Meno merluzzo e tonno: perché mettere nel piatto un pesce diverso dai soliti aiuta il Pianeta
Muggine arrosto o alla brace per chi ci tiene alla linea. Oppure palamita al forno per chi ama i sapori decisi. O, ancora, moli fritti, croccanti e saporiti, per i più golosi. Pesci che, oltre a essere una delizia per il palato, sono sostenibili per il pianeta. Ma pochi di noi li conoscono e pochissimi li portano in tavola, preferendo optare per le solite varietà di pescato.
Le cinque specie più popolari
Nell’Unione europea, secondo Eit Food, cinque specie (merluzzo, merluzzo giallo, salmone, tonno, gamberi) rappresentano da sole ben il 44% del consumo. Negli Stati Uniti, a queste si aggiungono tilapia, vongole, pesce gatto: otto specie che costituiscono il 76% del pesce consumato.
Nel Mediterraneo vivono oltre 500 tipi di pesci, ma solo una ventina rientra tra gli acquisti abituali dei consumatori.
Emblematico ciò che accade nel Regno Unito. Nonostante ci siano più di 300 specie di pesce nelle acque
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