I buoi di Newton
Il problema dei buoi di Newton è collocato fra i problemi-tranelli: la sua soluzione richiede attenzione e intuito.
Nel noto libro di Italo Ghersi “Matematica dilettevole e curiosa”, il problema dei buoi di Newton è collocato fra i problemi-tranelli, la cui soluzione richiede attenzione e intuito. La fonte ispiratrice è, in verità, l“Arithmetica Universalis”, una rassegna delle lezioni tenute da Newton all’Università di Cambridge, dove ricoprì la cattedra di Matematica dal 1669 al 1696 .
L’opera, curata dal suo successore William Whiston, fu pubblicata dallo stesso nel 1707, vincendo la riluttanza di Newton, che probabilmente giudicava l’opera immatura e poco organizzata.
Si tratta comunque di un testo ricco di problemi di applicazioni dell’Aritmetica e dell’Algebra alla Geometria, alla Fisica, alla realtà in generale.
Le finalità dell’opera sono pertanto esclusivamente didattiche, gli esempi sono spiegati in modo meticoloso e non mancano i consigli per l’approccio risolutivo.
Interessante l’esortazione ad una piena comprensione del testo per tradurre il problema dal linguaggio ordinario in linguaggio algebrico:
«…È così per tutti i linguaggi aventi il loro idioma particolare; quando bisogna far passare un’opera da uno in un altro, non bisogna tradurre le parole, ma soprattutto il pensiero »
«Del resto, siccome le arti si apprendono assai più facilmente con esempi che con precetti, mostro qui la soluzione di numerosi problemi».
Riportiamo l’enunciato generale del problema di Newton e l’esempio numerico associato, del quale proponiamo una soluzione più snella di quella originale.
Newton -Arithmetica Universalis- 1707 – Metodo per tradurre un problema in equazione.
PROBLEMA 11.
Si hanno tre prati
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