“Vorrei, non vorrei, ma se vuoi”: l’epopea delle (presunte) dimissioni di Mark Zuckerberg da Meta

La smentita di Andy Stone, portavoce di Meta, lascia un po’ il tempo che trova: “È falso”, ha risposto a un articolo postato su Twitter da un misterioso (ma seguitissimo) account di notizie finanziarie.
Il pezzo, pubblicato da The Leak, rivelava che il re è nudo. E cioè che Mark Zuckerberg sarebbe stato pronto a lasciare la guida della pachidermica holding fondata come Facebook ormai 18 anni fa nei dormitori di Harvard. Si può lasciare un gruppo che si è fondato, costruito a propria immagine e somiglianza? Certo che sì: le vicende di Bill Gates e, con altri esiti e su scala inferiore, la rocambolesca storia di Adam Neumann di WeWork (giusto per citare un paio di casi agli antipodi) lo provano.
L’articolo cita una fonte interna al gruppo, spiegando che la decisione sarebbe stata presa da Zuckerberg in persona. Del resto, le pressioni non sarebbero mancate, specialmente negli ultimi
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