Basta animali come macchine da produzione
L’approccio industriale ha trasformato l’allevamento degli animali in “zootecnia” e questo ha cambiato tutto. Zootecnia, infatti, è la scienza dello sfruttamento degli animali al pari delle macchine: l’allevatore diventa “imprenditore agricolo”, viene incrementata la meccanizzazione, la stabulazione permanente è una prassi, mentre l’omogeneità e la selezione genetica (il contrario di “biodiversità”) sono spinte all’estremo e si adotta il criterio principe dell’economia di scala.
Di fatto, con l’avvento della zootecnia si separa l’attività agricola dall’allevamento col risultato che i contadini iniziano ad aver bisogno di acquistare fertilizzanti per il loro terreno e gli allevatori mangimi e fieno per le loro bestie.
La cultura riduzionista novecentesca separa agricoltura e allevamento nella cornice della “rivoluzione verde”: quella che negli anni Sessanta prometteva di incrementare la produzione e di sconfiggere la fame. Oggi, nel 2024, quasi un miliardo di persone è malnutrito, ma al contempo si spreca un terzo del cibo prodotto sul Pianeta: con quel
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