Il metodo danese per riciclare i tessuti sintetici e ridurre l’impatto ecologico del fast fashion
Uno dei materiali a basso costo più impiegati nel settore del fast fashion, è l’elastan, mescolato con cotone, lana, nylon, rende i tessuti dei vestiti allungabili ed adattabili al nostro corpo. Molti dei capi di abbigliamento più comuni hanno al loro interno elastan, e non solo quelli tecnici o sportivi, ma anche maglioni, magliette e persino i jeans. Nel 2021 l’emittente inglese Bbc commissionò uno studio sull’impatto ambientale degli indumenti low cost, da cui emerse che su 10mila prodotti analizzati, esattamente la metà erano realizzati in acrilico, poliestere, nylon ed elastan, tutti materiali con lunghi tempi di smaltimento, il cui processo è economicamente sconveniente per le aziende.
“Il nome scientifico dell’elastan è poliuretano, un polimero difficile da riciclare, così come gli altri materiali sintetici. Infatti, a livello globale, il 75% di questi tessuti viene bruciato o buttato nelle discariche, ed appena il 25% viene riutilizzato, ma non riciclato, perché il processo
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