Prima la pandemia, ora la guerra. Chiavi per una rinnovata fiducia nel domani
La retorica senza tempo dell’apocalisse: si può forse essere ottimisti nei confronti del futuro? Sì, basta guardare ai risultati della ricerca scientifica e dell’innovazione, e pure al confronto e alla posta in gioco nel voto francese
Le elezioni francesi, con lo scontro tra due idee di mondo e dunque con ognuno dei candidati che ha messo in scena le ragioni che rendono l’azione politica degna di essere vissuta, mi ha fatto venire in mente il film Manhattan: nel finale il protagonista, lo stesso Woody Allen, metteva su un breve (e diventato famoso) elenco delle cose per cui vale la pena di vivere. Erano tutte – diciamo così – di stampo umanistico e, per esempio, la rubrica comprendeva Groucho Marx, Joe DiMaggio, il secondo movimento della sinfonia Jupiter, Louis Armstrong, i film svedesi, L’educazione sentimentale di Flaubert, Marlon Brando, Frank Sinatra, quelle incredibili mele e pere dipinte da Cézanne, i granchi da Sam Woo… il viso di Tracy, che poi era la diciassettenne che il protagonista prima scarica poi corre a riprendersi.
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