Un tema di maturità per generazioni poco avvezze ad aspettare

Quest’anno quasi la metà dei maturandi ha scelto la traccia sull’elogio dell’attesa. Ma questi ragazzi (e oramai noi, con loro) vivono nel tempo della condivisione di tutto con tutti, in un click. Mentre gli epistolari della letteratura raccontano una pazienza perduta

“Qui dove ti scrivo, già da molti giorni il tempo è d’Estate, entro un cielo d’oro e di veloci bufere”. Pare che quest’anno per il tema d’italiano, che apre la sessione di esami di Stato, quasi la metà dei maturandi abbia scelto la traccia sull’elogio dell’attesa, ispirata a un brano di Marco Belpoliti.  “La colpa che mi dà più rimorso nella vita è di avere sbagliato ogni dialogo…, e tuttavia sono così contento ora di scriverti, di chiederti o di risponderti qualcosa”.  L’etimologia di attendere è tendere verso. Volgere l’animo a qualcosa; quella di aspettare è guardare attentamente, guardare verso. Nella lingua spagnola c’è della poesia nel verbo aspettare: esperar (io ti

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