Bebè: a parlare si impara giocando
Ogni momento di dialogo e di gioco dedicato ai propri bambini, oltre a costruire ricordi indelebili, è anche un gettone versato nel “salvadanaio” del suo futuro sviluppo linguistico. Secondo uno studio pubblicato su Current Biology, le interazioni sociali dei genitori con i figli a 5 mesi hanno un effetto diretto e misurabile sul loro cervello: ne catturano l’attenzione e lo motivano ad apprendere, in un momento cruciale per la costruzione delle loro abilità linguistiche.
Lavori in corso. Un gruppo di scienziati dell’Institute for Learning & Brain Sciences (I-LABS), un centro interdisciplinare di ricerca sull’apprendimento umano dell’Università di Washington, ha usato una tecnica di neuroimaging chiamata magnetoencefalografia per monitorare in modo sicuro l’attività cerebrale di bebè di 5 mesi durante interazioni sociali o non sociali con lo stesso adulto di riferimento.
L’esame ha permesso di seguire come scaricavano i neuroni in diverse aree cerebrali mentre i piccoli si relazionavano in modo naturale e muovendosi con il loro genitore, che parlava con gli acuti e i vezzeggiativi tipici del “parentese”, sorrideva e giocava con loro.
Una connessione che fa crescere. Quando l’adulto interagiva con i bambini immergendosi pienamente in questa attività, senza distrazioni, le aree dedicate all’attenzione nel cervello dei bebè hanno mostrato un’aumentata attivazione (un effetto assai meno marcato di quando le interazioni non avvenivano, perché l’adulto si rivolgeva altrove per parlare con qualcun altro).
Il livello di attivazione di queste aree cerebrali è risultato predittivo del futuro sviluppo del linguaggio: un’elevata attivazione era collegata a un apprendimento linguistico potenziato fino ai due anni e mezzo di età del bambino. I ricercatori hanno misurato le abilità linguistiche dei piccoli attraverso un questionario sul numero di parole o frasi pronunciate a casa sottoposto ai genitori.
stimolo fondamentale. «L’uso naturale del parentese, unito ai sorrisi, al tocco, alle risposte rassicuranti alle azioni dei bambini, ha un impatto misurabile sul cervello dei piccoli. La nostra ipotesi è che questo comportamento dei genitori catturi e trattenga l’attenzione dei bambini e li motivi a imparare, in una finestra di tempo importantissima per lo sviluppo», spiega Patricia Kuhl, co-direttrice di I-LABS che ha coordinato lo studio.
Papà, a me gli occhi! Gli scienziati hanno scelto i 5 mesi come età proprio perché sono il momento appena precedente la fase cruciale per lo sviluppo del linguaggio, che comincia attorno ai sei mesi. Ricerche passate avevano dimostrato come le interazioni sociali fossero cruciali per l’apprendimento di una seconda lingua attorno ai 9 mesi di vita; evidentemente – e anche ai soli fini del linguaggio, senza contare tutto il resto – hanno un significato fondamentale anche molto prima.
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