Cézanne e Renoir: tripudio impressionista al Palazzo Reale di Milano
3′ di lettura
Complici i centocinquant’anni dalla nascita dell’Impressionismo, Palazzo Reale di Milano presenta ben 52 opere – concesse dalla collezione del Musée d’Orsay e de l’Orangerie – di due pilastri della storia dell’arte: Paul Cézanne e Pierre-Auguste Renoir. Vigorosamente geometrico e rigoroso il primo, dalle forme armoniose e delicate il secondo, i due maestri francesi seducono in mostra con i rispettivi capolavori, raccontando una storia di amicizia e diversità stilistica. L’esposizione, curata da Cécile Girardeau e Stefano Zuffi e aperta fino al 30 giugno, svela tele preziose datate dall’Ottocento ai primi del Novecento, sapientemente riunite dal mercante d’arte Paul Guillaume.
Nel 1860 Cézanne e Renoir stringono un profondo legame, basato sull’ammirazione reciproca, tanto che Renoir sarà ospite più volte dal collega nel sud della Francia – ad Aix-en-Provence – e in Costa Azzurra. Cézanne trova in Renoir il buonumore e il piacere della pittura, mentre il secondo apprezza nell’amico l’importanza della classicità, della forma e della composizione. Numerose, seppur con stili e prospettive diverse, le tematiche dei due pittori: nature morte, paesaggi, bagnanti, nudi artistici, ritratti di amici e familiari.
Loading…
En plein air
Fin dalla prima sala si nota la differenza di tratti e colori – morbidi e soavi – che distinguono il ritratto di Claude (“Claude Renoir en clown”), figlio di Renoir, dalla algida e oscura austerità di Hortense Fiquet (“Portrait de Madame Cézanne”), moglie di Cézanne. Esploratori della pittura en plein air, Renoir si concentra nei suoi paesaggi sull’armonia avvalendosi di rapidi tratti, atmosfere delicate e potenza del colore, mentre Cézanne presta attenzione alla struttura compositiva e alla vigorosità della pennellata. Diversi anche gli sfondi paesaggistici: Renoir predilige spumose vedute marine o la tranquillità della Senna, Cézanne dipinge il parco abbandonato dello Château Noir in Provenza, non lontano dalle cave di Bibémus: l’assenza di figure e l’arcano sovrapporsi di spigoli di pietra, tronchi e fronde riempie ogni spazio della tela.
Nature morte
Grande rilevanza possiedono per entrambi le nature morte: Renoir si emoziona dipingendo opulenti mazzi di fiori, succose pesche rosacee e vellutate (come in “Fleurs dans un vase”,1898; “Pêches”, 1881); viceversa Cézanne rifugge la sensualità dei tratti del collega e con precisione analitica contrappone sobrie e semplici mele che colloca su tavoli spogli, dagli spigoli netti (“Vase paillé, sucrier et pommes”, 1890-1894). Splendide le seducenti e voluttuose bagnanti di Renoir dalla pelle candida e dalla chioma soave, ispirate alla mitologia classica e alla pittura francese del Settecento: “La ‘Diana al bagno’ di Boucher è il primo quadro che mi ha conquistato e ho continuato ad amarlo per tutta la vita, come accade con i primi amori”. In contrasto invece le bagnanti di Cézanne (“Trois baigneuses”, 1874-1875), solidi triangoli di donne inseriti in una cornice naturale, che non concedono spazio all’eros delle nudità e mostrano come sfondo due alberi dai tronchi eretti e in diagonale. ù
L’esposizione si conclude con una sezione che documenta quanto sia stata impattante l’influenza dei due pittori sulla successiva generazione, attraverso il confronto tra due opere di Cézanne e Renoir con i dipinti di Pablo Picasso (Cézanne, “Pommes et biscuits”, 1880; Picasso, “Grande nature morte”, 1917; Renoir, “Femme nue couchée”, 1906; Picasso, “Grand nu à la draperie”, 1921-1923).
Continua la lettura su: https://www.ilsole24ore.com/art/cezanne-e-renoir-tripudio-impressionista-palazzo-reale-milano-AGOcreN Autore del post: Il Sole24Ore Cultura Fonte: https://www.ilsole24ore.com/