Tanti temi, tanti maturi: per farsi bocciare qui bisogna impegnarsi
Sette temi? Pare di ricordare che ai miei tempi, quelli del liceo classico gentiliano “in purezza”, Senofonte e Tacito fino alla nausea, non ci fosse tanta scelta. Vero anche che in terza liceo (sì, i primi due anni erano ancora ginnasio) in italiano si arrivava, sì e no, a D’Annunzio, quindi su Quasimodo e Moravia, primi due autori scelti per la maturità 2023, sarebbe stata scena muta e foglio bianco. Quanto al resto, le tracce fanno molto anno primo dell’èra meloniana, a partire da quella sull’idea di Nazione, però con l’accortezza di scegliere Federico Chabod, storico di impeccabili credenziali azioniste e resistenziali, e oltretutto sul conte di Cavour, cosmopolita, liberale (e libertino), uno che l’attuale becerume nazionalsovranista se lo sarebbe bevuto come un bicchierino di vermut. C’è poi Oriana Fallaci, qui inversione Cassandra sulla guerra perenne e la minaccia di escalation nucleare, che con le nostre preoccupazioni per Mad Vlad
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