Nel TerraXcube si studia come sopravvivere in condizioni climatiche estreme

Stanze rivestite da pareti metalliche percorse da tubi che possono diventare fredde come la grotta di un ghiacciaio o caldissime come una duna nel deserto, e poi spie luminose e pulsanti, monitor e droni. Sono i laboratori del TerraXcube del centro multidisciplinare dell’Eurac Research di Bolzano, che somiglia più ad un set di film di fantascienza che agli spazi di un grande polo scientifico italiano. Qui, grazie ad un simulatore di eventi climatici, vengono eseguiti da anni studi e test di tipo ambientale e sanitario.
Seicento ricercatori, provenienti da 50 paesi diversi, riescono infatti a ricreare le condizioni climatiche del Pianeta spinte al loro limite estremo. Le più disparate: nelle stanze metalliche del TerraXcube (quattro Small Cube e una Large Cube) si può passare da una temperatura di -30°C fino ad arrivare ai 50°C. Si possono simulare piogge intense, oppure ricreare l’aria rarefatta tale e quale a quella presente fino a 9mila
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