La Nato studia il clima nell’Artico: “Con mari più caldi cambia la nostra capacità di difesa”
TROMSO (Norvegia) – Nel fiordo riparato del porto di Tromso non c’è un’onda a far muovere la nave Alliance. Il nome è straniero, ma sul ponte sventola la bandiera italiana e sono 44 uomini della Marina militare a prepararsi per salpare, insieme a 12 ricercatori, verso il fronte polare del Mare di Barents, una regione in cui le masse d’acqua atlantiche e quelle artiche si incontrano senza mescolarsi. Fino al 12 luglio, la campagna artica della Alliance sulla geofisica marina sarà una delle più importanti per monitorare gli effetti del cambio climatico sugli oceani e per raccogliere dati indispensabili alle strategie di sicurezza della Nato.
Idrofoni e misuratori di salinità al posto delle armi
La nave Alliance è un’unità polivalente di ricerca (NATO Research Vessel – NRV) che svolgerà nell’Artico attività condotte dal Centro di Ricerca e Sperimentazione Marittima (CMRE), per conto dell’Organizzazione Scientifica e Tecnologica (STO) della NATO. Sulla
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