Desertificazione e siccità mettono a rischio le colture tradizionali italiane
Nella Giornata mondiale contro la desertificazione Greenpeace pubblica un rapporto, elaborato su dati Istat commentati dall’Associazione Italiana di Agroecologia sugli effetti che la tropicalizzazione del nostro clima ha sul suolo. Secondo il rapporto, fa sempre più caldo al Nord e la siccità determina un suolo mediamente più povero d’acqua in tutte le regioni italiane. In particolar modo al Sud, la carenza d’acqua mette a rischio coltivazioni tradizionali e fulcro della dieta mediterranea come quelle dell’ulivo, degli agrumi e del grano duro.
È il Settentrione a registrare inverni più caldi (comuni però a tutte le regioni), con maggiori anomalie in termini di precipitazioni: “negli ultimi 40 anni, a livello nazionale, l’incremento della temperatura media invernale (gennaio-marzo) è stato di quasi 1,5°C, con punte di quasi 2°C nel Nord Ovest e oltre 1,5°C nel Nord Est. I maggiori aumenti si sono registrati in Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia. In soli due mesi
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