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Educazione e/è vita

EDUCAZIONE E/E’ VITA: PEDAGOGIA COME “SCIENZA DELLA VITA” IN G. MODUGNO

di Carlo De Nitti

 

Non scholae sed vitae discimus.

LUCIO ANNEO SENECA, Epistulae, 105, 11

 

1. ABBRIVO

L’argomento proposto è di sicuro interesse genuinamente teoretico e non riservato ad una mera erudizione storiografica. Chi scrive ha sempre pensato – e pensa – che storiografia e teoresi non siano mai disgiunte, pena il divenire un’erudizione e l’altra vaneggiamento.

Rileggere il pensiero di Giovanni Modugno alla luce di una pedagogia intesa come scienza della vita significa cogliere l’essenza del suo apostolato di educatore, della sua riflessione pedagogica e della sua opera educativa, svolta, in primo luogo, con se stesso, con i familiari, con la figlia Pina, precocemente scomparsa, con gli studenti affidati alle sue cure. 

Educazione e vita sono i due termini di un binomio che tende all’identità: educazione è vita. L’educazione è un processo, intenzionale, preterintenzionale e non intenzionale che costituisce la vita stessa in tutte le età, dalla nascita alla senescenza.

L’educazione alla vita si concretizza nelle azioni dell’educare, dell’essere educato e dell’educarsialla vita e dalla vita. L’esergo, tratto dall’Epistolario di Lucio Anneo Seneca, dice in modo scultoreo il vero fine dell’educazione e degli apprendimenti che la sostanziano: la vita. La vita non può che essere uno dei due valori – insieme alla libertà – ai quali e mediante i quali educare: essi sono i due valori fondamentali senza i quali non è possibile viverne e praticarne alcun altro.

La scuola è uno dei luoghi in cui ogni persona si educa alla vita: il più importante, insieme alla famiglia, ma non certamente l’unico.

 

2. PEDAGOGIA E/E’ SCIENZA DELLA VITA

La pedagogia, che si configura come scienza generale dell’educazione è, pertanto, la scienza della vita, come insegnava Giovanni Modugno.

“I temi essenziali del pensiero di Modugno, emergenti, oltre gli scritti succitati, dalle opere più significative dell’illustre Maestro, l’educazione morale della gioventù, il rinnovamento civile e democratico della nostra società, la scienza della vita, la perennità e la fecondità del messaggio cristiano integralmente vissuto”[1].

Tutto il suo itinerarium – biografico, politico, teoretico, spirituale –è l’inverarsi di questo assunto identitario, come hanno mostrato ben più articolatamente che in questo contesto, studiosi che hanno scandagliato la sua storia umana e religiosa, il suo pensiero pedagogico, le sue pratiche educative: penso a Matteo Perrini, allievo e figlioccio di G. Modugno, a Gaetano Santomauro, a Vittoriano Caporale, a Vincenzo Robles, a Giuseppe Micunco, a Domenico Saracino, ad Armando Aufiero, alcuni testi dei quali sono invenibili nella bibliografia che segue queste righe.

“Il continuo impegno al perfezionamento interiore, che ha sollecitato sempre Modugno, fin da giovane, a livello personale, e nei confronti prima dei suoi amici, poi di sua moglie, di sua figlia e dei suoi allievi, rimarrà una costante fondamentale e caratteristica del suo articolato itinerario spirituale”[2].

La vita si interseca con la pedagogia e con la religione che, nella concezione di Giovanni Modugno le dà fondamento e linfa, in quanto ascesi intra- ed extra-mondana: è sempre presente in lui l’idea dell’ascesa e dell’ascendere insieme, come forma reale di quel più vasto progetto di cristianizzazione della vita che egli ha sempre perseguito – in forme e modi diversificati – fin dalla giovinezza nella sua Bitonto, allorquando si occupava dei bisogni, materiali e non solo, dei contadini.

E’ convinzione profonda di chi scrive che non vi sia cesura / conversione alcuna nel percorso di vita e di pensiero di Giovanni Modugno, ma solo un’evoluzione che non rinnega ma arricchisce.

 

3. GIOVANNI MODUGNO E GAETANO SALVEMINI

L’inscindibile rapporto dell’educazione con la vita assume nella biografia giovanile di Giovanni Modugno le sembianze dell’impegno politico e sociale nella sua città natale in sodalizio profondo con Gaetano Salvemini (1873 – 1957). Due grandi Maestri[3] profondamente diversi tra loro: militante appassionato e fervente anticlericale lo storico Gaetano Salvemini, uomo di scuola a tutto tondo e sincero cattolico Giovanni Modugno: questo non impedisce loro di condividere le medesime battaglie politiche in difesa dei contadini del Sud per circa un cinquantennio. Il loro obiettivo condiviso era il riscatto delle classi subalterne del Mezzogiorno con la conquista dei diritti, in primo luogo, l’istruzione.

      A partire dal 1908, i due intellettuali convergono su obiettivi comuni: non a caso, nel 1911, quando Salvemini esce dal Partito Socialista e fonda “L’Unità”, Modugno è uno dei primi intellettuali a collaborare con la neonata rivista, tesa ad educare la piccola borghesia a liberarsi e giungere, attraverso di essa, alle masse con cui svolgere un’opera di istruzione/ educazione.

      Con l’avvento del fascismo, le loro vite si dividono: Salvemini, nel 1934, emigra negli Stati Uniti, dove insegna nell’università di Haward; Modugno rinuncia a qualunque carica pubblica, continuando a studiare ed a far crescere i giovani attraverso l’insegnamento e contribuendo a far nascere la pedagogia personalista in Italia con gli amici “bresciani”, raccolti intorno alla casa editrice La Scuola, fondata nel 1904, ed alla rivista Scuola Italiana Moderna (1893)[4].

      I loro rapporti riprendono con il periodo dei lavori dell’Assemblea Costituente, quando si confrontano sul tema del Concordato e dell’educazione religiosa. “Per Modugno, socialisti come Salvemini (o come Bissolati) erano in fondo più cristiani di tanti cattolici”[5] e Salvemini, in una lettera aperta, pubblicata sulla rivista “Belfagor”, definisce Modugno “un cattolico sincero”: è il comune richiamo alle radici cristiane, alla dignità della persona, all’etica della responsabilità[6] il terreno della loro stima reciproca, della loro collaborazione, e della loro amicizia cinquantennale. Per entrambi l’educazione e la vita erano inscindibilmente legate fra loro al fine di migliorare se stessi e gli altri.

 

4. GIOVANNI MODUGNO E JOSIAH ROYCE

Il nesso morale/educazione/vita è ben chiaro a Modugno fin dall’inizio del XX secolo: non casualmente egli “incontra”, nel suo itinerario teoretico, autori che lo affrontano da visuali affini alla sua, come lo statunitense Josiah Royce (1855 – 1916), di cui cura nel 1913 per i tipi della casa editrice Laterza di Bari, gli Estratti da La filosofia delle fedeltà (cui seguiranno altre due edizioni, l’ultima delle quali nel 1948).

Il problema fondamentale di Giovanni Modugno, filosofico prima ancora che pedagogico, è quello morale, derivato dalle ascendenze kantiane e neokantiane fin dagli anni della sua formazione, allievo egli di Filippo Masci (1844 – 1922) ed Igino Petrone (1870 – 1913), presso l’università degli studi partenopea all’alba del XX secolo[7].

Giovanni Modugno ritrova in Josiah Royce i principi fondanti dell’etica kantiana del dovere, declinati come principi a cui ispirare la propria ricerca della fedeltà ad una causa ideale cui votarsi senza costrizione alcuna, ma con libera disciplina attraverso un processo di educazione consapevole: la Patria, la Religione, la Scienza.

Questo processo rende gli uomini – sia i docenti che i discenti – mediante un processo armonico, in un divenire mai concluso ed armonico, liberi in tutte le loro attività. Il vero maestro fa lezione in modo consapevole, fornendo stimoli ai discenti e valorizzando la loro reazione spirituale ed evitando ogni forma di dogmatismo. E’, quella di Modugno, la migliore lezione dell’attivismo, che si carica di valori etici: il maestro guida l’alunno alla conquista del suo perfezionamento interiore, crescendo e migliorando egli stesso. Il vero maestro supera il metodo dogmatico dell’insegnamento per realizzare quello euristico[8].

 

5. GIOVANNI MODUGNO, JEAN JACQUES ROUSSEAU E MAURO CARELLA

 Il riferimento all’Emile ou de l’éducation di Jean Jacques Rousseau (1712 – 1778) della metà degli anni ’20 fanno invenire a Giovanni Modugno, pur con i limiti, tipicamente illuministici, del pensatore ginevrino, un padre nobile dell’attivismo pedagogico: “Modugno critica con una certa durezza Rousseau, perché disconosce la vera natura dell’uomo, in generale, e quella dell’educando, in particolare […] Dopo lo studio ben approfondito e documentato dell’Emilio trova che in esso si ritrovano tutti i principi della scuola attiva moderna”[9].

Tali principi furono, di certo, molto ben incarnati, invece, al tempo suo, tra gli altri, dal maestro canosino Mauro Carella (1888 – 1979), “che gli rimase per tutta la vita molto vicino con devozione e affetto”[10].

“Con il metodo attivo le materie diverse di studio saranno apprese non come scienze ‘fatte’, ma come ‘scienze nel loro farsi’ in stretta relazione unitaria e in un dinamico e diretto rapporto con la vita sociale.  L’’interesse’ dell’alunno, che viene sapientemente stimolato a investigare, a ingegnarsi, ad acquistare lo spirito della ricerca e l’iniziativa dell’azione, è conciliato naturalmente con lo ‘sforzo’ dell’apprendimento”[11].

 

6. GIOVANNI MODUGNO E FRIEDRICH WHILELM FÖRSTER

In questa prospettiva etica e pedagogica, Giovanni Modugno si avvicina al pensiero del filosofo tedesco Friedrich Whilelm Förster (1869 – 1966), dedica al suo pensiero un importantissimo volume (prima edizione del 1931, seconda del 1946), F. W. Förster e la crisi dell’anima contemporanea ed instaura con lui una consonanza amicale che durerà tutta la vita, consegnata ad un ricco carteggio. “Egli condivide del Förster l’impostazione fondamentale del suo pensiero insieme all’esigenza di conciliare le molteplici istanze della complessa civiltà attuale con il cattolicesimo”[12].

La storia personale e filosofica del pensatore tedesco non è molto dissimile da quella del pedagogista bitontino: “Förster, come Modugno, fin da giovane assume un atteggiamento favorevole al movimento degli operai, rivendicando per loro condizioni di vita più dignitose. Il suo atteggiamento critico del prussianesimo è dovuto al fatto che lo ritiene contrario alla vera anima tedesca e, soprattutto, perché anticristiano. Fin dalle sue prime opere Förster esprime chiaramente la convinzione che ‘il ritorno alla vita significa ritorno a Cristo’ ”[13].

I due pensatori convergono su tutte le tematiche politiche, filosofico-morali e pedagogiche del tempo che si pongono dinanzi a loro come problemi: “La ‘scienza della vita’ potrà finalmente entrare nella scuola quando l’educatore sarà preparato a tale compito. La condizione primaria che esige Förster è costituita dal fatto che conosca insieme la materia che insegna, la natura umana dell’educando e, infine, che raggiunga per primo il livello al quale intende elevare ‘con amore e con fermezza’ gli allievi”[14]. Modugno, con la sua fede, non può che acconsentire con questa posizione, che permette ad educatore ed educandi di ascendere insieme… “Il vero maestro fa amare all’alunno l’obbedienza col suo contegno esemplare, facendo scoprire l’importanza dei valori rapporto ai quali vivere […] Ogni educando sarà coinvolto nel perfezionamento personale e nell’autoeducazione attraverso il tirocinio dell’azione … L’esercizio esercizio il senso di responsabilità, farà sì che per gli alunni i compiti quotidiani diventino i primi doveri dei piccoli cittadini e cittadine”[15].

 

7. CONCLUSIONE … APERTA

Ogni “conclusione” non può che essere aperta al dialogo, al confronto a far emergere il non detto, a compiere l’heideggeriano der schritt zurück, “passo indietro”,  alla prosecuzione ed all’approfondimento delle tematiche dell’autore. A Modugno ed ai suoi volumi, si attaglia perfettamente ciò che Italo Calvino diceva dei classici: “Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”.

Ecco perché a chi scrive piace concludere con questa riflessione: “La validità del messaggio di Giovanni Modugno consiste soprattutto nell’avere avvertito l’importanza prioritaria del fine dell’educazione, riprendendo le istanze più significative della tradizione cristiana, arricchita dal dialogo fecondo con Don Bosco, Förster e Maritain […]  La pedagogia come ‘scienza della vita’ garantisce appunto un’aspirazione così elevata perché presenta insieme i caratteri del rigore teoretico e dell’efficacia pratica, fondata com’è su saldi principi e su valori autentici, applicabili sia alla prassi scolastica, sia alla vita quotidiana”[16].

E Giovanni Modugno ha ancora tanto da dire e da dare a noi, persone di scuola del XXI secolo: è sufficiente porsi in posizione di ascolto consapevole ed attivo.

 

8. BIBLIOGRAFIA

MODUGNO, GIOVANNI, Il concetto dell’educazione e la pedagogia, Milano 1919, Libreria Editrice Milanese,

MODUGNO, GIOVANNI, Praticità della scuola e scuola attiva, Bari 1928, Società Editrice Tipografica;

MODUGNO, GIOVANNI, F.W. Förster e la crisi dell’anima contemporanea, Bari 1931, Laterza;

AA.VV., Maestri del senso: competenze e passione per una scuola migliore, a cura di CARLO DE NITTI e CARLO LAVERMICOCCA, Bari 2023, Ecumenica editrice;

CAPORALE, VITTORIANO, Educazione e politica in Giovanni Modugno, Bari 1988, Cacucci;

CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Un pedagogista del Sud, Bari 1995, Cacucci;

CAPORALE, VITTORIANO, Giovanni Modugno. Pedagogia come Scienza della Vita, Bari, 1997, Cacucci;

CAPORALE, VITTORIANO, La proposta pedagogica di Giovanni Modugno, Bari, 2004, Cacucci;

CAPORALE, VITTORIANO, Pedagogia e vita di Giovanni Modugno, Bari 2006, Cacucci;

MICUNCO, GIUSEPPE, La bella battaglia. Santità e laicità in Giovanni Modugno (1880-1957), Bari 2006, Stilo editrice;

MICUNCO, GIUSEPPE, Per fede Aldo Moro … Per fede Giovanni Modugno, “L’Odegitria”, LXXXVIII, nov. – dic. 2012, 6, pp. 691 – 713;

PERRINI, MATTEO, Pedagogia e Vita di Giovanni Modugno, Brescia 1961, La Scuola;

ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno. Il volto umano del Vangelo, Bari 2020, Edizioni Dal Sud;

ROBLES, VINCENZO, Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2022, Edizioni Dal Sud;

SANTOMAURO, GAETANO, Giovanni Modugno attraverso gl’inediti, “Rassegna Pugliese”, IV, apr. – mag. 1969, nn. 4-5;

SARACINO, DOMENICO, Politica, cultura e spiritualità in un cercatore di Cristo, Bari 2006, Stilo editrice;

et si parva licet componere magnis …

La missione educativa di Giovanni Modugno e la sua attualità nel XXI secolo. Nota a margine di una recente biografia del pedagogista bitontino, ”Educazione & Scuola”, XXVI, marzo 2021, 1123;

In difesa del Sud: storia di un’amicizia tra due grandi Maestri tra Molfetta e Bitonto, “Educazione & Scuola”, XXVII, settembre 2022, 1141;

Giovanni Modugno: un “cercatore di Cristo”, apostolo dell’educazione, inVINCENZO ROBLES, Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2023, Edizioni Dal Sud, pp. 9 – 12;

Giovanni Modugno: un “maestro di senso” per la scuola italiana di oggi, “Educazione & Scuola”, XXVIII, dicembre 2023, 1156;

Giovanni Modugno e Gaetano Santomauro nel personalismo pugliese, italiano ed europeo del ‘900, “Educazione & Scuola”, XXIX, settembre 2024, 1163;

 

[1] G. SANTOMAURO, Giovanni Modugno attraverso gl’inediti, “Rassegna Pugliese”, IV, apr. – mag. 1969, nn. 4-5, p. 153.

[2] V. CAPORALE, Giovanni Modugno. Pedagogia come “scienza della vita”, Bari 1997, Cacucci editore, p. 14.

[3] Molto interessante il volume di G. CAPURSO, Due Maestri per il Sud: Gaetano Salvemini e Giovanni Modugno, Corato, 2022, SECOP;

[4] Si veda, a tal riguardo, il prezioso volume di V. ROBLES Giovanni Modugno e il suo “rifugio” bresciano, Bari 2022, Edizioni Dal Sud.

[5] G. CAPURSO, Op. cit., p. 89.

[6] Non è un caso che entrambi si richiamino alla concezione etica espressa nel Critone platonico.

[7] Si veda, a tal riguardo, G. SANTOMAURO, Op. cit., pp. 156 – 160.

[8] Cfr. V. CAPORALE, Op. cit., pp. 48 – 54.

[9] V. CAPORALE, Giovanni Modugno. Pedagogia come “scienza della vita, cit., pp. 57 – 58

[10] V. CAPORALE, Giovanni Modugno. Pedagogia come “scienza della vita, cit., p. 61. Sull’importante figura del maestro canosino, si veda di VITTORIANO CAPORALE, Mauro Carella. Un maestro del Sud, Bari 1997, Cacucci.

[11] V. CAPORALE, Op.  cit., p. 59.

[12] V. CAPORALE, Op. cit., p. 31.

[13] Ibidem.

[14] V. CAPORALE, Op. cit., p. 41.

[15] V. CAPORALE, Op. cit., pp. 77 – 78 passim.

[16] V. CAPORALE, Op. cit., pp.  96 – 98.

BERGAMOSCIENZA 2023

BERGAMOSCIENZA 2023

INFINITO E INFINITESIMO

XXI edizione, 29 settembre – 15 ottobre

Bergamo, 25 settembre – Dal 29 settembre al 15 ottobre torna la XXI edizione di BergamoScienza, il primo festival di divulgazione scientifica in Italia. Organizzato dall’Associazione BergamoScienza, il festival chiama a raccolta scienziati, studiosi e divulgatori di fama internazionale rinnovando un immancabile appuntamento per appassionati e curiosi di ogni età.

Come ogni inizio autunno, diciassette giornate animeranno con conferenze, laboratori, spettacoli e tour virtuali, la città di Bergamo, e stimoleranno le riflessioni di un pubblico vasto ed eterogeneo (324.790 hanno seguito la manifestazione l’anno scorso, 74.676 in presenza e 250.114 da remoto, dall’Italia e dall’estero).

La XXI edizione di BergamoScienza, grazie alla presenza di scienziati e scienziate, ricercatori e comunicatori della scienza dall’Italia e dal mondo, apre una finestra sugli infiniti e infinitesimi della realtà che ci circonda: dalla complessità del cosmo a quella degli organismi viventi, dalla vastità di oceani e deserti alle innumerevoli strade dell’evoluzione umana, da virus e batteri invisibili che mutano,  a modifiche calibrate del DNA, segnali chimici  che se pur quasi impercettibili hanno uno straordinario impatto sulla vita del nostro pianeta.

Come da tradizione torna La Scuola in Piazza. Nel pomeriggio di sabato 30 settembre e nell’intera giornata di domenica 1 ottobre, il Sentierone ospiterà la consueta fiera scientifica on the road, che quest’anno coinvolge 35 istituti scolastici di Bergamo e provincia che, con exhibit, giochi ed esperimenti, stimoleranno la curiosità di piccoli e grandi visitatori.

PROGRAMMA

La XXI edizione di BergamoScienza prende avvio venerdì 29 settembre con l’inaugurazione a Palazzo delle Libertà, dell’esposizione sVALVoLATI. La chirurgia del cuore, un viaggio nel tempo. In occasione dell’apertura della mostra, alle ore 17, si terrà la prima conferenza del festival che vedrà in dialogo, introdotti da Gianvito Martino, il cardiochirurgo di fama mondiale Ottavio Alfieri e il giornalista scientifico Luigi Ripamonti. Curato da Alessandro Bettonagli, Francesco Maisano e Ottavio Alfieri, il percorso espositivo è realizzato da BergamoScienza in collaborazione con l’IRCCS Ospedale San Raffaele – Gruppo San Donato. Un viaggio interattivo nel passato e nel futuro della cardiochirurgia che celebra Bergamo e Brescia, Capitale Italiana della Cultura 2023, come centri di eccellenza nell’evoluzione delle terapie del cuore non invasive. Aperta fino al 22 dicembre, l’esposizione ripercorre le tappe evolutive di una branca della medicina che, dagli studi sul cuore degli antichi Egizi alle più innovative tecniche di cardiochirurgia robotica, ha salvato e continua a salvare innumerevoli vite.

Ospiti del festival saranno alcune delle personalità più illustri della comunità scientifica internazionale che, con un linguaggio accessibile a tutti, illustreranno gli avanzamenti delle loro ricerche. Tra i relatori di questa edizione ben due Premi Nobel. Kip Thorne, Nobel per la Fisica 2017 per l’osservazione delle onde gravitazionali, terrà la conferenza La mia storia d’amore con il lato distorto dell’Universo. Come è nato l’Universo? Possiamo viaggiare indietro nel tempo? Thorne guiderà il pubblico in un viaggio nel lato distorto dell’universo, popolato da oggetti e fenomeni originati da spazio e tempo deformati. Tra buchi neri in collisione, wormhole e vortici spaziali, come nel film Interstellar – di cui Thorne ha contribuito alla sceneggiatura – l’incontro analizzerà i misteri della fisica dei viaggi nel tempo. La conferenza è moderata da Gianvito Martino (5 ottobre).

Nell’ultimo fine settimana attesissima la presenza di Serge Haroche,insignito delpremio Nobel per la Fisica nel 2012 per le sue ricerche sperimentali sulla misurazione e sulla manipolazione di singoli sistemi atomici. Il fisico sarà protagonista della 11th Rita Levi Montalcini Lecture dal titolo La scienza della luce, da Galileo alla fisica quantistica, in dialogo con Dario Menasce, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. Haroche illustrerà le ultime frontiere degli studi sulla luce, un fenomeno che affascina l’umanità fin dalla notte dei tempi. La ricerca sulle sue proprietà ha contributo alla nascita della scienza moderna e ha condotto alle teorie della relatività e della fisica quantistica, rivoluzionando la nostra visione del mondo (15 ottobre).

Le nuove frontiere dello spazio

La ricerca di vita extraterrestre è una delle sfide più emozionanti della scienza. Avi Loeb, fisico teorico e presidente più longevo del Dipartimento di Astronomia di Harvard, racconterà al pubblico le scoperte del Galileo Project, un progetto di ricerca internazionale incaricato di scovare indizi di reperti tecnologici extraterrestri sul nostro pianeta, inaugurando, di fatto, una nuova disciplina di frontiera: quella dell’archeologia interstellare. L’incontro è moderato dal giornalista Gabriele Beccaria (8 ottobre).

Torna a BergamoScienza un amico del festival, Luca Parmitano, il primo astronauta italiano a ricoprire il ruolo di comandante della Stazione Spaziale Internazionale. In un dialogo con Luca Perri, coordinatore scientifico di BergamoScienza e Ilaria Zilioli dell’Agenzia Spaziale Europea, Parmitano svelerà i segreti di uno dei mestieri più affascinanti del mondo. Tanti saranno gli interrogativi, tra scienza e fantascienza, per comprendere meglio la vita degli esploratori dello spazio (7 ottobre).

Lo scorso agosto, un nuovissimo strumento si è aggiunto a quelli in uso nella Stazione Spaziale Internazionale: si tratta del laboratorio biochimico in miniatura di ZePrion, che studierà un protocollo innovativo per sviluppare nuovi farmaci contro le malattie da prioni. Uno dei ricercatori del programma, Pietro Faccioli, docente di fisica applicata all’Università di Milano Bicocca, illustrerà i dettagli di un progetto sperimentale che, intrecciando spazio e biochimica, amplierà gli orizzonti della ricerca medico-scientifica. Modera la giornalista Anna Violato (14 ottobre).

Si passa all’economia spaziale con l’astrofisica Simonetta di Pippo, direttrice dello Space Economy Evolution Lab (SEE Lab) di SDA Bocconi. Oggi la space economy vale circa 470 miliardi di dollari, con previsioni di crescita percentuale a due cifre entro il 2040. In futuro la specie umana diventerà multiplanetaria? O la ricerca spaziale ci aiuterà a salvare il nostro attuale pianeta?  Modera Ilaria Zilioli (15 ottobre).

La sostenibilità delle missioni spaziali, tema di stringente attualità, sarà al centro di due conferenze: nella prima Camilla Colombo, docente del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Aerospaziali del Politecnico di Milano, si soffermerà sulle soluzioni da attuare per risolvere il problema dei detriti spaziali, la cui presenza sta aumentando in maniera esponenziale a causa del numero crescente di missioni internazionali. L’incontro è moderato da Tommaso Nicolò, divulgatore di Passione Astronomia (14 ottobre). Nel corso della seconda conferenza, Stefano Bianchi dell’ESA, intervistato dal giornalista Giovanni Caprara, illustrerà le nuove tecnologie di sviluppo dei razzi, sempre più sicuri e sostenibili (14 ottobre).

Il viaggio nelle vastità dell’universo si conclude con due appuntamenti relativi allo studio delle onde gravitazionali. Spiegherà cosa sono, come funzionano e cosa ci raccontano la storica della fisica Adele La Rana, nel corso di un incontro introdotto da Simone Iovenitti dell’Associazione BergamoScienza (13 ottobre). Una tavola rotonda dimostrerà, inoltre, come il nostro Paese sia stato, fin da subito, parte attiva nel processo che ha portato alla scoperta e alla verifica dell’esistenza delle onde gravitazionali. Oggi l’Italia, oltre a ospitare l’interferometro di seconda generazione Virgo a Cascina (Pisa), è candidata ad accogliere, a Sos Enattos in Sardegna, la nuova struttura di terza generazione Einstein Telescope. Si tratta di una straordinaria opportunità per il nostro Paese, sul quale ricadranno i benefici di un’attività di ricerca tecnologica d’avanguardia di livello mondiale. Ne discutono Monique Bossi e Marco Pallavicini dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Luca Perri dell’Associazione BergamoScienza moderati dalla conduttrice radiofonica Sara Zambotti (1 ottobre).Letture dell’attrice Maria Giulia Scarcella.

Un pianeta da salvaguardare: ambiente, clima e sostenibilità

Dall’esplorazione dello spazio alla vita sulla terra: il nostro pianeta è sempre più minacciato dalle problematiche che l’emergenza climatica porta con sé.

Le conseguenze del riscaldamento globale stanno modificando la vita di intere comunità, che si trovano a dover affrontare la sfida di adattarsi al clima che cambia. Dai nativi groenlandesi che lottano per evitare l’apertura di nuove miniere, alla giovane ricercatrice che in Uganda progetta stazioni meteo smart per favorire l’agricoltura: la giornalista Sara Moraca e la climatologa Elisa Palazzi daranno voce alle storie di chi sta già agendo per costruire un futuro migliore (7 ottobre). Modera Andrea Gianola di WeScience.

Monitorare l’impatto che il cambiamento climatico ha sugli oceani, i più vasti e complessi ecosistemi del nostro pianeta, è una delle priorità della comunità scientifica internazionale. Ne parlerà l’esperto di biologia delle piante Chris Bowler, neo presidente della stazione zoologica Anton Dohrn di Napoli, in un incontro introdotto dal filosofo evoluzionista Telmo Pievani (7 ottobre).

Ancora il mare è il protagonista dell’incontro con il naturalista Alfonso Lucifredi, che guiderà il pubblico in un appassionante viaggio nella storia della navigazione e dei naufragi, dal Titanic alla leggendaria Endurance di Shackleton (8 ottobre). Modera Anna Spinelli di WeScience.

Secondo alcuni viviamo nell’Antropocene, l’era del dominio umano sul pianeta. Ma forse dovremmo parlare di Wasteocene, un’epoca segnata dalla continua produzione di sostanze, comunità e luoghi di scarto. Lo storico dell’ambiente Marco Armiero, dell’Istituto di Storia della Scienza dell’Università Autonoma di Barcellona, condurrà i partecipanti in un viaggio nelle viscere del Westocene, analizzando le esperienze di resistenza che lo rifiutano. Introduce il sindaco di Bergamo Giorgio Gori (7 ottobre).

Come si rende più sostenibile il settore della tecnologia? Ce lo raccontano Anna Rita Odorizzi, Daniele Paradiso e Alessandro Beretta di StMicroelectronics, che progetta soluzioni ed ecosistemi per ridurre l’impatto ambientale dei prodotti tech (4 ottobre).

La conoscenza del pianeta che abitiamo passa anche dallo studio delle creature che lo hanno popolato milioni di anni fa. Il paleontologo Cristiano Del Sasso, mostrando immagini e video inediti, racconterà la storia dell’incredibile scoperta, nel deserto del Sahara, dello scheletro di Spinosaurus aegyptiacus. Si tratta della prima e finora unica specie di dinosauro semiacquatico mai studiata, nonché del più grande predatore di tutti i tempi. Modera il divulgatore scientifico Diego Mattarelli (7 ottobre).

Dal mondo animale a quello vegetale, con un dialogo tra Paola Bonfante, professoressa emerita di Biologia all’Università di Torino, e il filosofo della scienza spagnolo Paco Calvo. Le piante sono “intelligenti”? A partire da questo interrogativo i due studiosi si confronteranno per esplorare se e come una categoria umana, come quella dell’intelligenza, possa essere applicata alle piante. Modera il biologo Danilo Zagaria (1 ottobre).

Spazio, infine, a una delle figure più rilevanti della storia delle scienze naturalistiche, Ulisse Aldrovandi, precursore della scienza moderna. A ripercorrerne la vita e le imprese, sulla scia del cinquecentesimo anniversario della sua nascita, saranno Gabriele Rinaldi, direttore dell’Orto Botanico di Bergamo, la geologa Grazia Signori e Giovanni Carlo Federico Villa dell’Università degli Studi di Bergamo (7 ottobre).

Salute e medicina

Come ogni anno, il festival dedica grande attenzione alle ricerche in campo medico, incaricando esperti del settore di raccontarne gli ultimi esiti.

Si parte con un dialogo tra Roberta Fulci, autrice scientifica e conduttrice radiofonica, e Agnese Collino, supervisore scientifico della Fondazione Umberto Veronesi, volto a ripercorrere la storia del dolore, che da sempre medici e scienziati cercano di misurare, definire e interpretare. Tra punture e arti fantasma, sale parto ed evoluzione, le due studiosi tenteranno di ricostruire la storia di un’impresa impossibile (1 ottobre).

Che effetto ha l’alta quota sulla nostra salute? Che rischi si possono correre sui sentieri? Tre ricercatori risponderanno ai quesiti con evidenze di studi effettuati nell’ambito della fisiologia e della medicina di montagna. Intervengono: Guido Ferretti, dell’Università degli studi di Brescia, Simona Mrakic-Sposta, dell’Università Telematica San Raffaele di Roma e Lorenza Pratali, della Società Italiana di Medicina di Montagna (11 ottobre).

Numerosi sono gli incontri che il festival propone in collaborazione con enti, associazioni e fondazioni di rilevanza nazionale operanti nel campo della salute e della ricerca.

Luigi Naldini e Alessandro Aiuti, rispettivamente direttore e vicedirettore dell’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica, e Francesca Pasinelli, direttore Generale di Fondazione Telethon, approfondiranno i risvolti di una particolare tipologia di terapie avanzate: le terapie geniche, una vera e propria sfida per sconfiggere numerose patologie rare, ma non solo. Modera la divulgatrice scientifica Annamaria Zaccheddu (11 ottobre).

Arrivare prima per curare meglio. Questo è l’obiettivo degli screening oncologici, che negli ultimi cinquant’anni hanno contribuito a rivoluzionare le prospettive di trattamento di alcuni fra i tumori più diffusi. Giulia Veronesi, direttrice del programma di Chirurgia Robotica Toracica presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele, e Silvia Deandrea, dottoressa specializzata in screening oncologici, si confronteranno sull’impatto degli screening sulla vita delle persone e sull’economia dei sistemi sanitari. Modera la giornalista Donatella Barus (3 ottobre).

Di nuove sfide contro il cancro, e in particolare di dieta e immunoterapia, si parlerà con i ricercatori AIRC Alessandra Gennari e Claudio Vernieri, intervistati dal divulgatore scientifico Ruggero Rollini (4 ottobre), mentre con la Fondazione ARTET si discuterà delle cause, dei fattori di rischio e dei sintomi della trombosi, una patologia ancora troppo trascurata e sottovalutata. Con Anna Falanga, dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, Sara Gamba e Patricia Rosas-Gomez, ricercatrici di Fondazione ARTET e Franco Piovella della Fondazione I.R.C.C.S. Istituti Clinici Scientifici Maugeri. Modera la giornalista Roberta Villa (9 ottobre).

Nascere o diventare sordi pone sfide complesse all’individuo e alla società. Accanto alla diffusione di innovazioni tecnologiche, come quelle degli impianti cocleari, oggi le neuroscienze aprono nuovi e importanti scenari. L’incontro, a cura dell’Ente Nazionale dei Sordi, vedrà protagonista Francesco Pavani dell’Università degli Studi di Trento, intervistato da Sofia Erica Rossi dell’Associazione BergamoScienza (12 ottobre).

Si ripercorrerà, infine, la storia delle trasfusioni di sangue, pratica imprescindibile senza la quale oggi sarebbero impossibile i trapianti, con Tiziano Gamba, del Comitato Scientifico Avis Nazionale e Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri (12 ottobre).

Scienza, tecnologia e attualità

Dagli antichi greci al buddhismo, la nostra capacità di avere il controllo sulla realtà affascina i filosofi da migliaia di anni, eppure, solo di recente abbiamo elaborato una scienza rigorosa della consapevolezza di sé, la metacognizione. Stephen Fleming, direttore del MetaLab Lab alloUniversity College di Londra, ci guiderà alla scoperta di questo nuovo campo delle neuroscienze, tra intuizioni che spaziano dall’informatica alla psicologia, passando per la biologia evolutiva. Fleming sarà in dialogo con il neurologo Stefano Cappa, dell’Associazione BergamoScienza (15 ottobre).

Di Intelligenza Artificiale, realtà virtuale e tecnologie digitali – innovazioni che stanno già cambiando le nostre abitudini quotidiane e le modalità con cui oggi si fa scienza – si discuterà nel corso di quattro appuntamenti.

Il primo è una tavola rotonda organizzata in occasione della Notte Europea dei Ricercatori (29 settembre), sul rapporto tra ricerca scientifica e intelligenza artificiale, per produrre nuove conoscenze e tecnologie. Interverranno Elena Cuoco, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Maria Francesca Murru e Antonio Ferramosca dell’Università degli Studi di Bergamo, Federica Agosta e Antonio Esposito dell’Università Vita Salute San Raffaele e Michela Bozzetto, dell’Istituto Mario Negri. Saranno intervistati da Agnese Collino, Luca Perri e Nicola Quadri (29 settembre).

Il secondo incontro è incentrato sulle ultime e più avanzate frontiere della realtà virtuale, strumento dalle potenzialità ancora non del tutto espresse, anche a causa di alcuni vincoli tecnici difficili da superare. Sarà data voce direttamente agli ideatori di un nuovo tipo di realtà virtuale, destinata a rivoluzionare il mondo del cinema, dei videogiochi e della divulgazione scientifica: Guido Meardi e Gianluca Meardi, fondatori di V-Nova, Marco Pizzoni, fondatore Way Experience e il regista Alessandro Crecolici. Moderati la tech influencer Fjona Cakalli (30 settembre).

Al centro del terzo appuntamento i giochi di ruolo. Si sperimenterà in che modo oggi la conoscenza della paleontologia e della museologia possa diffondersi giocando a giochi divenuti ormai cult,come Dungeons and Dragons. Un narratore e alcuni giocatori d’eccezione si cimenteranno in un’avventura creata appositamente per l’occasione: Benedetta Colombo, operatrice culturale e storica dell’arte, Simone Iovenitti e Willy Guasti, dell’Associazione BergamoScienza, Andrea Plazzi, matematico e traduttore, lo scienziato ambientale Mattia Teruzzi e Dario Grillotti, della Scuola Internazionale di Comics (30 settembre).

Infine, le competenze digitali possono configurarsi anche come uno strumento concreto contro la violenza economica, una situazione che affligge ancora molte donne in Italia, costrette a subire il controllo del partner. In un incontro nella sede della Banca d’Italia di Bergamo si parlerà di quali strumenti e abilità digitali è possibile avvalersi oggi per contrastare questo fenomeno e tutelarsi (12 ottobre).

In questi ultimi anni – complice anche la proliferazione di piattaforme digitali per la diffusione di contenuti video e audio – la scienza è diventata una delle protagoniste indiscusse di serie tv, film e podcast: un esempio è Breaking Bad, una delle serie televisive di maggior successo della storia, basata sulle vicende di un professore di chimica che, per sbarcare il lunario, inizia a sintetizzare metanfetamina. Ma quanta chimica reale si nasconde dietro la finzione televisiva? Risponde a questa domanda il divulgatore scientifico Danilo Gasca, in un incontro moderato da Mariaelena Enni di WeScience (6 ottobre).

La scienza, in particolare la fisica, è protagonista anche di Oppenheimer, l’ultimo, celebratissimo film di Christopher Nolan. Luca Perri del comitato scientifico di BergamoScienza esaminerà in che modo la scienza viene qui rappresentata e, soprattutto, racconterà la storia e divulgherà i segreti del Progetto Manhattan. Modera Roberto Taino di WeScience (8 ottobre).

In Italia il mercato dei podcast continua a crescere, mentre la radio sembra non invecchiare mai, dimostrando la voglia del pubblico di ascoltare le storie (anche quelle di scienza) direttamente dalla voce dei protagonisti. Ma cosa vuol dire parlare di scienza oggi? Ne discutono Emanuele Menietti, giornalista de Il Post, Roberta Fulci, conduttrice radiofonica e Ilaria Zanardi, ricercatrice del CNR. Modera Nicola Quadri (30 settembre).

Spazio agli scienziati e agli imprenditori del futuro, con due appuntamenti che celebrano i giovani talenti del territorio: il primo è il Phd Day 2023, nel corso del quale 47, tra ragazzi e ragazze, riceveranno il titolo di Dottore di ricerca, alla presenza di Sergio Cavalieri, Rettore dell’Università degli studi di Bergamo, Andy Neely, docente dell’Università di Cambridge, Gianpietro Cossali, Direttore della Scuola di Alta Formazione Dottorale e Gianvito Martino, presidente dell’Associazione BergamoScienza (6 ottobre); il secondo è la finale della competizione Start Cup Bergamo 2023, il progetto di formazione imprenditoriale ad alto contenuto innovativo dell’Università degli studi di Bergamo. Durante l’evento gli studenti, i docenti e gli ospiti dialogheranno sul tema della crescita d’impresa e degli ecosistemi dell’innovazione a favore dei giovani (9 ottobre).

Musica

Prosegue la collaborazione di BergamoScienza con Contaminazioni Contemporanee, festival internazionale di musica contemporanea, ideato e diretto da Alessandro Bettonagli, direttore artistico di BergamoScienza.

Domenica 8 ottobre, nella Basilica di Santa Maria Maggiore, è in programma l’anteprima mondiale della composizione Pastorals di Valentin Silvestrov, considerato il maggior compositore ucraino vivente e uno dei più grandi compositori di musica contemporanea. La composizione, commissionata dal festival Contaminazioni Contemporanee per la sua diciassettesima edizione, verrà eseguita dalla violinista Hanna Weinmeister, dalla violoncellista Anja Lechner e dalla pianista Anna Gourari: un nuovo trio che sta ottenendo grande successo di critica e di pubblico e che si riunirà in occasione della presentazione del brano di Valentin Silvestrov.

Gli spettacoli e i laboratori

Quest’anno saranno 16 gli spettacoli del palinsesto del festival. Gli appuntamenti racconteranno il nostro pianeta e le leggi fisiche che lo governano, esploreranno i misteri del cosmo, ripercorreranno la storia di grandi scienziati e scienziate. In programma anche la proiezione di due film.

Non mancheranno anche quest’anno i laboratori per bambini e bambine, ragazzi e ragazze dai 3 anni in su, organizzati dalle scuole di Bergamo, Cremona, Mantova e da enti e associazioni private del territorio. Oltre 140 appuntamenti, in presenza e da remoto, stimoleranno la curiosità e la voglia di mettersi in gioco dei giovani partecipanti: giochi, esperimenti, quiz, visite guidate, workshop creativi condurranno i piccoli scienziati in erba alla scoperta di un’infinità di discipline diverse.

Il programma è disponibile sul sito: www.bergamoscienza.it

Tutti gli eventi sono gratuiti.

Per conferenze, spettacoli e laboratori è necessaria la prenotazione.

Tour virtuali visibili in streaming sul sito e sui canali social del festival.

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