Creme solari e farmaci, più inquinanti nell’Artico che al Sud
L’importanza e la vulnerabilità dell’Artico nel quadro globale dei cambiamenti in atto con la crisi climatica è ormai nota. Gli studi più recenti confermano che alcune previsioni sul modo in cui il cambio climatico influenza le fonti, il trasporto e la destinazione finale degli inquinanti organici persistenti (POP) in Artico si stanno effettivamente verificando. Molto si è parlato di recente della concentrazione di microplastiche, insieme a contaminanti provenienti dalle aree urbanizzate e industriali, che sono trasportati in Artico dalle circolazioni atmosferiche.
I maggiori contaminanti, appunto, sono di origine industriale e sono costituiti da particelle di carbone, idrocarburi, solfati e metalli pesanti. La deposizione di tali particelle sulla neve ne provoca il più rapido discioglimento. I metalli pesanti – soprattutto mercurio, cromo, nichel, piombo, vanadio e cadmio – depositati sulla banchisa e sulla superficie del mare, sono assimilati dal fitoplancton e si accumulano negli organismi attraverso la catena alimentare. Di recente
Continua la lettura su: https://www.repubblica.it/green-and-blue/2024/06/17/news/inquinamento_artico_nuovi_contaminanti-423239527/?rss Autore del post: La Repubblica Fonte: https://www.repubblica.it