La scommessa di Pascal
Gli importanti contributi alla fisica e alla matematica di Pascal, il “principio di indifferenza” e la sua “scommessa” sull’esistenza del Dio dei cristiani.
Pesiamo il guadagno e la perdita, nel caso che scommettiate in favore dell’esistenza di Dio.
Valutiamo questi due casi: se vincete, guadagnate tutto; se perdete, non perdete nulla.
Scommettete, dunque, senza esitare, che Egli esiste. – Blaise Pascal, Pensieri, 233.
Nato a Clermont-Ferrand ( Puy-de- Dôme, Auvergne) il 19 giugno 1623, Blaise Pascal fu un matematico molto precoce. All’età di 12 anni mostrò a suo padre Étienne la dimostrazione che la somma degli angoli di un triangolo è un angolo piatto, uno dei teoremi capitali degli Elementi di Euclide, libro sconosciuto al ragazzo. Scrisse a 16 anni un saggio brillante sulle coniche, che gli fece meritare le lodi di René Descartes. A 19 anni inventò la “pascaline”, una macchina per eseguire addizioni e sottrazioni.
Nel 1646 Étienne, essendosi slogato una gamba cadendo sul ghiaccio, fu curato da due gentiluomini giansenisti, i fratelli Deschamps, che in breve indussero sia lui che i figli ad abbracciare le idee religiose e morali di Port-Royal. Fu così che Blaise si sottomise ad una pratica religiosa severissima, ma dopo qualche tempo riprese i suoi studi e dette ancora prova del suo genio nel nascente calcolo delle probabilità e nel calcolo infinitesimale.
La sua prosa scientifica è, per chiarezza, una delle più belle di tutto il Seicento, paragonabile a quella di Galileo.
Morì a Parigi il 19 agosto 1662, all’una
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