“Il vero valore aggiunto del protocollo è che ci permette di giocare in difesa in un anno difficile e giocare in attacco in un anno buono, ossia calibrare la produzione sulla base dei cicli economici e produttivi. Inoltre, il Combi Mais di oggi non è il Combi Mais del 2015, perché ogni anno c’è una novità che viene testata e introdotta in caso di esito positivo. È un lavoro di squadra che facciamo insieme all’agronomo, alle università e alle aziende per dare una vera risposta di sostenibilità digitale alle grandi sfide del mondo agricolo”.
A spiegare così il mix di innovazione, sostenibilità e tradizione che si nasconde dietro al Combi Mais, il protocollo di coltivazione del mais nato nel 2015 tra i campi di Robbiano di Mediglia e presentato all’Expo di Milano, è Mario Vigo, proprietario della Società Agricola Folli. Nelle campagne lombarde,
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