuro in cui esplorare paure, gioie, speranze e sconfitte. Immedesimarsi nei personaggi aiuta i giovani a capire e accettare le proprie emozioni, a riflettere sulle loro esperienze e a costruire una resilienza psicologica utile per affrontare le sfide della vita reale. Studi dimostrano che l’immersione in storie di crescita personale o di superamento di ostacoli aiuta i lettori a comprendere meglio se stessi e a sviluppare una maggiore capacità di gestione delle proprie emozioni. La lettura offre uno spazio di riflessione interiore e un’opportunità di apprendere, attraverso l’esperienza di altri, strategie di adattamento e di risposta positiva di fronte alle difficoltà.

In sintesi, leggere è un’attività che va ben oltre il semplice riconoscimento delle parole. È un processo che attiva il cervello a diversi livelli, sollecitando abilità cognitive, empatiche ed emotive e creando un’integrazione profonda tra mente e cuore. La lettura, quindi, non solo educa e arricchisce, ma ci permette di esplorare, comprendere e gestire meglio le complessità della vita, rendendoci persone più consapevoli e resilienti.

Romanzi e Gialli: Esperienze per Crescere nelle Relazioni e nelle Emozioni

La lettura di romanzi e gialli offre ai ragazzi un’opportunità unica di maturazione emotiva e di sviluppo delle competenze sociali e relazionali. Nei romanzi, i protagonisti spesso affrontano esperienze intense che rispecchiano le difficoltà tipiche dell’adolescenza: le prime delusioni amorose, i conflitti con gli amici o le difficoltà a casa e a scuola. Questi racconti possono diventare vere e proprie guide emotive, suggerendo che la resilienza è possibile e che ogni sfida può essere superata con forza interiore. Immedesimarsi nei personaggi che attraversano momenti di crisi e superamento permette ai giovani lettori di vedere le difficoltà come esperienze temporanee, da affrontare con coraggio e pazienza. Questo processo di immedesimazione, di speranza e rinascita attraverso la narrativa è uno strumento che, pur sembrando invisibile, ha un grande impatto sullo sviluppo di un’identità forte e sicura.

Nel genere giallo, invece, i lettori vengono invitati a partecipare attivamente alla risoluzione di enigmi e misteri. Qui, l’attenzione al dettaglio, il pensiero logico e la capacità di risolvere problemi complessi sono qualità indispensabili, che preparano i ragazzi ad affrontare le sfide quotidiane con un approccio più razionale e consapevole. Seguendo un detective o un investigatore, il lettore apprende a valutare situazioni intricate e a trovare soluzioni creative ai problemi, abilità utili anche nella vita reale per interpretare e comprendere situazioni difficili e prendere decisioni ragionate.

Il libro, però, è molto più che un semplice strumento di intrattenimento o apprendimento. Ogni storia nasce nella mente di chi scrive; è lì che i personaggi vengono creati, vivono e si evolvono. Lo scrittore non si limita a raccontare le loro vicende, ma li segue passo passo, immergendosi nelle loro emozioni, condividendo con loro le delusioni e le vittorie, esplorando insieme a loro la bellezza e la complessità del tempo della vita. Questo legame profondo tra autore e personaggi si riflette inevitabilmente sul lettore, che, nel momento in cui si immerge in un racconto, fa proprie le vicende dei personaggi. Leggere diventa allora un’esperienza autentica e intima, unica per ciascun lettore, che non solo scopre nuove prospettive ma vive e rielabora le emozioni dei protagonisti in modo personale.

In questo senso, la lettura si trasforma in una forma di auto-esplorazione e crescita interiore. Ogni lettore vive la storia a modo suo, portando con sé le emozioni e le riflessioni suscitate dai personaggi e dalla trama. E, attraverso questo processo, impara a conoscere meglio se stesso e a riconoscere che anche le sfide più difficili possono essere superate, proprio come accade ai personaggi dei libri.

La Varietà dei Generi Letterari

L’universo della lettura abbraccia una moltitudine di generi e formati, ognuno dei quali arricchisce l’esperienza del lettore in modo unico. I romanzi offrono mondi complessi e intimi, dove ci si può immergere nei sentimenti e nelle vite dei personaggi, favorendo l’introspezione e l’empatia. Al contrario, i gialli con i loro misteri e indagini stimolano il pensiero logico e critico, coinvolgendo il lettore in un gioco intellettuale che sollecita la risoluzione di problemi.

La saggistica si apre invece alla realtà, esplorando argomenti che spaziano dalla storia alla scienza e alla filosofia. Questo genere sfida il lettore a riflettere e a comprendere la complessità del mondo, promuovendo la curiosità intellettuale. D’altra parte, la manualistica e i libri sugli hobby si concentrano su attività pratiche, nutrendo passioni personali e offrendo strumenti per sviluppare abilità concrete.

Anche i fumetti, i manga e le graphic novel svolgono un ruolo importante: con la combinazione di immagini e testo, rendono accessibili temi complessi e attraggono lettori giovani, offrendo una narrativa visiva che coinvolge immediatamente. La poesia e la drammaturgia, infine, rappresentano forme d’arte condensate, dove il linguaggio è usato in modo simbolico per esprimere idee e emozioni profonde, spesso favorendo la contemplazione e la riflessione sulle dinamiche umane.

Ogni genere contribuisce a costruire un’esperienza di lettura che può arricchire il lettore, portandolo a esplorare nuove prospettive e a scoprire aspetti della vita e della conoscenza umana da differenti angolazioni. In questo vasto panorama, la diversità dei generi stimola non solo l’intelletto, ma anche l’emotività, offrendo strumenti per interpretare la realtà e per costruire un bagaglio culturale e personale vario e profondo.

Tipologie Editoriali: Un Universo di Formati per Ogni Lettore

L’universo della lettura si arricchisce non solo con una molteplicità di generi, ma anche attraverso una varietà di tipologie editoriali che rispondono a esigenze diverse, rendendo l’esperienza di lettura più accessibile, pratica o esteticamente appagante. Ogni formato editoriale contribuisce in modo unico, offrendo soluzioni per ogni occasione e gusto, che vanno dal classico libro tascabile all’innovativo ebook digitale.

I tascabili, con la loro leggerezza e accessibilità, sono perfetti compagni di viaggio, rendendo la lettura facilmente fruibile ovunque. I cartonati, con le loro copertine rigide e resistenti, offrono una presentazione elegante e durevole, ideale per le prime edizioni o i volumi illustrati di pregio. I libri illustrati e gli albi, pensati spesso per bambini e adolescenti, combinano narrazione e immagini, creando un’esperienza multisensoriale che cattura l’attenzione e stimola l’immaginazione.

I libri d’arte e da collezione rappresentano vere opere d’arte, prodotti con materiali di alta qualità e pensati per appassionati e collezionisti che desiderano ammirare illustrazioni, fotografie o stampe di pregio. I libri rilegati in pelle e i volumi antichi sono oggetti preziosi per bibliofili, spesso destinati al collezionismo, con rilegature artigianali che conferiscono un fascino senza tempo. I libri per l’infanzia, con pagine spesse e resistenti, a volte dotati di elementi interattivi come pop-up o superfici tattili, sono ideali per i più piccoli, stimolando i sensi e l’apprendimento. Formati come i libri spiralati rispondono a esigenze pratiche specifiche, risultando utili per manuali, libri di cucina o quaderni di lavoro, grazie alla possibilità di sfogliare le pagine facilmente e mantenerle aperte stabilmente.

Ogni tipologia editoriale amplifica e personalizza l’esperienza di lettura, rispondendo a preferenze e necessità diverse. Che si tratti di un tascabile da portare in viaggio, di un libro d’arte da ammirare, il mondo dell’editoria continua a evolversi, adattandosi ai gusti e alle esigenze di ogni lettore e garantendo che la lettura rimanga una parte essenziale e accessibile della nostra vita.

I Nuovi Media Digitali e l’Intelligenza Artificiale: Una Rivoluzione nella Lettura e nell’Accesso al Sapere

L’avvento dei media digitali e dell’intelligenza artificiale ha rivoluzionato il modo di leggere e accedere alla conoscenza, trasformando la lettura in un’esperienza immediata, personalizzata e accessibile. Gli ebook, disponibili su dispositivi come gli ebook reader e tablet, consentono di portare un’intera libreria ovunque, mentre le biblioteche digitali, come MLOL, mettono a disposizione migliaia di titoli consultabili da qualsiasi dispositivo. Anche gli audiolibri e i podcast hanno aperto nuove possibilità, offrendo contenuti da ascoltare durante gli spostamenti o in momenti di relax, rispondendo alle esigenze di chi preferisce l’ascolto alla lettura visiva e rendendo la fruizione più flessibile. In parallelo, l’intelligenza artificiale rappresenta un ulteriore strumento innovativo nel mondo dell’editoria, capace di personalizzare l’esperienza di lettura attraverso algoritmi che suggeriscono libri in base ai gusti e alla cronologia dell’utente. L’IA, inoltre, preannuncia un futuro in cui sarà possibile creare libri interattivi e personalizzati, con trame influenzabili dal lettore, rendendo la narrazione più immersiva e dinamica. Gli strumenti di analisi semantica avanzata, infine, promettono di rendere i testi complessi più accessibili, permettendo a chiunque di fruire di contenuti che altrimenti risulterebbero impegnativi, indipendentemente dal livello di competenza. In questo scenario in continua evoluzione, i nuovi media digitali e l’IA stanno cambiando il panorama della lettura, aprendo strade inedite per scoprire, imparare e vivere le storie.

Buone Pratiche di Promozione della Lettura: Progetti e Iniziative

Promuovere la lettura è un obiettivo educativo fondamentale, specialmente in un’epoca caratterizzata da rapide trasformazioni digitali e dalla predominanza dell’informazione visiva e immediata. La lettura, oltre ad essere un mezzo per arricchire la cultura personale, rappresenta un’opportunità per sviluppare il pensiero critico, la capacità di riflessione e la comprensione delle complessità del mondo. Per questo motivo, sono sempre più diffuse nelle scuole e nelle università attività di promozione della lettura, anche in contesti caratterizzati da curriculi fortemente orientati alle scienze e alla tecnica. In questi casi, si introduce la teoria della complessità di Edgar Morin, che promuove un approccio integrato tra sapere umanistico e scientifico-tecnico, sottolineando l’importanza di un’educazione che superi le divisioni tra le discipline per comprendere meglio la complessità del reale.

Tra le buone pratiche per avvicinare i giovani alla lettura, vi sono attività come gli incontri con gli autori, che permettono agli studenti di conoscere direttamente chi ha scritto il libro che stanno leggendo, offrendo loro un’occasione per approfondire i temi e le intenzioni dell’opera. Il Book Swap, o scambio di libri, è un’altra iniziativa coinvolgente: non solo offre la possibilità di condividere e scoprire nuovi titoli, ma crea un senso di comunità e appartenenza tra lettori. Laboratori di lettura, in cui si analizzano testi in modo interattivo, e attività di debate, che incoraggiano gli studenti a confrontarsi sui contenuti dei libri letti, stimolano la riflessione critica e la capacità di argomentare. La drammatizzazione e la creazione di cortometraggi basati sui libri permettono agli studenti di esplorare il testo in modo creativo, aiutandoli a comprendere i personaggi e le tematiche in modo più profondo e personale.

In Italia, programmi nazionali come #ioleggoperché, Libriamoci e Il Maggio dei Libri sono diventati esempi di buone pratiche per promuovere la lettura e avvicinare le nuove generazioni al piacere dei libri. #ioleggoperché, ad esempio, incoraggia le donazioni di libri alle scuole, alimentando le biblioteche scolastiche e rendendo i libri più accessibili a tutti gli studenti. Libriamoci, invece, promuove giornate di lettura ad alta voce nelle scuole, in cui autori, attori e volontari leggono testi selezionati, creando un’atmosfera coinvolgente e stimolante per gli studenti. Il Maggio dei Libri offre una serie di eventi ed incontri con autori, illustratori e artisti, stimolando la lettura anche in contesti extra-scolastici e promuovendo l’idea che il libro sia uno strumento di crescita e di scoperta personale e collettiva.

Anche le scuole stesse possono giocare un ruolo fondamentale nella promozione della lettura, trasformando le biblioteche scolastiche in veri e propri centri culturali, dove gli studenti possono partecipare a maratone di lettura, club del libro e incontri tematici. Collaborazioni con autori, illustratori e altri professionisti del mondo editoriale consentono di arricchire ulteriormente queste iniziative, offrendo agli studenti l’opportunità di esplorare il processo creativo e di comprendere meglio il valore della narrativa e della saggistica. Inoltre, organizzare giornate dedicate alla lettura, magari con angoli di lettura all’aperto o allestimenti ispirati ai mondi dei libri, trasforma la lettura in un’esperienza sociale, stimolando la curiosità e la partecipazione attiva degli studenti.

In definitiva, le buone pratiche di promozione della lettura vanno oltre la semplice lettura individuale, trasformandola in un’attività partecipativa e inclusiva. In un mondo che richiede sempre più capacità di comprensione critica e di analisi delle complessità, promuovere la lettura diventa una missione che mira a formare cittadini consapevoli, capaci di navigare nel vasto mare delle informazioni con un bagaglio culturale e intellettuale solido.

Una Visione Globale: La Promozione della Lettura nel Mondo

A livello internazionale, la promozione della lettura è riconosciuta come una priorità fondamentale per lo sviluppo culturale e sociale delle comunità. In Europa, iniziative come Europe Readr mirano a incentivare la lettura tra i giovani adulti, creando spazi pubblici per il dialogo e il dibattito su valori europei condivisi, sostenibilità e urbanismo. Questo progetto, sostenuto dall’Unione Europea, offre una piattaforma digitale gratuita che raccoglie opere letterarie contemporanee, accessibili a tutti i cittadini europei, promuovendo una cultura della lettura inclusiva e critica.

In America Latina, iniziative come Bibliotecas para Todos si concentrano sulla diffusione dei libri nelle aree svantaggiate, collaborando con biblioteche nazionali per creare e rafforzare spazi di lettura inclusivi. Questo progetto, promosso dalla ONCE, mira a garantire l’accesso alla cultura e all’informazione per le persone con disabilità visive, dotando le biblioteche di materiali in braille, audiolibri e tecnologie assistive.

Queste politiche culturali si stanno adattando alle nuove tecnologie per democratizzare ulteriormente l’accesso alla conoscenza. L’uso di piattaforme digitali, ebook e audiolibri consente di superare le barriere geografiche e fisiche, rendendo la lettura più accessibile a diverse fasce della popolazione. La consapevolezza che la lettura è un diritto universale spinge governi e organizzazioni a implementare strategie innovative, integrando strumenti digitali e promuovendo programmi educativi che incoraggiano l’abitudine alla lettura fin dalla giovane età. Questi sforzi sono essenziali per costruire società più informate, coese e capaci di affrontare le sfide del futuro con una solida base culturale.

Conclusioni

La lettura, pur evolvendosi nel tempo, rimane una forza trasformativa che ci arricchisce come individui e come società. Dai libri su carta ai formati digitali, dagli audiolibri ai podcast, ogni supporto rappresenta un canale unico per esplorare la complessità della realtà e del pensiero umano. Le iniziative per promuovere la lettura, sostenute a livello globale, dimostrano che leggere non è solo un piacere o un dovere scolastico, ma un diritto universale, capace di democratizzare la conoscenza e di costruire una società più coesa e consapevole.

Guardando al futuro, l’intelligenza artificiale e le connessioni neurali promettono di rivoluzionare ulteriormente il nostro rapporto con i libri. Immaginiamo un mondo in cui l’IA suggerisce letture perfettamente adattate alle nostre emozioni e aspirazioni, o in cui le esperienze di lettura si arricchiscono grazie a media sensoriali immersivi che ci fanno “sentire” e “vivere” ogni parola. La lettura potrebbe non essere più confinata alla vista o all’udito, ma diventare un’esperienza completa, che coinvolge ogni senso, immergendoci in mondi costruiti non solo dalle parole, ma anche dai suoni, dai profumi e dalle sensazioni.

In questo scenario, la lettura evolve da semplice atto individuale a connessione profonda tra l’uomo e la conoscenza, tra il sogno e la realtà. Il futuro della lettura è un viaggio senza fine, dove ogni libro, ogni storia, continua a ricordarci che siamo qui per scoprire, sentire e, soprattutto, sognare.

Leopardi e la fisica del suo tempo

In Giacomo Leopardi adolescente l’eco delle principali questioni fisiche e matematiche dibattute dai grandi della scienza a lui contemporanei.
Giacomo Leopardi (1798- 1837)
L’articolo di Matmedia “Leopardi fisico e matematico” propone una riflessione sulla formazione scientifica di Giacomo Leopardi,  formazione che avrà un ruolo fondamentale nel suo pensiero filosofico e influenzerà la sua poetica.
Le prime opere adolescenziali denotano grande erudizione ma anche capacità di sintesi e senso critico nelle argomentazioni. Ricordiamo, in proposito, le Dissertazioni filosofiche, comprendenti anche dieci  argomenti di fisica, scritte tra il 1811 e il 1812 ossia all’età di 13 e 14 anni  e la Storia dell’astronomia, scritta un anno più tardi.
Il suo talento precoce era favorito e  stimolato culturalmente dal padre Monaldo, molto esigente  riguardo all’istruzione dei figli e, nonostante le sue idee conservatrici, sempre pronto ad aggiornare  la sua biblioteca accogliendo le  novità in campo scientifico e filosofico
Giacomo e i suoi fratelli potevano  disporre, inoltre, di un piccolo laboratorio per gli esperimenti scientifici. “Studio matto e disperatissimo” da parte dell’adolescente,  ma anche  interesse per la conoscenza del mondo fisico, della Natura, del Cosmo  e grande fascino esercitato su di lui dai grandi scienziati  quali Copernico, Keplero, Galileo  e, soprattutto, Newton.
L’attenzione ai contributi scientifici  negli scritti  di Leopardi, da parte dei critici o interpreti, risale alla seconda metà  del secolo scorso.
Alcune intuizioni da parte di  Italo Calvino nelle “Lezioni americane” e i continui riferimenti alle “Operette morali” nelle sue “Cosmicomiche”, mettono in luce la consapevolezza scientifica che sta alla base di alcune immagini o riflessioni leopardiane, solitamente analizzate dal punto di vista stilistico o nel loro significato filosofico,
Walter Binni, uno dei maggiori studiosi della poetica e del pensiero di Giacomo Leopardi, ne suggerisce un “habitus  mentale” di derivazione scientifica  affermando che: «L’illuminismo fu non solo fornitore a Leopardi di materiali e stimoli filosofici e morali, ma scuola di coraggio della verità, di bisogno di estrema chiarificazione, di lucidità ad ogni costo sulla via del suo attivo pessimismo».
In  occasione della celebrazione del bicentenario della nascita del poeta  (nel 1998) e, qualche decennio più tardi, nel bicentenario  dell’infinito (nel 2019) si assiste sia  a una riscoperta e una valorizzazione dei saggi  di carattere scientifico del giovane Leopardi, sia a una rilettura in chiave moderna delle opere della sua maturità.
Secondo Pietro Greco, giornalista e divulgatore scientifico scomparso due anni fa,
«…L’evoluzione del rapporto tra Leopardi e la scienza si muove con velocità differenziali e direzioni diverse lungo almeno quattro direttrici, certo interconnesse, ma abbastanza autonome da poter essere individuate con una certa precisione…» (Città della scienza /centro studi/Leopardi-e-la-scienza-16 agosto 2016)
Le quattro direttrici di cui parla Greco possono essere ricondotte facilmente ad alcune tematiche di indubbia attualità:

Valore sociale della scienza
Esaltazione della ragione e del rigore scientifico per spiegare i fenomeni
Ricerca del “ senso del mondo”, percezione della complessità del reale
Sfiducia nel meccanicismo e rifiuto del riduzionismo intrinseco nella scienza

Nel saggio “L’infinita scienza di Leopardi”( 2019), gli autori (Giuseppe Mussardo , professore ordinario di Fisica Teorica alla SISSA di Trieste e Gaspare Polizzi, storico della filosofia e della scienza del Centro nazionale studi leopardiani) concentrano le loro riflessioni su tre temi fondamentali :

Leopardi e il cielo
Leopardi e la materia
Leopardi e l’infinito

ricollegabili facilmente agli studi di astronomia, chimica e fisica.
A  questo punto è opportuno osservare che, se è decisamente interessante  affrontare la poetica e il pensiero di Leopardi alla luce della sua formazione scientifica, altrettanto stimolante  potrebbe essere cogliere nelle opere di  Giacomo adolescente l’eco dei principali dibattiti degli scienziati a lui contemporanei e  pensare a un approccio  originale alla storia della fisica e della chimica.
A  partire dalle curiosità e dai  commenti di un giovane studente  meticoloso e tenace, brillante e desideroso di apprendere, possiamo riflettere sul  panorama scientifico  degli anni di passaggio dal XVIII a XIX secolo e su come venissero  affrontati alcuni temi significativi.
Senza aver la pretesa di una trattazione esaustiva, proponiamo due tematiche  abbastanza ampie  che saranno in seguito approfondite, con spirito specialistico, dagli scienziati  XIX secolo:

la struttura della materia e le sue proprietà
la questione copernicana

La struttura della materia e le sue proprietà
Da: Casa Leopardi, Giacomo e la Scienza, 1996
Dalla lettura delle 10 disertazioni di argomento scientifico 

Dissertazione sopra l’attrazione
Dissertazione sopra la gravità
Dissertazione sopra l’urto dei corpi
Dissertazione sopra l’estensione
Dissertazione sopra l’idrodinamica
Dissertazione sopra i fluidi elastici
Dissertazione sopra la luce
Dissertazione sopra l’astronomia
Dissertazione sopra l’elettricismo

emerge il modello di realtà che  Giacomo si era costruito e il quadro concettuale unitario entro cui articola  le spiegazioni dei fenomeni naturali.
Si tratta di esercitazioni scolastiche preparate per il saggio annuale con cui  Monaldo Leopardi era solito far concludere gli  studi dei tre figli, Giacomo, Carlo e Paolina.
Il tono è esplicativo, le argomentazioni puntano sulla citazione di fonti autorevoli o sull’evidenza sperimentale.
La fiducia nella forza della Ragione, la fedeltà  al modello  meccanicistico della realtà, il “culto” della figura di Newton, contrastano, agli occhi del lettore moderno, con alcune convinzioni che sarebbero state a breve superate dalle nuove scoperte e dai  mutamenti di carattere metodologico e filosofico che avrebbero caratterizzano il  secolo XIX . Eppure ci sentiamo trascinati dall’entusiasmo del giovane  conferenziere e seguiamo le sue dissertazioni e i suoi ragionamenti, riscontrando con piacere  alcuni sprazzi di modernità.
Del resto, anche tra gli scienziati dell’inizio del secolo si poteva riscontrare un certo disorientamento di fronte alla molteplicità e alla complessità dei risultati ottenuti, in particolare, in elettrochimica,  in elettromagnetismo e in ottica . Spesso  si cercava una spiegazione riconducibile ai vecchi modelli e, anche se venivano enunciate nuove leggi,  non si arrivava a ideare una teoria ampia e dal potere unificante . Solo nella seconda metà del secolo si avrà la sistemazione della termodinamica e l’elaborazione della teoria dei campi. Per una teoria atomica, nell’ambito della fisica classica, si dovrà aspettare il XX secolo.
Nella Dissertazione sull’estensione si legge:
«…Viene altresì annoverata tra le proprietà dei corpi appartenenti alla loro estensione la Divisibilità. Ciascun corpo è formato di particelle, e di molecole unite insieme per mezzo dell’affinità d’aggregazione, di cui sono dotate. Essi sono dunque divisibili, cioè le particelle possono essere slegate, e scomposte, le quali particelle essendo formate di altre molecole ancor più sottili possono anch’esse per conseguenza esser divise. Infatti, noi non possiamo immaginarci un corpo sebben minimo, nel quale non supponiamo due metà, e per conseguenza può senza dubbio affermarsi esser la materia divisibile in infinito numero di parti infinitamente picciole. Deve avvertirsi, che noi non intendiamo di dire che un corpo sia divisibile in infinito fisicamente, ma soltanto geometricamente, e per mezzo de’ voli astratti dell’umana immaginazione».
«Moltissimi sono quegli esperimenti, con i quali vollero i Fisici dimostrare la Divisibilità dei corpi in modo evidentissimo. Tra questi ell’è utilissima l’osservazione riportata dal celebre Poli circa i raggi della luce, poiché “quantunque, com’egli si esprime, siffatti lumi non decidano se il campo assegnato alla rapportata Divisione si estenda all’infinito, nulladimeno ci mostrano ad evidenza, che la materia è capace di esser divisa in un numero di parti così immenso, che giugne fino a stancare la più vivace immaginazione….
Se in una notte serena, segue il mentovato Scrittore, pongasi a cielo aperto una candela accesa, diffonderà questa tanta luce, che si potrà agevolmente scorgere fino alla distanza di due miglia ossìa di 10 mila piedi tutt’all’intorno. È noto presso de’ Matematici, che uno spazio sferico, che abbia il semidiametro di 10 mila piedi in se contiene 4. bilioni 190 mila 40 e più milioni di piedi cubici. … »
Compare poi in una nota la seguente precisazione
(1) I principj della moderna Chimica dimostrano che la luce, e la fiamma non si sviluppano dal corpo che brucia ma bensì dall’aria vitale allorché l’ossigeno passa nel combustibile insieme con il calorico, e con la luce, con cui era unito, e che abbandonando l’aria vitale, si svolgono, e formano il fuoco.
L’esempio è tratto   da un testo famoso e apprezzato, gli  Elementi di fisica sperimentale (1798) di Giuseppe Saverio Poli e Vincenzo Dandolo, aggiornato sugli ultimi risultati di Lavoisier ma legato inevitabilmente ai modelli  settecenteschi del fluido calorico e dei corpuscoli che stanno a fondamento dei fenomeni luminosi.
Il  concetto di affinità tra le molecole è affrontato in modo generico, come si evince anche dalle dissertazioni sull’attrazione e sulla gravità.
In particolare, vogliamo soffermarci su alcune affermazioni del giovane saggista  riguardo l’interazione gravitazionale, accomunata disinvoltamente ad altre  forze di natura attrattiva, come le forze di adesione o di coesione molecolare.
Affermazioni quali:«…non ha solamente luogo  tra i corpi celesti, considerati l’uno relativamente all’altro. Questa forza agisce altresì in tutte le parti della materia. I liquori si alzano nei tubi capillari al di sopra del loro livello a causa dell’attrazione del tubo….»   non sono, come potrebbe  sembrare,   frutto di un ingenuo fraintendimento da parte del giovane studioso, bensì rispecchiano la convinzione, in quel tempo abbastanza diffusa negli ambienti scientifici, che l’attrazione fosse una proprietà della materia e che si manifestasse, oltre che nella gravitazione,  in molti altri  fenomeni di interazione fra corpi  solidi o fluidi o anche tra corpuscoli dotati di massa.
Interessante è il confronto tra le  dissertazioni di Giacomo  e alcuni  brani tratti dalla Storia dell’astronomia dell’astronomo  Jean-Silvain Bailly ridotta in compendio da  Francesco Milizia ( 1791), uno dei testi  su cui Giacomo aveva studiato.
L’autore sembra abbastanza deciso nell’identificare le forze  di attrazione tra molecole e l’attrazione gravitazionale
«Le affinità chimiche, le dissoluzioni, le precipitazioni, le coagulazioni non sono che attrazioni. Queste molecole esercitano a piccole distanze proporzionalmente alle loro masse un’attrazione simile a quella che i globi celesti esercitano negli spazi dell’Universo a distanze enormi…».
«La causa della coesione è l’attrazione o sia la gravità; e siccome la coesione è più o meno in tutti i corpi, Newton con ragione ha conchiuso che la gravità è universale in tutte le parti della materia»
Ribadisce la spiegazione «gravitazionale» che  Newton fornisce per il fenomeno della rifrazione della luce:
«La luce s’inflette passando presso i corpi per l’attrazione che prova e la devia. Passando da un mezzo ad un altro più denso si refrange, va più veloce poiché vi è più attratta»
L’autorità del paradigma newtoniano è ancora molto solido negli ambienti scientifici del primo ‘800.
Sviluppatosi principalmente come empirismo in Inghilterra e come razionalismo in Francia.  aveva alimentato la convinzione che il modello meccanicistico fosse in grado di descrivere e studiare tutti i fenomeni naturali.
La legge di gravitazione universale, in particolare, con il suo potere unificante,  resta il modello da seguire, almeno per analogia,  nell’interpretare  fenomeni in cui intervengono mutue forze attrattive tra  corpi, dipendenti dalla loro distanza.
Come si può osservare nelle affermazioni di Bailly, l’indiscussa  autorità degli scritti newtoniani poteva arrivare a far interpretare in modo acritico, e in parte errato, il suo pensiero.
Newton è molto più cauto nell’estendere la legge di gravitazione universale  al di fuori della meccanica, anche se, in effetti, per  quanto riguarda l’ottica, pensava che la  rifrazione potesse essere  ricondotta ad un fenomeno di attrazione tra masse,  avvalorando  la sua ipotesi corpuscolare sulla natura della luce.
Se  avesse avuto l’opportunità di anticipare i risultati ottenuti nel 1850 da  Fizeau e Foucault  relativamente alla  velocità della luce, avrebbe osservato che questa è maggiore nel vuoto che non  in un mezzo materiale e sarebbe giunto ad altre conclusioni.
Il pensiero di Laplace  (Exposition du système du monde-1823)  appare invece molto più lucido e più vicino  alla posizione newtoniana ( Hypotheses non fingo)
«L’attrazione sparisce tra i corpi di una grandezza poco considerevole: essa riappare nei loro elementi sotto un’infinità di forme. La solidità, la cristallizzazione, la rifrazione della luce, il sollevamento e l’abbassamento dei liquidi negli spazi capillari, e in generale tutte le combinazioni  chimiche sono il risultato di forze la cui conoscenza è uno dei principali obiettivi dello studio della natura. Così la materia è soggetta all’impero di diverse forze attrattive: una di esse, estendendosi indefinitamente nello spazio, regge i movimenti della terra e dei corpi celesti; tutto ciò che riguarda la costituzione intima delle sostanze che li compongono dipende principalmente dalle altre forze la cui azione è sensibile solo a distanze impercettibili. E’ quasi impossibile, per questa ragione, conoscere le leggi della loro variazione con la distanza; fortunatamente, la proprietà di essere sensibili soltanto assai vicino al contatto basta per sottomettere all’Analisi un gran numero di fenomeni interessanti che ne dipendono».
L’opera di Laplace è del 1823.
L’invenzione della  pila di Volta aveva  indicato nuove vie di ricerca sull’elettricità. Nel 1808  il chimico inglese  sir Humpry Davy aveva ottenuto i primi risultati di dissociazione elettrolitica .
La comunità scientifica francese era  fortemente influenzata dal programma laplaciano, tendente a spiegare i fenomeni fisici a partire dalle proprietà di fluidi imponderabili (fluido elettrico vetroso o resinoso, fluido magnetico australe o boreale, calorico ecc. ecc.)  le cui particelle ultime  interagivano a distanza, tramite forze di tipo newtoniano.
La formalizzazione  poteva avvenire nell’ambito dell’apparato matematico che già aveva  segnato l’indiscusso progresso della meccanica e dell’astronomia.
Le esperienze di Cavendish e di Coulomb, mediante la bilancia di torsione, avevano dimostrato, già alla fine del ‘700,  l’analogia tra le leggi che descrivono le interazioni gravitazionali, elettrostatiche e magnetiche.
L’interazione corrente-magnete scoperta da  Oersted  nel 1820 sembrava invece difficilmente riconducibile allo schema newtoniano e questo  aveva costituito una vera e propria sfida  tra gli scienziati francesi, di cui sono noti gli importanti risultati,  sia sperimentali sia nella formalizzazione matematica ( esperienza di Arago, leggi di Ampère, di Biot-Savart e dello stesso Laplace).
Ormai è ben nota la differenza tra le varie forze di interazione conosciute, sia per quanto riguarda la natura delle particelle interagenti, sia  dal punto di vista dell’intensità delle forze.
Qualsiasi studente liceale sa, per esempio , che  l’attrazione  gravitazionale tra un protone e un elettrone è molto più  debole , di circa 40 ordini di grandezza, dell’interazione elettrostatica, la quale svolge , pertanto, un ruolo essenziale  nella struttura microscopica della materia.
Agli inizi del secolo  XIX,  invece ,  in assenza di opportune  valutazioni quantitative e  di conoscenze adeguate sulla struttura della materia, le interazioni tra particelle dotate di massa venivano assimilate alle interazioni  gravitazionali.
Va precisato, in proposito, che, sebbene  comunemente si attribuisca a Cavendish la determinazione della costante  di gravitazione  universale, la formulazione  moderna della legge  di  Newton è entrata nella letteratura scientifica solo  nelle seconda metà secolo.
I risultati del  noto esperimento di Cavendish furono formulati, invece, in funzione del valore della densità media  della Terra, ovvero del valore della sua massa, dedotto dal  rapporto delle forze esercitate, rispettivamente, dalla Terra e dalla massa “grande” utilizzata nell’esperimento, su una stessa massa, la massa  “piccola”  posta a distanza  da essa.
Ricordiamo, infine l’approccio innovativo da parte  di Faraday, che, rifiutando il modello delle particelle di fluido interagenti a distanza, spostò l’attenzione sulle proprietà dello spazio, sede dei fenomeni elettromagnetici, il quale  diventa «campo di forze». Le sue  proprietà sono descritte  dalle linee di forza o linee di campo, secondo  un modello che sarà poi formalizzato, dal punto di vista matematico, nella sintesi maxwelliana.
Ovviamente non possiamo aspettarci che, nella dissertazione sull’elettricismo, il giovane Giacomo possa conoscere o immaginare l’importanza che i fenomeni elettrici avrebbero acquistato  in campo scientifico, tecnologico e industriale.
La dissertazione spazia pertanto nel campo meteorologico ( pioggia, fulmine, terremoto, tromba d’aria ecc. ecc.) .
Le spiegazioni dei fenomeni  mostrano i limiti del modello del fluido elettrico che non riesce a suggerirne in modo esauriente l’origine e la natura, anche se  fornisce alcune indicazioni per  difendersi da  eventuali effetti dannosi.
La conclusione sembra un tentativo di dare maggiore dignità all’argomento:
«Tutto ciò, che abbiam detto contiene in brevi parole l’intera Teoria dell’elettricità. Non possiamo al certo bastantemente encomiare quei Fisici, i quali impiegar seppero i loro lumi nel discuoprire la cagione, e l’origine di sì spaventosi fenomeni per poi dar campo alle ricerche intorno al modo di preservarsi da loro terribili effetti. Non si scorgerebbe certamente nelle Fisiche dottrine un sì gran numero d’inutili questioni se tutti i Filosofi impiegar sapessero la loro scienza nella ricerca soltanto di quelle cose, che ridondar possono in qualche modo a pro del genere umano. > >
La consapevolezza della rilevanza del progresso degli studi sui fenomeni elettrici traspare invece in una delle ultime poesie di Leopardi: la “ Palinodia al Marchese Gino Capponi” (1835).
Le moderne applicazioni dell’’elettricità, citata attraverso gli epigoni Volta e Davy , non riescono a vincere le forze inevitabili dell’egoismo umano.
L’entusiasmo e la fiducia nel valore sociale della Scienza ha lasciato il posto alla delusione e al pessimismo di fronte a una società che insegue il mito del progresso  dimenticando però gli ideali di  verità e di giustizia.
…………..Ardir protervo e frode, Con mediocrità, regneran sempre, A galleggiar sortiti. Imperio e forze, Quanto più vogli o cumulate o sparse, Abuserà chiunque avralle, e sotto Qualunque nome. Questa legge in pria Scrisser natura e il fato in adamante; E co’ fulmini suoi Volta nè DavyLei non cancellerà, non Anglia tutta Con le macchine sue, nè con un Gange Di politici scritti il secol novo. Sempre il buono in tristezza, il vile in festa Sempre e il ribaldo: incontro all’alme eccelse In arme tutti congiurati i mondi Fieno in perpetuo: al vero onor seguaci Calunnia, odio e livor: cibo de’ forti Il debole, cultor de’ ricchi e servo Il digiuno mendico, in ogni forma Di comun reggimento, o presso o lungi Sien l’eclittica o i poli, eternamente Sarà, se al gener nostro il proprio albergo E la face del dì non vengon meno…… > >
 La questione copernicana
 Ha senso parlare ancora, ai tempi di Leopardi , di una questione copernicana?
Quando il giovanissimo Giacomo affrontava  gli studi di astronomia,  la teoria eliocentrica era già consolidata in ambito scientifico, accettata anche da scienziati cattolici o luterani . La Chiesa cattolica  però, non aveva ancora abrogato il Decreto della Congregazione dell’Indice del 1616, cosa che avvenne  qualche decennio più avanti  con la riabilitazione di tutte le opere di ispirazione copernicana.
In alcuni ambienti cattolici particolarmente intransigenti c’era , pertanto, una certa cautela  nell’insegnare  o propagandare il sistema copernicano come modello della realtà fisica, in accordo con la  prefazione del De revolutionibus orbium coelestium   ( rivelatasi in seguito apocrifa e attribuita al teologo  luterano  Andrea Oslander ) che parlava di “ipotesi matematica”.
Lo stesso Monaldo Leopardi continuò a dichiararsi anticopernicano convinto, fino a sfidare la Chiesa dalle pagine del periodico “La voce della ragione “ , da lui diretto, difendendo, da un lato, le decisioni dell’Inquisizione romana e , dall’altro,  cercando di demolire con argomentazioni di carattere scientifico  le prove sperimentali addotte dai sostenitori del sistema eliocentrico.
Si comprende pertanto  perchè nella Dissertazione sull’Astronomia, uno dei componimenti scolastici presentati nei saggio annuale  di casa Leopardi nel 1812, il giovane Giacomo tesse le lodi del sistema copernicano “il più ammissibile fra tutti i sistemi celesti” ma aggiunge nel finale la seguente riflessione:

L’ambiguità della posizione della Chiesa Cattolica fece scalpore, anche in campo internazionale,  quando, nel 1818 il Maestro del Sacro Palazzo negava al canonico Settele ,docente alla Sapienza di Roma,  l’imprimatur  per il secondo volume del trattato  “Elementi di ottica e astronomia” in quanto fondato sul sistema copernicano.
Il Santo Uffizio fu costretto a intervenire con un apposito  decreto ( nel 1822) e avviare un processo di riabilitazione di tutte le opere  di ispirazione copernicana che si concluse nel 1835, sotto il papato di Gregorio XVI.
Appena un anno dopo la Dissertazione , Giacomo completa la sua  “Storia dell’astronomia”  nella quale  l’adesione al copernicanesimo è  più decisa , tra l’entusiasmo di spirito illuminista per la forza della Ragione e il riconoscimento dell’esistenza di un  Dio «autore e regolatore  dell’ammirevol macchina dell’Universo».
Il  progresso dell’astronomia  si trasforma nello strumento che libera l’uomo dalle  superstizioni e dalle credenze errate e lo conduce alla civiltà e alla vera Sapienza, mentre le implicazioni di carattere  filosofico sembrano restare in secondo piano.
I riferimenti alle dispute intorno alla pluralità dei mondi e all’abitabilità dei corpi extraterrestri dimostrano, comunque,  che Giacomo aveva ben recepito i punti salienti e anche  i nodi di questo secondo aspetto della nuova questione copernicana. Con molta franchezza, infatti,  conclude che sono tutte discussioni inutili e oziose, dalle quali non è possibile «ritrarre il minimo frutto». La controversia infatti non potrà «mai venire alla conclusione», essendo questa «la più insolubile di tutte le questioni».
Il rifiuto  dell’antropocentrismo, un tempo tacciato di eresia, ben si conciliava invece  con lo spirito egualitario degli Illuministi.
Le  intuizioni di Giordano Bruno   sulla pluralità e infinità dei mondi,  giudicate  a suo tempo  inverosimili e diaboliche, avevano acquistato una base di credibilità, almeno a livello di possibilità.
Pur riconoscendone l’infondatezza  sia al livello sperimentale, sia dal punto di vista  speculativo,   queste idee erano patrocinate dai più eminenti astronomi del XVIII secolo, incontrati da  Giacomo nei libri della biblioteca paterna   (Lalande, Bailly, William Herschel) .  La forza dell’analogia, l’inconsistenza di una situazione privilegiata da assegnare alla terra ( unita alla mancanza di nozioni sulla genesi della materia vivente) sembrano punti a favore dell’esistenza di altre forme di vita o di altri sistemi solari simili al nostro .
Non mancavano  poi alcune opere di fantasia come l’ironico Micromega di Voltaire  o di divulgazione scientifica, come I Colloqui sulla pluralità dei mondi ( 1686 ) di Bernard le Bovier de Fontenelle e il poema  dai toni preromantici “ Complaint or night thoughts on life , death and immortality” (1742-45),del poeta ecclesiastico  inglese Edward Young.
Quest’ultimo, di cui Leopardi conosceva probabilmente la traduzione italiana di L.A. Loschi, vede  nella pluralità dei mondi e nell’infinità dell’universo la testimonianza dell’infinita onnipotenza di Dio  Creatore che non può  rimanere limitata nell’angusto  spazio del nostro pianeta.
Copernico continua poi ad essere presente in più punti della produzione leopardiana,  a prova del fatto che le letture giovanili  avevano avviato un processo di interiorizzazione,  sfociata poi  nel  pensiero filosofico e  nella sublime arte poetica.
«Una prova di quanto influiscano i sistemi puramente fisici sugl’intellettuali e metafisici, è quello di Copernico che al pensatore rinnova interamente l’idea della natura e dell’uomo concepita e naturale per l’antico sistema detto Tolemaico; rivela una pluralità di mondi, mostra l’uomo un essere non unico, come non è unica la collocazione, il moto e il destino della terra, ed apre un immenso campo di riflessioni, sopra l’infinità delle creature che secondo tutte le leggi d’analogia debbono abitare gli altri globi in tutto analoghi al nostro, e quelli anche che saranno, benchè non ci appariscano, intorno agli altri soli cioè le stelle, abbassa l’idea dell’uomo, e la sublima; scuopre nuovi misteri della creazione, del destino della natura, della essenza delle cose, dell’esser nostro, dell’onnipotenza del creatore, dei fini del creato ec. ec. »(Zibaldone, 84, 18209)
«Il sistema di Copernico insegnò ai filosofi l’uguaglianza dei globi checompongono il sistema solare (uguaglianza non insegnata dalla natura,anzi all’opposto), nel modo che la ragione e la natura insegnavano agliuomini ed a qualunque vivente l’uguaglianza naturale degl’individui diuna medisima specie». (Zibaldone, 975, 22 aprile 1821) (28).E’ noto il divertente dialogo “Copernico” delle Operette morali in cui la rivoluzione  copernicana nasce da una esigenza  del Sole che chiede a Copernico di concedergli il meritato riposo e di  costringere l’oziosa Terra a mettersi in movimento.
Forse  è meno noto questo brano  della storia dell’astronomia di cui il “Copernico” sembra essere lo sviluppo e l’ approfondimento:
«Quell’ardimentoso Prussiano che fe’ man bassa sopra gli epicicli degli antichi e spirato da un nobile estro astronomico, dato di piglio alla terra, cacciolla lungi dal centro dell’Universo ingiustamente usurpato, e a punirla del suo ozio, nel quale avea marcito, le addossò una gran parte di quei moti, che venivano attribuiti ai corpi celesti, che ci sono d’intorno».
I notissimi versi del “Canto notturno di un pastore errante” composto  tra il 1829 e il 1830 , ci hanno tante volte coinvolto nelle domande senza risposta sul destino e sull’identità dell’uomo
E quando miro in cielo arder le stelle;Dico fra me pensando:A che tante facelle ?Che fa l’aria infinita, e quel profondoInfinito seren ? che vuol dir questaSolitudine immensa ? ed io che sono ?
Quanti di noi le hanno confrontate con le parole di sir John Herschel  (1792 –1871) (matematico e astronomo figlio di William)?
«A quale scopo, scrive dobbiamo supporre che le stelle siano state disperse nell’immensità dello spazio? Non sarà stato senza dubbio per illuminare le nostre notti, oggetto che potrebbe meglio svolgere una luna piu di quanto non farebbe la millesima parte della nostra, né per brillare come uno spettacolo vuoto di senso e di realtà e ci perdiamo in vane congetture. Questi astri sono, è vero, utili all’uomo come punti permanenti ai quali può rapportare tutto con esattezza; ma bisognerebbe aver ricevuto ben poco frutto dallo studio dell’astronomia per poter supporre che   l’uomo sia il solo oggetto delle cure del suo Creatore e per non vedere, nel vasto e sorprendente  apparato che ci circonda, luoghi destinati ad altre razze di esseri viventi».
Un secolo dopo  Hubble enunciava la  legge che confermava  il modello di un universo in espansione, popolato da innumerevoli galassie distinte dalla nostra Via Lattea.
La Terra non è il centro dell’universo, non lo è il Sole, non lo è la Via Lattea.
Nel XX secolo la cosmologia, studio  dell’Universo nella  sua totalità su grandi scale, ormai separata  dall’astronomia, è una scienza osservativa  che non ha abbandonato  i suoi aspetti speculativi.  I tre principi che ne stanno alla base richiamano le antiche dispute dei filosofi  ma  hanno un chiaro significato di ipotesi di lavoro.
Primo assunto è l’isotropia dell’Universo  (principio cosmologico)   complementare all’omogeneità  di tutti i punti di osservazione (principio copernicano).
Si sente la necessità di un terzo principio, il principio antropico:
“I valori osservati delle quantità fisiche o  cosmologiche non sono equiprobabili ma sono  limitati  dal prerequisito che l’universo cui danno luogo, a un certo punto della sua storia, permetta l’esistenza di una forma di vita come la nostra, basata sul carbonio” (principio antropico debole di Barrow-Tipler) .
Nuovi interrogativi attendono una risposta: il nostro universo è il risultato di  un’eccezionale coincidenza cosmica o esistano infiniti universi fisici e noi abitiamo in uno di quelli che sono adatti alla vita?

Laureata in matematica, all’Università “La Sapienza” di Roma  . Vincitrice di concorso a cattedra per la classe matematica e fisica, ha  insegnato a Roma nel liceo scientifico  “Cavour” e ha collaborato con la S.S.I.S del Lazio in qualità di insegnante accogliente per i tirocinanti. In pensione dal 2009, ha partecipato al progetto del MIUR “La prova scritta di Matematica degli esami di Stato nei Licei Scientifici: contenuti e valutazione”  . Collabora alle attività di formazione della Mathesis.

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