Con la riscrittura di Roald Dahl si mette in discussione l’idea di autore

“Prima di tutto vennero a cancellare la parola ‘negro’, e fui contento, perché non l’avevo scritta io. Poi vennero a cancellare i pronomi, e stetti zitto, perché mi stavano antipatici. Poi vennero a cancellare la parola ‘grasso’, e fui sollevato, perché mi ero messo a dieta. Un giorno vennero a cancellare me, e non c’era rimasto nessuno a protestare”. Possiamo parafrasare le parole del pastore antinazista Martin Niemöller – erroneamente attribuite a Brecht – e applicarle a questa ondata revisionista della letteratura che ogni giorno ci regala nuovi motivi per indignarci. Dopo Mark Twain, dopo Agatha Christie, dopo Pippi Calzelunghe, dopo Zio Paperone, anche Roald Dahl si può aggiungere a questo falò editante del politicamente corretto.

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