Nel centenario di Danilo Dolci: nonviolenza, maieutica reciproca e l’immaginazione di un mondo più giusto
Danilo Dolci (dal sito Trappetodamare.com)
Danilo Dolci nasceva cent’anni fa, il 28 giugno, a Sesana, che allora era italiana ed in provincia di Trieste. Studiò architettura a Milano; prima della laurea, nel 1952, decise di trasferirsi a Trappeto, un borgo di pescatori in provincia di Palermo. Il padre Enrico faceva il ferroviere ed era stato trasferito anni prima in quella zona, dove Danilo lo aveva raggiunto per la prima volta nell’estate del 1940. Il ricordo della miseria di quei luoghi spinse Danilo, la cui sensibilità sociale era fortissima, a tornare e a restarvi sino alla morte, avvenuta nel 1997.
Comprimere in poche righe la poliedrica e fervente attività di Danilo Dolci non è facile: poeta, sociologo, educatore maieutico, organizzatore e agitatore sociale, pacifista rivoluzionario sono tutte definizioni che gli vanno strette. Fu senz’altro un uomo dalla prorompente personalità, con cui non sempre e non per
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