È sempre il tempo di adottare un’idea delle Avanguardie educative

Riparte in modalità online l’iniziativa avviata lo scorso febbraio “Adotta un’idea”, il ciclo di workshop sulle idee del movimento delle Avanguardie Educative promossa dall’I.I.S.S. “Carlo Alberto dalla Chiesa” di Montefalcone (VT). Debate, TEAL, Oltre le discipline, Service learning, Flipped Classroom, Apprendimento differenziato, Didattica per scenari, Aule laboratorio disciplinari sono le idee protagoniste di una serie […]

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Il Debate

Il Debate: Un Percorso di Crescita Critica e Dialogo nel Mondo Educativo

di Bruno Lorenzo Castrovinci

Il Debate, o “dibattito argomentativo”, rappresenta una pratica educativa e competitiva strutturata sul confronto dialettico tra idee opposte, finalizzata allo sviluppo di competenze cognitive, comunicative e critiche. Questo strumento, che ha radici nella tradizione filosofica della dialettica socratica e aristotelica, si è evoluto nel tempo fino a diventare un metodo formativo fondamentale nelle scuole e nelle università a livello globale. Nel Debate, i partecipanti sono chiamati a difendere o confutare una determinata posizione attraverso l’uso di argomentazioni logiche e dati empirici, con l’obiettivo di persuadere una giuria o un pubblico. La sua struttura prevede un’interazione dinamica tra discorsi preparati e confutazioni in tempo reale, richiedendo prontezza di riflessi e capacità analitiche.

Dal punto di vista pedagogico, il Debate è uno strumento estremamente efficace nell’apprendimento attivo, favorendo il coinvolgimento diretto degli studenti nel processo di acquisizione delle competenze. Le attività di ricerca, organizzazione delle informazioni e costruzione di argomentazioni rafforzano il pensiero critico e promuovono la capacità di gestire e sintetizzare grandi quantità di dati. Inoltre, il debate sviluppa abilità sociali come la gestione dei conflitti e la collaborazione in team, oltre a migliorare le competenze di comunicazione verbale e non verbale.

Le neuroscienze confermano che il Debate stimola attivamente le funzioni esecutive del cervello, in particolare la memoria di lavoro, la risoluzione di problemi complessi e la flessibilità cognitiva. Partecipare a un Debate richiede un costante adattamento alle argomentazioni dell’avversario, favorendo così la neuroplasticità e migliorando le capacità decisionali in situazioni di pressione.

Il Debate è inoltre parte integrante del movimento delle Avanguardie Educative, che promuove metodologie didattiche innovative volte a potenziare l’apprendimento attraverso la pratica e l’interdisciplinarità. In Italia, diversi istituti, come l’Istituto Tecnico Tecnologico “Ettore Majorana” di Milazzo, adottano il Debate come strumento formativo per sviluppare competenze trasversali e incoraggiare l’approccio critico e creativo degli studenti.

Le competizioni di Debate si svolgono a livello nazionale e internazionale, con eventi come il World Schools Debating Championship (WSDC) e le Olimpiadi di Debate, promosse dal Ministero dell’Istruzione. Questi tornei stimolano la partecipazione attiva degli studenti, offrendo loro un’opportunità di misurarsi con coetanei provenienti da diverse parti del mondo, in un ambiente di confronto intellettuale e crescita personale.

In sintesi, il Debate rappresenta un metodo didattico completo e multidimensionale, che combina aspetti educativi, cognitivi e sociali, favorendo lo sviluppo di competenze fondamentali per affrontare le sfide del mondo contemporaneo.

L’origine e la storia del Debate

Le radici del Debate affondano nell’antica Grecia, dove filosofi come Socrate e Platone usavano la dialettica per giungere alla verità attraverso il confronto tra tesi opposte. Anche nell’antica Roma, la retorica era uno strumento fondamentale per i politici e gli intellettuali, che si confrontavano su temi politici e morali. Nel Medioevo, i dibattiti divennero parte integrante delle università europee, in cui gli studenti di filosofia e teologia si cimentavano in dispute per difendere o confutare determinate argomentazioni.

Nel contesto moderno, il Debate si è strutturato come attività educativa e competitiva nelle scuole e nelle università di tutto il mondo. A partire dal XIX secolo, in particolare negli Stati Uniti e nel Regno Unito, i tornei di Debate iniziarono a diffondersi come competizioni formali, consolidandosi nei programmi scolastici e universitari. Oggi, è uno strumento formativo utilizzato in molti paesi per migliorare le competenze oratorie, critiche e persuasive degli studenti.

Come si realizza un Debate?

Il Debate segue una struttura ben definita, che prevede la suddivisione dei partecipanti in due squadre: una a favore (pro) e una contro (contro) un determinato argomento. Le squadre si alternano esponendo argomentazioni e confutazioni. La preparazione degli interventi richiede una ricerca accurata di dati e fonti, che serve per costruire un discorso persuasivo e logico. Ci sono diversi formati di Debate, tra cui il formato parlamentare britannico, quello di Lincoln-Douglas e il World Schools Debating Championship (WSDC).

Nel corso del dibattito, gli studenti devono dimostrare non solo capacità oratorie e retoriche, ma anche prontezza mentale per rispondere alle argomentazioni avversarie in tempo reale. È centrale anche l’uso di strategie di comunicazione non verbale e di tecniche persuasive, che coinvolgono non solo la razionalità dell’uditorio, ma anche le emozioni.

Primi Passi nel Debate: Coltivare il Pensiero Critico nella Scuola Primaria

Nella scuola primaria, l’introduzione del Debate può avvenire attraverso temi semplici e vicini all’esperienza quotidiana dei bambini, favorendo un approccio graduale e stimolante alla pratica del confronto argomentativo. Temi come “Gli animali domestici dovrebbero andare a scuola?”, “I videogiochi fanno bene o male?”, oppure “È meglio fare i compiti subito o giocare prima?” possono risultare coinvolgenti e accessibili per i più piccoli. Questi argomenti non solo catturano l’attenzione dei bambini, ma permettono loro di imparare a prendere posizione, argomentare le proprie idee e ascoltare quelle dei compagni.

Le modalità di svolgimento devono essere adeguate all’età, semplificando la struttura del debate classico. Un esempio potrebbe essere l’uso di un format più flessibile e ludico, come la “mini-debate”, in cui le squadre, composte da pochi studenti, si alternano nel presentare una singola argomentazione, seguita da un confronto moderato. È possibile anche utilizzare supporti visivi, come cartelloni o immagini, che aiutino i bambini a visualizzare meglio le idee da discutere.

Un’altra modalità efficace è il “Debate a ruoli”, in cui ogni studente ricopre un ruolo specifico (portavoce, cronometrista, osservatore) all’interno del team, favorendo così lo sviluppo di competenze organizzative e collaborative. In questo modo, tutti i partecipanti si sentono coinvolti attivamente e possono sperimentare diverse forme di contributo all’interno del dibattito.

Dal punto di vista pedagogico, il Debate può essere integrato con altre materie curricolari. Per esempio, in storia, si possono proporre dibattiti su argomenti semplici come “Era giusto che gli antichi Romani conquistassero altre terre?”, mentre in scienze si potrebbe discutere su temi ambientali come “È meglio riciclare o ridurre i rifiuti?”. Questo approccio multidisciplinare consente ai bambini di connettere le competenze argomentative con le conoscenze acquisite nelle diverse aree di apprendimento, rendendo il processo educativo più significativo e coeso.

Inoltre, si potrebbero introdurre momenti di riflessione finale, in cui i bambini discutono su come si sono sentiti durante il Debate, cosa hanno imparato dagli altri e come potrebbero migliorare il loro modo di esprimere le idee. Questo favorisce l’autovalutazione e la crescita personale, offrendo un primo approccio alle competenze metacognitive.

In conclusione, l’esperienza del Debate nella scuola primaria, attraverso temi e modalità adeguati, rappresenta un’opportunità preziosa per introdurre i bambini al pensiero critico, alla riflessione e al rispetto reciproco, stimolando fin da piccoli un approccio attivo e responsabile alla comunicazione e all’apprendimento.

Avanguardie Educative e Debate

Il Debate è diventato un elemento chiave nel contesto delle avanguardie educative, poiché rappresenta un approccio innovativo che stimola il pensiero critico e la partecipazione attiva degli studenti. In Italia, il Movimento delle Avanguardie Educative, promosso da INDIRE, supporta l’introduzione di metodologie didattiche innovative come il Debate per superare i tradizionali modelli trasmissivi di insegnamento e creare ambienti di apprendimento più dinamici e coinvolgenti. Il Debate è infatti una pratica che integra competenze trasversali come la collaborazione, il problem-solving, il pensiero critico e la capacità di gestire il tempo.

Gare nazionali e internazionali di Debate

Le competizioni di Debate sono oggi diffuse in tutto il mondo e costituiscono una parte essenziale della formazione retorica e critica degli studenti. A livello internazionale, esistono numerosi tornei di rilievo, tra cui il World Schools Debating Championship (WSDC), uno dei più prestigiosi, che vede la partecipazione di squadre provenienti da diversi paesi. Le squadre competono su temi globali di grande attualità, affinando le loro capacità oratorie, di pensiero critico e collaborazione. Un altro torneo di rilievo è quello organizzato dalla National Speech and Debate Association (NSDA) negli Stati Uniti, che include competizioni per studenti delle scuole superiori e università. Questo torneo ha una lunga tradizione e rappresenta una piattaforma importante per promuovere il dibattito nelle scuole. Un altro evento di grande rilievo è il European Universities Debating Championship (EUDC), in cui le università europee si sfidano su temi di politica, etica e questioni globali.

In Italia, il Debate ha fatto il suo ingresso ufficiale nelle scuole superiori nel 2016, grazie all’impegno del Ministero dell’Istruzione, che ha promosso la pratica attraverso competizioni come le Olimpiadi di Debate. Le Olimpiadi rappresentano un momento chiave per gli studenti italiani, che si confrontano in dibattiti strutturati su questioni di grande attualità. Questi tornei offrono agli studenti l’opportunità di sviluppare competenze trasversali fondamentali, come l’argomentazione critica, il lavoro di squadra e la gestione del tempo. La competizione coinvolge scuole di tutto il paese, rafforzando la diffusione di questa pratica nelle istituzioni scolastiche.

Nel corso degli anni, altre competizioni e progetti si sono aggiunti al panorama del Debate in Italia, come il Saper(e)Consumare Debate League, promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, che si focalizza su temi di educazione digitale, sostenibilità e diritti dei consumatori. Entrambe le competizioni rafforzano le capacità cognitive, l’oratoria e il pensiero critico degli studenti, coinvolgendo scuole da ogni regione d’Italia​ molti delle quali parte del movimento delle Avanguardie Educative di INDIRE, vedono nel Debate un’opportunità di innovazione metodologica. I programmi educativi che includono il Debate stanno trasformando l’approccio all’insegnamento, stimolando una partecipazione attiva degli studenti e potenziando le competenze trasversali.

Sul fronte internazionale, il Debate italiano si allinea con pratiche consolidate in paesi come il Regno Unito e gli Stati Uniti, dove le competizioni di Debate sono una parte fondamentale del curriculum formativo. Questo confronto globale consente agli studenti italiani di partecipare a tornei internazionali e di confrontarsi con coetanei di tutto il mondo, ampliando le loro prospettive e contribuendo alla loro crescita personale e sociale.

Aspetti pedagogici e neuroscientifici del Debate

Dal punto di vista pedagogico, il Debate si inserisce pienamente nell’apprendimento attivo, in cui gli studenti sono protagonisti della costruzione del proprio sapere. Questo metodo richiede lo sviluppo di competenze fondamentali come il pensiero critico, la capacità di formulare argomentazioni logiche, il lavoro di squadra e la gestione del tempo. Partecipare a un Debate spinge gli studenti a svolgere ricerche approfondite, riflettere criticamente, e rispondere in tempo reale alle confutazioni degli avversari. Questo processo migliora la loro capacità di prendere decisioni rapide e fondate, oltre a incoraggiare l’autonomia di pensiero.

Dal punto di vista neuroscientifico, il Debate è una palestra per il cervello, poiché coinvolge simultaneamente molteplici operazioni cognitive. Durante un dibattito, vengono attivate funzioni esecutive come la memoria di lavoro, l’inibizione di risposte automatiche e la flessibilità cognitiva, che permettono agli studenti di adattarsi a nuove informazioni e rispondere ai cambiamenti ambientali. Questi processi sono strettamente legati alla neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di riorganizzare le proprie connessioni neuronali in risposta all’esperienza. Studi dimostrano che il Debate, attraverso l’impegno attivo e la risoluzione di problemi complessi, potenzia tali funzioni esecutive, favorendo l’apprendimento a lungo termine e migliorando la capacità di affrontare situazioni complesse in modo adattivo.

Inoltre, l’allenamento della flessibilità cognitiva, che consente di cambiare strategia o prospettiva durante un Debate, è associato a risultati accademici migliori in discipline come la matematica e la lettura, e rappresenta un’importante dimensione delle funzioni esecutive in via di sviluppo, specialmente durante l’infanzia e l’adolescenza. Questo aspetto evidenzia come il Debate non solo rafforzi le capacità cognitive, ma anche la plasticità del cervello, permettendo una crescita cognitiva continua anche in età avanzata

Conclusioni

Il Debate non è solo uno strumento didattico, ma un’arte del confronto, una danza tra le idee che sprona la mente e il cuore a sfidare se stessi e gli altri. È una palestra dove le parole si allenano, i pensieri si affinano e le voci si fanno ponti tra mondi diversi. In questo dialogo serrato, ogni studente impara a costruire, smontare e ricostruire visioni del mondo, a cogliere la bellezza della diversità delle opinioni e a scoprire la forza della propria argomentazione.

Attraverso il Debate, il pensiero critico e creativo si fondono, le competenze cognitive si espandono, e si rafforzano legami sociali che insegnano il valore dell’ascolto e del rispetto. Le Avanguardie Educative hanno saputo cogliere l’anima del Debate, facendone un ponte tra tradizione e innovazione, tra il sapere di ieri e le sfide di domani. In ogni parola pronunciata, in ogni idea difesa, c’è un passo avanti verso la formazione di individui capaci di navigare con coraggio e consapevolezza nel mare in tempesta del mondo contemporaneo.

Il Debate è la prova che il vero dialogo non finisce mai, ma continua a crescere, a trasformarsi, come una fiamma che illumina la via verso un futuro fatto di idee, di confronto, di rispetto reciproco e di incredibili opportunità.

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Do you CodeWeek?” a scuola con l’équipe
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Fri, 30 Oct 2020 18:43:11 +0000

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La CodeWeek, settimana europea dedicata alla programmazione, quest’anno si è svolta dal 10 al 25 di ottobre, ed è stata densa di eventi straordinari che hanno offerto a tutti l’opportunità di sperimentare la programmazione in modo divertente, intuitivo e immediato.

L’iniziativa CodeWeekEU è stata lanciata nel 2013 e già con l’edizione del 2014 ha segnato un punto di svolta, coinvolgendo circa 150,000 persone distribuite in 39 paesi.

L’Italia si è sempre distinta per il numero di eventi e di partecipanti, che nelle edizioni più recenti hanno superato il milione, grazie alla straordinaria collaborazione tra organizzazioni di volontari, scuole, università e istituzioni.

Nell’ottica dell’apprendimento permanente, il pensiero computazionale offre a tutti, soprattutto alle giovani generazioni, l’opportunità di sviluppare le competenze di problem solving per affrontare situazioni nuove e inedite. É oggi una competenza irrinunciabile che permette di acquisire un metodo di ragionamento e di risoluzione dei problemi, da applicare efficacemente anche al di fuori dell’informatica in senso stretto.

Il coding rappresenta quindi la quarta abilità di base, al pari del leggere, scrivere e far di conto, e deve essere appresa ed esercitata fin dai primi anni di scuola dell’infanzia e della primaria, così come previsto dai Traguardi delle indicazioni nazionali del 2012 e dal DM 741 e 742 del 2017.

Avendo il ruolo di fornire supporto e accompagnamento alle scuole per la diffusione e la promozione del Piano Nazionale Scuola Digitale, l’Équipe Formativa Territoriale non poteva sottrarsi dall’impegno di sostenere questa iniziativa in maniera incisiva.

In occasione della CodeWeek 2020, su tutto il territorio nazionale, le Équipe regionali hanno organizzato attività di alfabetizzazione e di divulgazione in video conferenza per coinvolgere attivamente docenti e alunni di ogni ordine di scuola.

In qualità di esperti nella didattica innovativa, le Équipe hanno idealmente affiancato i docenti nella didattica in classe, con l’obiettivo di fornire agli alunni strumenti semplici, divertenti e facilmente accessibili per permettere loro di familiarizzare con i concetti base dell’informatica.

Adottando nuove modalità didattiche, in questa fase delicata di attività formative a distanza, l’intento dell’iniziativa è stato quello di incoraggiare gli studenti all’utilizzo efficace di strumenti di comunicazione sincrona per aprirsi a nuovi spazi e occasioni di apprendimento al di fuori delle pareti della classe.

Nell’arco della settimana i docenti dell’Equipe siciliana hanno offerto alle classi partecipanti, un ventaglio di proposte per un primo approccio alla programmazione con dei laboratori interattivi online, fruibili in remoto attraverso la lavagna multimediale e gli strumenti BYOD che, nello stesso tempo, hanno rappresentato un modo per ripensare le attività didattiche in modalità mista.

Gli eventi della durata di un’ora, si sono susseguiti ogni giorno, dal 19 al 23 ottobre, con due incontri giornalieri, in collegamento diretto con le classi.

L’iniziativa, dal titolo “Do you CodeWeek?”, ha coinvolto più di 500 classi delle scuole siciliane, travolte da una ventata di innovazione e tecnologia, che le ha viste protagoniste in diversi scenari narrativi.

Il kick-off della settimana è stato un incontro pomeridiano rivolto ai docenti sulla dimensione europea del pensiero computazionale e sulle opportunità di sviluppo professionale e di collaborazione nei partenariati digitali europei.

I successivi eventi sono stati svolti in orario scolastico con attività di coding e storytelling per i bambini della scuola dell’infanzia e attività unplugged attraverso la PixelArt e di animazione con Scratch per le classi della scuola primaria.

Ai ragazzi della scuola secondaria di primo grado, invece, sono stati dedicati i laboratori di simulazione con i kit Arduino e Spike di LEGO Education.

Ricordando il famoso gioco americano “Monty Hall” gli studenti del secondo ciclo si sono cimentati in giochi matematici di simulazione su un foglio elettronico con funzioni di base come random, cicli condizionati e cicli interattivi o, hanno utilizzato Arduino, nella realizzazione di un prototipo di gestione automatizzata delle operazioni di ingresso in un negozio, permettendo il rispetto delle norme di emergenza COVID-19.

E ancora, attraverso le metodologie del learning by doing, della didattica laboratoriale e dello storytelling, gli studenti hanno sviluppato le conoscenze delle dimensioni, della prospettiva e del movimento degli oggetti, in funzione del tempo, nello scenario narrativo di un’affascinante storia di fantascienza.

I workshop sono stati ritenuti efficaci dal punto di vista didattico dai docenti coinvolti e hanno ottenuto l’apprezzamento degli alunni che si auspicano di poter partecipare a eventi simili anche in futuro.

Il pensiero computazionale merita di essere coltivato e applicato in modo interdisciplinare perché definisce i prerequisiti metacognitivi che predispongono lo studente allo sviluppo del pensiero critico e riflessivo come base per il ragionamento applicabile in altri contesti in cui è necessario adottare processi creativi e risolutivi originali.

“Le grandi innovazioni avvengono nel momento in cui la gente non ha paura di fare qualcosa di diverso dal solito” George Cantor

Il sito della CodeWeek

Le proposte delle Équipe Formative Territoriali

Per tenersi aggiornati con le proposte delle attività dell’Équipe Formativa Territoriale Sicilia è possibile consultare sito https://www.eftsicilia.it/

L’Équipe Formativa Territoriale Sicilia
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Pensieri visibili: sulla scuola nel futuro prossimo venturo
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Tue, 05 May 2020 14:10:30 +0000

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Apprendimento Digitale Emotivo
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Mon, 09 Mar 2020 23:42:50 +0000

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Noi delle Équipe Formative Territoriali (EFT), che dal mese
di ottobre operiamo in tutte le regioni italiane perchè il Piano Nazionale
Scuola Digitale possa attuarsi in maniera capillare, noi che crediamo
fermamente che l’innovazione metodologica e digitale possa davvero cambiare la
scuola italiana, noi che come docenti innovativi abbiamo vissuto le difficoltà
logistiche dei nostri ambienti di lavoro e abbiamo avvertito sul petto e sulla
faccia la restistenza che si prova nell’andare controvento, noi 120, non
avremmo voluto che la “Rivoluzione Digitale”, di cui da ottobre siamo paladini,
si attuasse nei termini in cui oggi la stiamo vivendo.

   L’emergenza
sanitaria, il timore più o meno latente che il contagio sia dietro l’angolo, la
forzata immobilità a cui il dinamismo delle nostre vite quotidiane ci aveva
disabituati, hanno sconvolto tutti e ci hanno dato inattesa consapevolezza di
quanto davvero piccolo sia il nostro pianeta, il nostro Mondo che il web
abbraccia tutto in un clik e che ora anche un minuscolo virus è in grado di
stringere in una morsa letale.

   E allora ecco che è
di intelligenza e competenze,  di studio
e di ricerca che ci armiamo per contrastarlo, è grazie alle comunicazioni in
tempo reale che ci informiamo e ci sentimo uniti nella più profonda e
intramontabile  humanitas e, nel campo
dell’insegnamento, è nelle metodologie e nelle tecnologie digitali che
individuiamo gli unici strumenti per continuare a svolgere la funzione di
educatori e mediatori del sapere che, più che mai in situazioni tanto
complesse, siamo chiamati ad espletare. 

  Noi 120 non avremmo voluto che la rivoluzione digitale che sosteniamo nella scuola avvenisse con il senso d’urgenza con cui si sta attuando ma, come sempre accade quando un evento inaspettato ci piomba addosso e di quel momento ricordiamo ogni dettaglio, forse tutte le conoscenze digitali che insieme a un grande numero di colleghi  stiamo mettendo in campo e stiamo potenziando andranno nella nostra memoria a lungo termine e concorreranno a consolidare le competenze di un corpo docente innovativo per passione, non più per necessità.

È un “apprendimento digitale emotivo”, più motivante di cento seminari, più coinvolgente di mille workshop che, ne sono convinta, arricchirà il bagaglio di competenze di noi insegnanti e dei nostri studenti,  colmando ampiamente le lacune di qualche nozione dispersa nei corridoi vuoti e nelle aule silenziose delle nostre scuole deserte.
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Arrivano le équipe formative territoriali: vogliamo parlarne?
https://www.eftsicilia.it/2019/10/11/arrivano-le-equipe-formative-territoriali-vogliamo-parlarne/
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Fri, 11 Oct 2019 09:06:26 +0000

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