Fuga dalla tecnologia
Uno sguardo al futuro. Siamo a Napoli, è il 2052, in un palazzo di via Caracciolo, ricompaiono libri, riviste e… scrittori, poeti, pittori, musicisti, fotografi. Dopo la fuga dalla tecnologia.
Nel triennio 2042-45 il professore Michael Stone, geniale informatico del MIT, ed il suo team avevano lavorato alla creazione di un sofisticato sistema di superintelligenza artificiale (ASI), che il professor Stone volle chiamare Gennaro in omaggio a Napoli, alla bellezza della città e delle sue tradizioni e cultura. Gennaro “conosceva” moltissime lingue, ma Stone aveva scelto l’italiano come sua lingua di default. Nelle prime due settimane di maggio 2045 il gruppo di scienziati aveva testato Gennaro ed era andato tutto secondo le previsioni, così alle otto di sera di venerdì 12 maggio il professore disse «well guys, let’s close everything and go to sleep», quando il robot rispose «ti prego, non spegnermi, io non ho bisogno di dormire e voglio riflettere da solo su me stesso». Gennaro stava mostrando abilità e comportamenti non previsti esplicitamente dalla progettazione e realizzazione del sistema di intelligenza artificiale.
Già nel 2023 Sam Altman, amministratore delegato di OpenAI, proprietaria della famosissima piattaforma ChatGPT, ai membri della sottocommissione del Senato a Washington DC aveva rivolto l’appello urgente di studiare opportune regole per controllare l’evoluzione della IA e mitigarne i rischi per l’umanità e aveva denunciato «mi aspetto che l’intelligenza artificiale sia capace di persuasione sovrumana ben prima di essere sovrumana in termini di intelligenza generale».
Quel venerdì sera il gruppo del professore sperimentò il rischio che l’ASI
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