L’arte del mandorlo in fiore

Febbraio. Un mese freddo. Un mese breve. Ma capace di spettacoli incredibili come quello del mandorlo in fiore. E per me, che ho la fortuna di vivere in campagna, ogni anno è una vera festa! Non faccio che passare interi pomeriggi a fotografare quell’esplosione di vita.

La cosa bella della fioritura dei mandorli è che avviene sull’albero spoglio, prima che compaiano le foglie, così che la chioma sembra fatta di neve.

L’effetto, straordinariamente delicato, non può che portare alla mente il ramo di mandorlo per eccellenza, quello che Vincent van Gogh ha dipinto nel febbraio del 1890 come dono per la nascita …

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Il museo Van Gogh, un affare di famiglia

Ascolta la versione audio dell’articolo4′ di letturaNel 2023 il Museo Van Gogh di Amsterdam celebra i suoi primi 50 anni di vita con tre mostre scaglionate durante tutto l’anno e incentrate sulla vita dell’artista. La prima “Choosing Vincent” fino al 10 aprile, vuol far luce su tutto quello che successe tra la scomparsa del pittore e il raggiungimento della fama mondiale che alla fine degli anni ’60 si concretizzò con il progetto di un museo a lui dedicato. Storia di un amore di famiglia e della sua passione per l’arte, a tutti i costi.La breve vita terrena di Vincent van Gogh si concluse nel 1890, quando appena trentasettenne, si suicida con un colpo di pistola al cuore. Nei pochi giorni di agonia, durante i quali non riprenderà mai conoscenza, al suo capezzale c’era Theo, il fratello. Il sostegno di tutta la sua vita, da Parigi accorre nel vicino paesino di Auvers-sur-Oise (dove Vincent viveva, ricoverato in un ospedale psichiatrico) per assisterlo, inerme, anche in questo tragico momento finale. D’altro canto, l’aveva fatto sempre, i due fratelli sempre vicini, nonostante le differenze caratteriali e i diversi stili di vita: Vincent artista geniale e dal carattere non facile, Theo mercante d’arte di successo, dalla più tranquilla vita borghese.Loading…I due fratelliUniti dall’infanzia, nella relazione con il severo padre, pastore calvinista, che probabilmente sperava che il primogenito seguisse le sue orme, e di fronte ai bambini dei diversi paesini dove andarono a vivere a seguito della carriera del padre, mandato in missione in Brabante nella speranza di spezzare il compatto fronte cattolico della provincia meridionale, convertendo qualche anima alla Riforma. Bambini isolati, diversi dagli altri, e forse per questo così uniti.E la speciale relazione tra i due fratelli si trasmetterà anche a Johanna Bonger che Theo sposerà nel 1889. Per lei sarà ovvio “adottare” anche Vincent e, senza gelosia, asseconderà il marito nel prendersi cura e farsi carico del cognato. Ma il matrimonio dura poco: la malattia nervosa e il suicidio di Vincent, si rivelano il colpo di grazia per Theo già minato dalla sifilide, che morirà sei mesi dopo il fratello in una casa di cura per malattie nervose a Utrecht lasciando la vedova con il piccolo Vincent Willem di quasi un anno di vita.Van Gogh, un museo di famiglia Photogallery11 fotoVisualizza La cognataLa scomparsa del pittore è, in un certo senso, l’inizio della sua fama proprio grazie a Johanna che eredita l’appartamento di Parigi con circa 200 opere invendute del cognato e senza ascoltare i consigli di chi le diceva di buttarle preferisce credere a Theo e alla sua fede incondizionata nelle capacità artistiche del fratello. Conserva tutto, ma non solo, inizia un indefesso lavoro di promozione delle opere dell’artista, attività che la porterà anche a New York nel 1915 (dopo aver fatto traslare le spoglie di Theo da Utrecht a Auvers-sur-Oise, facendole interrare accanto alla tomba di Vincent) e si impegnerà nella traduzione della fitta corrispondenza epistolare dei due fratelli fino al 1925 anno della sua scomparsa.Il nipoteÈ a questo punto che entra in gioco l’omonimo nipote del pittore, per la nascita del quale, lo zio entusiasta dipingerà “Ramo di mandorlo”, non a caso, scelta come opera di apertura della mostra inaugurale del giubileo, “Choosing Vincent”. L’ingegner Vincent Van Gogh (durante gli anni del politecnico teneva appesa alla parete della sua semplice stanza di studente la “Marina a Saintes-Maries-de-la-Mer” dipinta nel 1888 dallo zio) crescerà con altre aspirazioni lavorative lontane dal mondo dell’arte ma mantenendo ben chiara la missione che la madre gli aveva passato (già nel 1914 avevano insieme prestato allo Stedelijk Museum di Amsterdam 200 disegni di Vincent per una mostra). Le sue idee politiche legate al Club Studentesco Socialdemocratico lo portano a venire in contatto con il gruppo “Kunst aan het Volk” (l’arte al popolo) che aveva lo scopo “di portare l’arte alla classe operaia”, un’ideale che giocherà un ruolo importante nelle decisioni che prenderà riguardo alla straordinaria eredità artistica di famiglia.A due anni dalla scomparsa della madre l’ingegner van Gogh smette di vendere le opere dello zio e trasloca da Amsterdam nel paesino di Laren, in una villa che fa costruire con un apposito spazio per ospitare la collezione d’arte di famiglia (di cui facevano parte anche tele di Toulouse-Lautrec, Manet e Gauguin). Nella propria sala da pranzo conserva invece appese una ventina di tele per lui evidentemente irrinunciabili, tra queste “I mangiatori di patate” (1885), “I girasoli” (1889) e “La casa gialla” (1988). La tela “Ramo di mandorlo” finirà invece nella stanza dei bambini e Johan, uno di loro, divenuto adulto, si dichiara stupito che il quadro non fosse stato mai danneggiato dal loro lancio dei cuscini.L’ingegnere continuerà nella sua missione che, nel 1930, porterà alla grande mostra allo Stedelijk Museum: 95 dipinti, 150 tra disegni ed acquerelli creeranno un evento memorabile creando un forte legame tra il museo civico e la famiglia Van Gogh che, nel 1945, come ringraziamento della conservazione della collezione in un bunker durante la guerra, gli donerà il ritratto di “Agustine Roulet detta la Berceuse”, dipinto dallo zio Vincent nel 1889. Ma è nel 1960 che l’ingegnere attraverso la Fondazione Vincent van Gogh giungerà finalmente ad un accordo con lo stato olandese: il prestito permanente di tutta la collezione in cambio della costruzione di un edificio museale che la potesse ospitare degnamente. L’importantissimo progetto viene affidato ad uno dei più importanti architetti del momento, Gerrit Rietveld, che lo progetterà come un “sobrio palazzo della luce” nel terreno messo a disposizione dallo Stedelijk Museum. L’ingegner Vincent e i suoi tre figli (il quarto partigiano era stato ucciso dai nazisti poco prima della fine della guerra) restano nella fondazione e assistono alla nascita del nuovo museo che oltre alla collezione dei quadri di famiglia ospiterà anche disegni, lettere, libri e oggetti di proprietà del pittore. Il 3 giugno del 1973 il Van Gogh Museum viene finalmente inaugurato e fino al 1978, anno della sua scomparsa, l’ingegner Vincent Willem van Gogh lo visiterà tutti i giorni.

Pikachu e i Pokémon al Museo Van Gogh di Amsterdam fino al 7 gennaio

Dal 28 settembre 2023 al 7 gennaio 2024, Pikachu, Eevee, Snorlax e tanti altri Pokémon verranno mostrati sotto una luce tutta nuova al Museo Van Gogh di Amsterdam. Una serie di attività a tema Pokémon saranno disponibili nel museo e online, volte a far scoprire e conoscere le opere di Vincent van Gogh a giovani artisti in erba. Pokémon e il Museo Van Gogh hanno organizzato una collaborazione ufficiale volta a far scoprire le opere di Vincent van Gogh a un nuovo pubblico in occasione del cinquantesimo anniversario del museo. Emilie Gordenker, direttore generale del Museo Van Gogh, ha commentato: “Questa collaborazione permetterà alla prossima generazione di conoscere l’arte e la storia di Vincent van Gogh in un modo tutto nuovo. Il Museo Van Gogh e The Pokémon Company International hanno attinto da molti anni di pratica educativa per creare un’esperienza speciale per i bambini, per i loro tutori e, speriamo, per molti altri al Museo Van Gogh.”

La collaborazione tra Pokémon e il Museo Van Gogh presenterà le sue installazioni dal 28 settembre 2023 al 7 gennaio 2024. Per partecipare alle attività sarà necessario un normale biglietto d’ingresso al museo, acquistabile esclusivamente online. Alcune delle opere più famose di Vincent van Gogh presenti nella collezione permanente del Museo Van Gogh sono state usate come ispirazione per sei dipinti creati da artisti di The Pokémon Company. Tra questi sarà possibile ammirare Pikachu in un’opera ispirata all’Autoritratto con cappello di feltro grigio (1887), Sunflora nascosto in una variante del famoso quadro Girasoli (1889) e Snorlax e Munchlax che si rilassano in una creazione ispirata alla Camera da letto (1888). Questi sei quadri creati appositamente per l’occasione saranno esposti al primo piano dell’edificio principale (Rietveldgebouw).Il libretto “A Pokémon Adventure” guiderà i visitatori attraverso le opere di Vincent van Gogh che hanno ispirato le sei creazioni esposte nella speciale mostra “Pokémon at the Van Gogh Museum”. Durante questa attività, i visitatori scopriranno il museo e le storie legate ai dipinti. Una volta terminata l’attività, i partecipanti potranno consegnare il loro libretto completato per ricevere in cambio una speciale carta promozionale “Pikachu x Van Gogh Museum” (disponibile in lingua inglese e fino a esaurimento scorte). “A Pokémon Adventure” sarà disponibile in inglese e olandese. Partendo dalla collaborazione “Pokémon x Van Gogh Museum”, gli studenti scopriranno il legame tra Van Gogh e il Giappone e come l’ispirazione può essere una strada a doppio senso. I materiali didattici saranno disponibili in inglese e olandese.All’interno del museo, sarà disponibile un’attività video guidata (in inglese e olandese) che insegnerà ai visitatori come disegnare il famoso Pokémon Pikachu e li incoraggerà a provare. Inoltre, nel Van Gogh Museum Shop (pagina in inglese) sarà disponibile una serie esclusiva di prodotti Pokémon x Van Gogh Museum, con illustrazioni prese dalla collaborazione. Il direttore di licensing di The Pokémon Company International Mathieu Galante ha commentato: “Siamo sempre alla ricerca di partner fantastici con cui creare esclusive e gioiose esperienze per i fan di Pokémon, e questo è esattamente ciò che abbiamo trovato lavorando con il Museo Van Gogh. C’è un profondo legame tra l’ispirazione che ha portato alla creazione di Pokémon e quella che si cela dietro alcune delle opere più famose di Van Gogh. Con questa collaborazione, speriamo sinceramente di vedere dei bambini che scoprono il mondo dell’arte e vi si immergono attraverso le incredibili opere di Van Gogh e i Pokémon”.

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